BANAT (IL VIAGGIO)
Regia: Adriano Valerio
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: BANAT (IL VIAGGIO)
Titolo originale: BANAT (IL VIAGGIO)
Cast: Regia: Adriano Valerio; sceneggiatura: Ezio Abbate, Adriano Valerio; fotografia: Jonathan Ricquebourg; musica: Assen Avramov; interpreti: Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich, Piera Degli Esposti, Stefan Velniciuc; durata: 84'; origine: Italia, 2015.
Sceneggiatura: Ezio Abbate, Adriano Valerio
Nazione: ITALIA
Anno: 2015
Presentato: 72. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2015) SETTIMANA DELLA CRITICA
Il regista Adriano Valerio, dopo essersi laureato in Legge all'Università Statale di Milano e aver frequentato il laboratorio di cinema di Marco Bellocchio, si è trasferito in Francia. Ha realizzato diversi cortometraggi, l'ultimo dei quali, 37°4S, ha vinto il David di Donatello e il Premio Speciale del Nastro d'Argento (2014). Banat (Il viaggio) è il suo lungometraggio d'esordio.
La vicenda. Ivo è un agronomo trentenne che non riesce a trovare un lavoro in Italia. Vive a Bari, ma decide di trasferirsi in Romania, nella regione rurale di Banat, dove gli viene offerto un lavoro. Poco prima di partire, proprio mentre sta preparando gli scatoloni per il trasloco, incontra Clara che ha preso in affitto la sua stanza nella casa della signora Nitti. Tra di loro nasce immediatamente una sintonia, un'intesa destinata a lasciare il segno nella loro vita. Ivo è titubante, sta quasi per rinunciare all'espatrio, ma poi prende la decisione di partire. Ma i due giovani restano in contatto, finché Clara lo raggiunge per stare qualche giorno insieme. La passione li travolge e il loro legame diventa sempre più forte. Ivo vorrebbe che Clara rimanesse con lui in Romania, dove spera di realizzare un'azienda agricola, ma la donna, che è incinta, vuole ritornare in Italia. Prima di portarla all'aeroporto, però, Ivo la porta a vedere il mare. I due sono uniti di fronte ad un mare e ad un cielo per niente da cartolina. Ma potrebbe essere il punto di partenza per una vita e per un futuro migliori.
Il racconto. Nell'introduzione si vedono immagini in bianco e nero della città di Bari e si sente la voce fuori campo di Ivo che racconta la sua storia fino a quel momento. Racconta anche che i baresi sono euforici per un bellissimo gol segnato da Cassano, ma aggiunge: «per me è domani il giorno più importante». Si capisce pertanto che Ivo sta parlando alla vigilia della partenza di Clara per far ritorno in Italia.
Nella prima parte avviene l'incontro fortuito e inaspettato tra i due giovani: uno sta partendo; l'altra, che è appena uscita da una relazione finita male, sta per prendere il suo posto. Tra i due nascono spontanee le confidenze. L'autore sottolinea subito la situazione di precarietà e di indecisione nella quale si trovano i due giovani. Ivo dice di aver già più volte rimandato la partenza e vede nella scomparsa del cane della signora Nitti, un segno per non partire; Clara ammette di essere sempre in fuga da qualcosa, perché dopo un po' di tempo le manca il fiato. Finalmente Ivo prende una decisione e parte.
La seconda parte è caratterizzata da un montaggio parallelo che mette in relazione quello che avviene in Romania e quello che succede a Clara a Bari. La ragazza, che lavora al porto, viene licenziata e poco alla volta fa amicizia con la signora Nitti (che finalmente ha ritrovato il suo cane). Ivo si trova proiettato in un mondo squallido e sconosciuto, in cui fatica ad ambientarsi e a fare amicizia. Ma tra i due il legame continua per via epistolare.
Improvvisamente Clara scappa ancora una volta e decide di andare a Banat a trovare Ivo. L'amore diventa prorompente, anche se la passione sembra nascondere la mancanza di un legame affettivo più profondo. Per di più la crisi economica si fa sentire anche in Romania e Ion, l'imprenditore che ha assunto Ivo, non ha più i soldi per pagare i braccianti. Il tentativo di cambiare strategia di mercato si rivelerà negativo, portando ad un incendio che distrugge gran parte delle attrezzature. Inoltre le piante di mele rischiano di gelare per il rigido inverno. Clara, che non vuole far nascere suo figlio in quell'ambiente, vuole tornare a casa. Tutto potrebbe finire. Ma saranno proprio Ivo e Clara che troveranno la soluzione al problema delle piante scaldando il terreno con il legname di vecchie carcasse di barche abbandonate. Permettendo a tutti di festeggiare.
Epilogo. Finalmente arriva quel «domani» di cui s'è parlato all'inizio, così importante per Ivo. È il giorno in cui Clara dovrebbe far ritorno in Italia. Ma l'immagine finale, che inquadra i due giovani dal basso e che, con una carrellata, li fa uscire di campo per concludersi sul mare e sul cielo, fa capire che è possibile, anche in ambiente apparentemente poco ospitale, trovare l'amore e la forza di andare avanti. Un messaggio di speranza, anche se all'interno di una situazione di spaesamento e di precarietà.