TFF 32 edizione del Torino Film Festival 2014
Lettura del film di: Adelio Cola
Anno: 2014
Presentato: 32 Torino Film Festival 2014
Premi: MANGE TES MORTS di Jean-Charles Hue, Francia 2014 Miglior Film TORINO 32 N-CAPACE di Eleonora Danco, Italia 2014 Menzione speciale della giuria TORINO 32 Con la seguente motivazione: abbiamo attribuito una menzione speciale a quest’opera prima perché dimostra di essere una grande promessa per il futuro e perché ci ha colpito emotivamente e intellettualmente con un ritratto, così lirico e penetrante, dell’Italia di oggi. Menzione speciale ai personaggi intervistati.
Dei film visti voglio ricordare quelli che mi hanno particolarmente interessato.
Il film comunica in modo chiaro e motivato l’idea centrale; evita di cedere alla suggestione spettacolare derivante dalla sceneggiatura che prevedeva l’ambientazione tra le nevi delle Alpi; è animato da personaggi credibili che si calano in ruoli verisimili corrispondenti a circostanze attuali e frequenti. È LA STORIA D’UNA COPPA DI SPOSI SUI QUARANT’ANNI, che, dopo essere entrata in crisi durante una settimana bianca di vacanza con i due figli e averne subìto le fasi di dolorosi dubbi e tentazioni di negativa rinuncia al dialogo, aiutati da amici prudenti e saggi, RITROVANO in sé stessi la buona volontà di superare le divergenze personali accettandosi con i propri limiti e difetti e aiutandosi a vicenda per rimanere fedeli agli impegni familiari , che del resto presentano a tutti difficoltà esistenziali.
Riferisco il modo attraverso il quale il regista offre allo spettatore la strada che, secondo lui, può condurre alla risoluzione del problema dei protagonisti, a prima vista insolubile.
1. Gli interessati sbagliano a meravigliarsi e scandalizzarsi e soprattutto a non aver il coraggio di parlare della crisi che li riguarda.
2. Trovano aiuto confidandosi con amici, anche casuali, ma prudenti e giudiziosi.
3. Affrontano il disagio di parlarne tra di loro sposi.
4. Il marito sbaglia piangendosi addosso e non accettando di essersi scoperto debole e istintivo negli imprevisti della vita. (= Durante l’esperimento della discesa d’una valanga, artificiale e innocua, fugge abbandonando moglie e figli. La moglie si offende del comportamento del marito, che ha “abbandonato” i figli)
5. I colpiti dalla crisi sbagliano facendo come lo struzzo, che nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà.
6. La scelta giusta è aiutarsi a vicenda (nel film c’è anche l‘aiuto fisico di lui che cerca e porta in braccio la moglie che s’era smarrita nella nebbia della montagna).
6. L’episodio finale (nel quale i numerosi turisti colleghi dei protagonisti, scendono dal pulman guidato da “un pazzo” che li mette in pericolo e si avviano insieme a piedi e rassegnati verso valle per fare ritorno alle loro case) è trasparente nel suo significato: non perdersi d’animo e di coraggio e riprendere la strada della vita (adulti con i figli mano nella mano, anche quando è molto faticosa (per tutti).
BIG SIGNIFICANT THINHS di Bryan Reeisberg, USA 2014
La decisione del fidanzato alla vigilia della nozze è insolita: vuole vistare i luoghi che negli USA ospitano le “cose più grandi del mondo” In realtà sono stranezze : la sedia a dondolo più grande (ne compera un modellino!), l’altalena più grande, la più grande stella del mondo…Egli durante le tappe del viaggio incontra persone normali o problematiche; si sente attratto da una giovane disperata, che tenta di sedurlo. Resiste ma poi comincia a cedere; arrivato al bacio appassionato, fugge per rimanere fedele alla fidanzata. Resta vittima del complesso di “colpa e tradimento verso la fidanzata proponendosi di chiederle perdono”. I giovani coetanei, ai quali confida il suo stato d’animo, lo compatiscono e lo deridono per quello scrupolo!. Egli ne rimane sconvolto e meravigliato.
Il comportamento positivo del protagonista, lodato dal regista, è giudicato reazionario dalla mentalità comune dei giovani amici progressisti.
