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VANGELO E CORANO SONO MASSIFICANTI?


di NAZARENO TADDEI SJ

Oltre 40anni fa (1973) padre Taddei si poneva il delicato problema a proposito della eventuale natura massificante di libri di fede.

 

Riflettere su queste cose di estrema attualità oggi serve a comprendere come debbano essere interpretati i fondamentalismi.

 

Da «Comunicazione di Massa» 1973-74

Un problema di un certo interesse, può essere il seguente: possono considerarsi massificanti libri straordinari; come il Vangelo o il Corano o simili, i quali hanno determinato e reggono il comportamento di enormi masse non solo contemporanee, bensí anche diffuse nel tempo? Il che è quanto dire: questi libri sono o non sono comunicazione di massa nel senso che noi stiamo dicendo?

Se per comunicazione di massa intendessimo comunicazione che è arrivata alle masse, certamente questi libri lo sono. Ma questi libri hanno fatto o fanno massa?

La risposta dipende ovviamente da ciò che si intende per massa.

In quanto moltitudine caratterizzata da un denominatore Comune interiore (nel caso, un certo convincimento religioso); si può certo parlare di massa dei cristiani o di massa dei maomettani. Ma è il Vangelo o il Corano che hanno fatto e fanno questa massa?

Ecco il punto: questi libri non sono condizionanti e leaders dell’”esterno”, bensí dall’interno: sono cioè divenuti convincimento interiore, conscio e avvertito, anche se forse all’inizio imposti o proposti dall’ambiente. Per questo, essi non offrono come criteri di scelta fattori estrinseci a ciò che essi propongono, bensí propongono proprio se-stessi come criterio di scelta ed è in ciò che consiste la tipicità della scelta essere cristiani o maomettani perchè si mutuano i criteri di scelta dal Vangelo o dal Corano.

Per coloro poi che sono stati immessi a forza nel cristianesimo o nel maomettanismo, ma poi non hanno trasformato la situazione ambientale in convincimento interiore, il problema non si pone, poiché essi non prendono quei libri come criterio di scelta. Al massimo prenderanno come criterio di scelta il rispetto esteriore di certe cose, per convenienza od opportunismo; ma allora tale rispetto (che sarebbe esterno) non è mutuo dal libro bensí da circostanze le quali, per quanto esterne al libro e ai criteri che esso propone, sono però interne ai motivi o alla realtà per cui si pensa di usare quel rispetto esteriore.

Questi libri, dunque, come libri non sono massificanti (nel nostro senso) perché non danno idee allo stato d’opinione, bensí idee riflesse, cioè convincimenti interiori e perché pertanto non offrono criteri di scelta esterni al valore intrinseco per il quale offrono tali criteri.

Tali libri però potrebbero diventare massificanti nel momento in cui, presentati come mass media (cioè col particolare linguaggio di questi, p.e., in un film), facessero accettare le proprie norme di vita le proprie idee non già per il loro valore intrinseco, bensí per il modo particolare di presentarsi: p.e. simpatia dei personaggi, della ricostruzione, sentimentalità di certe situazioni e simili. In questo momento, le scelte del recettore non sarebbero piú fondate sui valori intrinseci proposti da quei libri, ma su altri fattori estrinseci.

Un cristianesimo o un maomettanismo di questo genere non potrebbero ritenersi validi, anche se il recettore di fatto avesse accolto certe idee o norme o pratiche suggerite da quei libri: egli infatti le avrebbero accolte non per il loro valore intrinseco bensí per fattori di simpatia o di suggestione o di convenienza o altro che con quelle idee norme o pratiche non hanno nulla a che spartire e che quindi non possono raggiungere i fini che queste si propongono.

 


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