GOOD KILL
Regia: Andrew Niccol
Lettura del film di: Andrea Fagioli
Titolo del film: GOOD KILL
Titolo originale: GOOD KILL
Cast: regia, sogg., scenegg., produtt.: Andrew Niccol cost.: Lisa Jensen scenogr.: Guy Barnes mus.: Christophe Beck mont.: Zach Staenberg, A.C.E. fotogr.: Amir Mokri interpr. princ.: Ethan Hawke (Major Thomas Egan), Bruce Greenwood (Lt. Colonel Jack Johns), Zoe Kravitz (Airman Vera Suarez), Jake Abel (M.I.C. Joseph Zimmer), January Jones (Molly Egan) colore durata: 100 produz.: Voltage Pictures e Voltage/Sobini Films Production origine: USA, 2014 distrib. int.: Voltage Pictures
Sceneggiatura: Andrew Niccol
Nazione: USA
Anno: 2014
Presentato: 71. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2014) CONCORSO
Il film narra la storia di Tommy, maggiore americano, pilota di aerei da guerra e giovane padre di famiglia, costretto a terra a pilotare da Las Vegas, a migliaia di chilometri di distanza, droni che visualizzano e bombardano bersagli in Afghanistan come in Pakistan o nello Yemen, fino a che, dopo aver chiesto invano di tornare a volare, prende coscienza e si ribella alle atrocità di un meccanismo che non risparmia nemmeno i civili, ma non prima di aver giustiziato a distanza un talebano stupratore di giovani donne indifese.
Esplicativa del nuovo lavoro di Tommy è la frase che dice al negoziante dove, al termine del suo turno, si ferma per comprare della carbonella: «Oggi ho fatto saltare in aria sei talebani in Pakistan e ora vado a fare il barbecue».
In realtà, Tommy si relaziona più ai bersagli che osserva e ai loro familiari che alla sua stessa famiglia. Il film mostra quanto possano essere precisi i bombardamenti, come i militari vengano protetti e le morti di civili minimizzate. Però Tommy sta cominciando a mettere in discussione la missione soprattutto grazie alla nuova collega, Suarez, che esprime i propri dubbi morali: «Da quando siamo diventati Hamas?». E ancora: «Siamo il migliore reclutamento di terroristi», ovvero si stanno creando più terroristi di quanti se ne stia uccidendo per una guerra che rischia di diventare senza fine.
Ambientato storicamente ai nostri giorni durante la più imponente escalation di attacchi con i droni, GOOD KILL tratta appunto dei conflitti e dei dilemmi morali collegati all’uso di questa nuova tecnologia. E lo fa ambientandolo geograficamente in una città come Las Vegas, dove il virtuale sovrasta il reale. Ma quello che i soldati americani fanno con i droni è virtuale solo all'apparenza: le bombe sono vere e uccidono, senza far rischiare nulla a chi inizia il conto alla rovescia e schiaccia il bottone: «La cosa peggiore che mi può capitare - lamenta Tommy - è un tunnel carpale o che mi rovesci addosso il caffè».
Mortificato da una guerra che lo mette al sicuro da ogni rischio, incapace a causa dei suoi tormenti di aver un rapporto autentico con la moglie e con i figli, schiacciato dal peso della responsabilità, Tommy si ribella, ma la fa troppo tardi e in modo ipocrita: anche senza di lui la guerra continuerà allo stesso modo. Ma non solo: prima di andarsene si trasformerà in una sorta di giustiziere, in un vendicatore modello western della serie occhio per occhio, dente per dente.
Il tema del film è interessante e di forte attualità, ma il film così fatto appare ambiguo e discutibile. (Andrea Fagioli)