LOOKING FOR GRACE
Regia: Sue Brooks
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: LOOKING FOR GRACE
Titolo originale: LOOKING FOR GRACE
Cast: Regia e sceneggiatura: Sue Brooks; fotografia: Katie Milwright; scenografia: Clayton Jauncey; musica: Elizabeth Drake; interpreti: Richard Roxburgh, Radha Mitchell, Odessa Young, Terry Norris, Harry Richardson; durata: 100'; origine: Australia, 2015.
Sceneggiatura: Sue Brooks
Nazione: AUSTRALIA
Anno: 2015
Presentato: 72. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2015) VENEZIA 72
La regista australiana Sue Brooks (1953) ha realizzato cinque lungometraggi, alcuni dei quali hanno ottenuto riconoscimenti in campo internazionale. Una sua dichiarazione può offrire una chiave di lettura per quest'ultima sua opera molto complessa e difficilmente decifrabile, soprattutto dopo una sola visione, e per di più in versione originale: «Volevo girare un film che fosse come io vivo la vita. Senza nessun percorso eroico. Senza nemmeno un eroe. Se credete che siamo fautori del nostro destino, questo film non fa per voi. Se credete che abbiamo tutti un destino che sfugge al nostro controllo e che passiamo la vita a cercare di plasmarlo nella forma che pensiamo dovrebbe avere, allora questo film fa per voi». Come a dire, la vita è imprevedibile e molto spesso guidata dal caso, nonostante la nostra presunzione di esserne gli artefici.
La vicenda del film è molto semplice: Grace, una ragazza di sedici anni, ruba dei soldi al padre e, con la sua amica Sappho scappa di casa per andare ad assistere al concerto di una band hardrock a centinaia di chilometri da casa. Durante il viaggio le due ragazze incontrano Jamie, un bel ragazzo che viaggia sul loro steso pullman. Tra Grace e Jamie nasce subito una simpatia. Grace abbandona l'amica per passare una notte con il giovane, che però al mattino se ne va, lasciandola sola e non senza prima averle sottratto il denaro che la ragazza portava con sé. I genitori della ragazza, Dan e Denise, accortisi della scomparsa di Grace (e del furto) si mettono alla sua ricerca coinvolgendo la polizia, ma soprattutto chiedendo l'aiuto di un investigatore privato in pensione, un certo Tom. Dopo un po' di tempo, i genitori ritrovano la ragazza, che vagava negli immensi paesaggi del continente australiano, e, tutti insieme, decidono di far ritorno a casa. Ma durante il viaggio Denise, scesa dalla macchina per andare alla toilette, viene travolta e uccisa da un grosso camion. Dan e la figlia vanno verso casa, tentando di superare la dura prova che la vita ha riservato loro.
Il racconto possiede una struttura narrativa estremamente complessa, ma non nuova soprattutto in campo letterario (si veda per esempio il romanzo L'amante di Abraham Yehoshua). Le prime e le ultime immagini sembrano possedere un valore emblematico. Sono le immagini degli sterminati spazi australiani (quelle iniziali sono accostate ad una tavolozza di colori) e del viaggio. All'inizio è il viaggio del pullman che porta le due amiche verso un destino inaspettato; nel finale è il viaggio sconsolato di Grace e del padre che tentano di riprendere la vita nel (vano?) tentativo di coglierne il senso (con un CLL che inquadra l'orizzonte). Si può pertanto intuire, anche se è difficile dimostrarlo, che la regista intenda fare alcune considerazioni di tipo esistenziale. Nella prima parte il film ha un andamento lineare fino al ritrovamento di Grace da parte dei genitori. Poi il racconto sembra ripartire daccapo partendo dal punto di vista dei vari personaggi e ritornando sempre allo stesso punto (la scena del ritrovamento viene ripetuta più volte). Ed ecco che le didascalie introducono “La storia di Tom”, “La storia di Denise” e “La storia di Dan”. A questo punto si capisce che protagonista del film non è solo Grace, ma alcuni personaggi che ruotano attorno alla scomparsa della ragazza, che diventa pertanto il pretesto narrativo per mettere a nudo le loro vite, con quel tanto di drammatico, di comico, di insensato che ogni vita si porta appresso. Ed ecco che veniamo a scoprire che Denise ha un figlio segreto, avuto a diciassette anni, di cui anche il marito ignora l'esistenza. Ecco Dan che tradisce la moglie con una sua impiegata, con la quale tenta goffamente di fare l'amore per poi, altrettanto goffamente, tentare di trovare un scusa con Denise che naturalmente sospetta qualcosa. Ecco infine Tom, che non si rassegna alla pensione e tenta di risvegliare (inutilmente) nella moglie passioni amorose. Assillato anche dal fatto di avere una sorella lesbica, l'anziano investigatore accetta l'incarico della ricerca di Grace per sentirsi ancora utile. Al termine di queste storie c'è finalmente l'epilogo tragico, inaudito e inaspettato. Poi ancora la vita che continua, non si sa come, non si sa perché.
È quasi impossibile formulare l'idea centrale di un'opera così complessa (e talvolta confusa). Accettiamo per buona (con riserva) la dichiarazione della regista: «In un certo senso il film parla di come ci si possa sentire soli nella vita e al tempo stesso legati agli altri, e di come le due cose non siano in contraddizione».