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DESDE ALLÁ - TI GUARDO



Regia: Lorenzo Vigas
Lettura del film di: Manfredi Mancuso
Edav N: 433 - 2015
Titolo del film: TI GUARDO
Titolo originale: DESDE ALLÁ
Cast: distrib.: Cinema di Valerio De Paolis (21.1.2016)
Nazione: VENEZUELA, MESSICO
Anno: 2015
Presentato: 72. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2015) VENEZIA 72
Premi: LEONE D'ORO per il miglior film

In Venezuela, Armando, un solitario e benestante uomo di mezz’eta, adesca con denaro dei giovani sbandati, portandoseli poi a casa, facendoli denudare per poi masturbarsi.
Quando Armando incontra il giovane teppista Eder, prova anche con lui a ripetere la solita routine, ma Eder lo aggredisce e lo rapina.
Armando però sembra particolarmente attratto da Eder, tanto che l’uomo lo va a cercare per una seconda volta (durante la quale Eder lo deruba nuovamente). La volta successiva l’uomo invita a pranzo Eder; quindi, in un’ennesima occasione, Armando accudisce e fa curare Eder, vittima di un regolamento di conti tra bande rivali.
Nasce insomma, poco a poco un rapporto di “amicizia” tra i due, durante il quale Armando si rivela per Eder quasi un secondo padre (più affettuoso di quello naturale, violento e rinchiuso in un carcere): l’uomo aiuta Eder a comprarsi una macchina, gli offre un letto dove dormire ed entra con lui in intimità. Tanto da rivelargli un giorno di soffrire per il difficile rapporto con il proprio padre, burbero uomo d’affari che lavora nella stessa città. Nel frattempo l’atteggiamento di Eder nei confronti di Armando è cambiato e il ragazzo prova più volte ad avvicinarsi all’adulto sul piano sessuale, venendo sempre rifiutato. Eder però si spinge un po’ troppo lontano, quando una notte in discoteca prova a baciare Armando, venedo visto da un ragazzo del luogo.
La voce si sparge ed Eder viene prima scacciato di casa dalla madre e quindi abbandonato dagli amici, ma Armando lo prende a casa, offrendogli rifiugio. Qui, finalmente, Armando “cede” alle avances di Eder e i due fanno sesso.
Per dimostrargli il suo affetto, Eder uccide anche il padre di Armando, finendo arrestato quache giorno dopo, denunciato dallo stesso Armando che assiste, osservando da lontano l’arresto.

 

Il racconto segue le vicende del protagonista Armando, personaggio dalle caratteristiche e dalle motivazioni non sempre chiare. L’uomo, solitario e asociale sembra distaccato da tutto e tutti, inibito da una certa incapacità di fondo nell’instaurare legami che siano più profondi delle semplici “toccate e fughe” (si fa per dire, perchè non tocca nemmeno) che mette in atto con i ragazzi di strada. Incapace di provare amore per il padre, dal quale sembrerebbe essere stato ferito per qualcosa di non meglio specificato, avvenuta in passato, Armando sembra non essere particolarmente unito nemmeno alla sorella (si pensi al modo non certo “gioioso” con il quale prende in braccio suo nipote neonato, che la sorella gli mette fra le braccia quando l’uomo va a trovarla a casa).
Le cose cominciano a cambiare per lui dopo l’incontro con Eder. Nonostante la violenza subita, spinto da un interesse sempre più crescente, Armando cerca a più riprese Eder, instaurando con lui un rapporto quasi paterno. Eder è del resto, probabilmente, il primo fra i ragazzi di strada che Armando è solito adescare a reagire in quel modo lì.

Dopo aver rifiutato più volte il ragazzo su un piano sessuale del tutto fisico (nonostante la sua chiara omosessualità latente), Armando comincia ad affezionarsi e ad aprirsi con Eder, confessandogli un giorno del suo difficile rapporto con il padre che, dice Armando, preferirebbe sapere morto.

Dopo aver finalmente fatto sesso con Eder, che pochi giorni dopo gli confessa anche l’omicidio del padre, Armando prende finalmente una decisione chiara (che è anche una delle poche azioni dirette che compie nel film), denunciandolo.
Eder, da sua parte, è un teppista di strada, accumunato ad Armando da alcuni similitudini: anche lui è uno “sbandato” e anche lui ha un difficile rapporto con il padre (dal quale veniva picchiato e che si trova adesso in carcere). A differenza di Armando, Eder non è però gay, tant’è che il regista lo mostra chiaramente fare sesso con la sua ragazza. L’orientamento sessuale di Eder acquista quindi una certa importanza alla luce dei suoi approcci con Armando (del quale all’inizio ha rifiutato le proposte e che ha apostrofato più volte come «checca») e infine del suo rapporto sessuale. Eder “diventa” omosessuale per l’affetto e, forse, l’amore che lo lega all’uomo. A tale affetto si è giunti alla fine di un percorso che ha visto Eder cercare a più riprese di sfruttare Armando per quanto possibile (lo rapina per due volte e alla terza cerca di forzargli la cassaforte di casa), salvo essere ricambiato soltanto con affetto e comprensione dall’adulto.
Tale è l’affetto di Eder, che il ragazzo addirittura presenta l’uomo alla propria madre durante la festa familiare alla quale entrambi partecipano, di fato quindi introducendo Armando nel prorpio mondo. La stessa scena della festa sancisce uno snodo non indifferente a livello si a di vicenda che di racconto. Eder cerca di baciare Armando nel bagno della discoteca, ma viene rifiutato e anche visto da un raagzzo del luogo. Da quel momento egli viene rifiutato dalla famiglia (la madre lo butta fuori di casa) e dagli amici di bagordi, trovando ancora una volta rigugio e comprensione a casa dell’amico Armando. Con il quale, a quel punto, è totalmente in simbiosi, che non solo ci fa sesso (ed è Eder ad iniziare, mentre Armando sembra quasi “cedere” alle avances del giovane), ma gli rivela anche che per amor suo e per renderlo felice sarebbe pure disposto ad ucciderne il padre.

Ciò che sembra una vana affermazione da “innamorato” è in realtà di lì a poco messa (probabilmente) in atto da Eder, che consegna ad Armando tre bossoli di proiettili esplosi, a conferma dell’omicidio.

Ormai Eder sembra aver completamente accettato il suo rapporto di omosessualità che lo lega ad Armando con il quale convive come amante. Il giovane viene però denunciato dall’uomo e viene arrestato davanti ai suoi occhi.

L’identificazione dell’idea centrale non è facile, a causa principalmente di un’incapacità di fondo del film a chiarire alcuni punti fondamentali, che restano invece oscuri. Perchè , ad esempio, Armando denuncia Eder? Dato l’affetto che sembra legare Armando al ragazzo (tanto quanto il ragazzo venera l’uomo) il gesto non sembra avere un senso nemmeno dal punto di vista meramente logico. A meno che, di non seguire forse l’ipotesi che l’uomo abbia voluto invece “salvare” Eder, togliendolo dalla strada e dalla spirale negativa in cui Eder è ormai caduto (ciò forse giustificherebbe l’espressione “sollevata” di Armando dopo il gesto).
Impossibile però tentare una lettura attraverso ipotesi, certamente non giustificate nè dalle vicende, nè tantomeno dal racconto del film. Il lungometraggio ha per il resto alcuni meriti artistici di innegabile valore cinematografico, girato e diretto, con mano salda dal suo autore. Tanto che alla fine rimane un po’ di delusione che il regista Vigas non abbia colto del tutto la possibilità di fare del film un’opera di un certo spessore.

 


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