Il giovane impegnato nella cronaca dattilografica del mondo fascinoso e pericoloso nel quale l’ha introdotto il suo padrone di casa, osserva e documenta senza partecipare personalmente agli eccessi dei quali è testimone. Spesso il regista del film riprende in diretta sostituendosi allo sguardo del protagonista. La caratteristica particolare del film consiste nel fatto che la presa in diretta riguarda lo spettatore. E’ (sembra essere!) quest’ultimo che, frastornato dallo spettacolo offerto dai personaggi, che danzano, bevono, sniffano, si amano e strepitano senza posa, guarda in giro e sposta l’osservazione rapidamente da un angolo all’altro delle sale dorate, da una direzione all’altra con la rapidità da rasentare di cadere nella sindrome d’una improponibile galleria d’arte stendalliana. Il ritmo frenetico del film cede il passo nell’ultimo episodio alla narrazione distesa e tradizionale della ‘sopravvivenza’ del protagonista all’uscita da un mondo che non è suo. Lo spettatore ‘esce’ finalmente dalla brillante confusione d’una folla di personaggi osservati, compatiti e ascoltati nei loro dialoghi vuoti e spesso insipienti. La persistenza del ritmo stanca e la costante ripresa in soggettiva fa sembrare il film molto più lungo di come in realtà si presenta.
MANGE TES MORTS di Jean-Charles Hue, Francia 2014
Miglior Film TORINO 32
Il film “documenta” (sembra documentare!) mentalità, tradizioni, religiosità e spirito d’avventura e di presa g’iniziative di sopravvivenza d’un gruppo di Rom. La festa dei fratelli per celebrare l’uscita dal carcere del fratello maggiore dopo 15 anni di detenzione è rovinata dall’iniziativa di “fare il colpo grosso”, che risolverà ogni problema. Si tratta di rubare, non le solite cose nelle abitazioni dei residenti, ma d’impossessarsi e nascondere una tonnellata di rame già caricato su un camion da una banda organizzata e disposta a tutto per difendere il loro furto. L’impresa notturna non riesce, “Bonifacio resta ucciso sul campo”. L’impressione dello spettatore è d’aver assistito a un vero colpo d’una banda di Rom ladri. I personaggi gridano a squarciagola da capo a fondo del film, eccetto nell’azione notturna. Parlano una lingua quasi sempre comprensibile, si esprimono con liguaggio prossimo al porno. La ripresa cinematografica molto accurata, pur nella voluta sua forza apparentemente trascurata, non ci permette di dichiararla documentaristica, pur riuscendo a riferire , come ricordato sopra, la mentalità della categoria alla quale si riferisce. Nel film si corre il rischio di generalizzare (‘i Rom sono tutti ladri!”), anche il ragazzo che alla fine è sottoposto ad una specie di rito battesimale o d’introduzione del minore nella categoria degli adulti. La coerenza stilistica di azione, recitazione, accompagnamento musicale, inquadratura quasi sempre in PP, particolarmente del fratello ex carcerato, tornato all’antica cultura tribale, rende il film interessante.
Con la seguente motivazione: abbiamo attribuito una menzione speciale a quest’opera prima
perché dimostra di essere una grande promessa per il futuro e perché ci ha colpito
emotivamente e intellettualmente con un ritratto, così lirico e penetrante, dell’Italia di oggi.
Menzione speciale ai personaggi intervistati.
L’intervistatrice f.c. interroga, importuna, indispettisce anonimi uomini e donne d’ogni ceto sociale provocandoli con domanda su tutto e su tutti: Dio, vita, morte, aldilà, bene e male. Lo spettatore ha l’impressione di ascoltare confessioni sincere e spontanee. Si trova di fronte ad un quadro di esibizioni verbali circa i massimi sistemi da parte di persone che affermano e negano con sicurezza, con millantata certezza la loro verità che è tale soltanto perché affermata da chi parla (quasi tutte persone anziane), checché ne pensino gli altri. Quasi tutte le risposte affondano la radice nella acritica opinione personale del “io ho sempre pensato così”, alimentata da ignoranza e disinteresse per la verifica di convinzioni personali. La perfetta qualità delle immagini rende interessante il breve film, che suggerisce opportune riflessioni sulle domande più che sulle improvvisate risposte.
Anche gli altri film da me visti trattavano di casi umani degni di considerazione, anche se mi sono sembrati privi di pregi cinematografici. Tutte le proiezioni alle quali ho assistito erano ispirate alla realtà della vita contemporanea; nessuna di esse dipendente da questioni politico partitiche e tanto meno di carattere fantasy. Gli argomenti e i problemi illustrati sono comuni sotto ogni parallelo.