NON ESSERE CATTIVO
Regia: Claudio Caligari
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: NON ESSERE CATTIVO
Titolo originale: NON ESSERE CATTIVO
Cast: Regia: Claudio Caligari; sceneggiatura: Claudio Caligari, Giordano Meacci, Francesca Serafini; fotografia: Maurizio Calvesi; scenografia: Giada Calabria; musica: Paolo Vivaldi; interpreti: Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D'Amico, Roberta Mattei; durata: 100'; origine: Italia, 2015.
Sceneggiatura: Claudio Caligari, Giordano Meacci, Francesca Serafini
Nazione: ITALIA
Anno: 2015
Presentato: 72. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2015) FUORI CONCORSO
Il regista Claudio Caligari nasce ad Arona nel 1948. Dopo alcuni documentari sul mondo della droga e sui collettivi militanti degli anni '70, realizza nel 1983 Amore tossico, film che diventerà un cult per più generazioni, una cruda storia di dipendenza da eroina interpretata da attori non professionisti. Ritorna alla regia quindici anni dopo, nel 1998, con L'odore della notte che racconta una storia estrema di malavita romana, presentato alla Mostra di Venezia fuori concorso, come questo suo ultimo film che il regista ha terminato nel maggio del 2015 appena prima di morire.
La vicenda è ambientata ad Ostia nel 1995. Vittorio e Cesare sono due amici per la pelle. Sono venuti su insieme e sono come fratelli. Il loro ambiente è quello della periferia romana, quello dei “ragazzi di vita”, così ben descritto da Pier Paolo Pasolini. Una vita di eccessi: notti in discoteca, macchine veloci, alcool, droghe sintetiche e spaccio di cocaina. Ad un certo punto, Vittorio, che ha abusato di droga, ha delle terribili allucinazioni. Questo fatto, unitamente all'incontro con Linda, una donna che vive sola con il figlio Tommaso e che sbarca il lunario facendo le pulizie, lo portano a cambiare vita e a mettersi a lavorare in un cantiere. Cesare, che vive con la madre e la nipotina Debora (figlia di sua sorella morta di Aids), inizialmente lo prende in giro, ma poi si lascia convincere dall'amico e tenta anche lui la strada del lavoro. Ma ben presto vengono entrambi licenziati. Vittorio, che ora vive con Linda e Tommaso, fa di tutto per non riprendere la vita di prima. Ma quando muore la piccola Debora, cui Cesare era particolarmente affezionato, i due amici si ritrovano a condividere lo sballo della droga. In seguito Vittorio, aiutato da Linda, riesce a costruirsi una vita normale, mentre Cesare, che pure ha trovato una ragazza da amare (Viviana, una ex di Vittorio), non ce la fa. Durante un furto viene ferito gravemente e quando la polizia arriva per arrestarlo, lo trova già morto. A Vittorio non resta che ricordare con commozione l'amico scomparso, soprattutto quando incontra Viviana che ha avuto un bambino da Cesare.
Il racconto è lineare e presenta nella prima parte i due protagonisti con la loro vita disordinata e pericolosa all'interno di un ambiente malavitoso e violento. Poi si sofferma a descriverli in modo più dettagliato. Sono molto diversi tra di loro, ma praticamente vivono in simbiosi. Della famiglia di Vittorio, che si capisce essere quello più moderato e meno violento, non viene detto niente. Mentre Cesare, che cerca in continuazione la rissa e lo scontro, viene mostrato nella vita familiare come un ragazzo molto legato alla madre e alla nipotina, nei confronti della quale è molto tenero e affettuoso. L'evoluzione di Vittorio, che forse avviene in modo un po' troppo improvviso, è determinato dal terrore provato dalle allucinazioni e anche dal fatto di aver incontrato Linda ed essersi innamorato di lei. La stessa cosa potrebbe capitare a Cesare, che viene aiutato dall'amico a trovare un lavoro e che incontra Viviana con la quale mette addirittura su casa. Ma Cesare non ce la fa. La morte di Debora lo getta nello sconforto e il suo temperamento aggressivo e incapace di sottostare a delle regole lo riporta sulla strada per cercare facili (ma rischiosi) guadagni.
L'autore guarda con pietà questi suoi personaggi, che non sono “cattivi” (come suggerisce il titolo del film), ma che vivono in un ambiente dal quale è difficile uscire. Difficile ma non impossibile, come dimostra Vittorio, che però dovrà combattere perché Tommaso non si metta anche lui sulla cattiva strada. Inoltre sottolinea la bellezza di un'amicizia fraterna che non conosce ostacoli e che supera anche la morte: non a caso il film termina con il primo piano di quel bambino, figlio di Cesare e di Viviana, di fronte al quale Vittorio si commuove nel ricordo dell'amico. E Viviana conclude, rivolgendosi al piccolo: «Era come un fratello per il tuo papà».