EL CRISTO CIEGO
Regia: Christopher Murray
Lettura del film di: Gian Lauro Rossi
Titolo del film: EL CRISTO CIEGO
Titolo originale: EL CRISTO CIEGO
Cast: regia, scenegg.: Christopher Murray ¬ – fotogr.: Inti Briones – mont.: Andrea Chignoli – scenogr.: Angela Torti – mus.: Alexander Zekke – cost.: Kim Karry – interpr. princ.: Michael Silva, Bastián Inostroza, Ana María Henríquez, Pedro Godoy, Mauricio Pinto – durata: 85’ – colore – produz.: Jarafa Films – origine: CILE / FRANCIA, 2016 – distrib. internaz.: Film Factory
Sceneggiatura: Christopher Murray
Nazione: CILE FRANCIA
Anno: 2016
Presentato: 73 MOSTRA D'ARTE CINEMATOGRAFICA VENEZIA CONCORSO
È la storia di Michael il quale, dopo che il padre ha perso la fede a seguito dell’assurda morte della moglie, decide di non fare la stessa fine e va nel deserto Cileno per trovare la sua fede in Dio. Inizia questo cammino di ricerca spirituale, attraverso l’atto delle stigmate con l’aiuto del suo più caro amico e con tanta preghiera rivolta al cielo. Ritorna da questa esperienza convinto di aver capito che Dio non è al di fuori di noi, ma è nel cuore di ogni singola persona, che, però, deve saperlo ascoltare. Con la consapevolezza di persona ispirata e con tanta fede, inizia un pellegrinaggio finalizzato a realizzare un miracolo: la guarigione del vecchio amico che lo aveva stigmatizzato e che aveva saputo essere ammalato. In questo pellegrinaggio incontra luoghi di superstizione religiosa che egli contesta, tante e tante situazioni di disagio sociale presenti in quelle zone aride e polverose, una chiesa vuota senza il sacerdote e guidata da un cappellano ex carcerato (il sacerdote se ne era andato), un popolo alla ricerca della speranza per un mondo migliore che spera di trovarla attraverso la strada della religione; racconta storie vere o inventate che, per il modo con cui vengono esplicitate, richiamano le parabole. Raggiunto l’amico da guarire, opera per realizzare il miracolo che non avviene. L’amico gli fa però presente che la sua vicinanza è stata comunque importante. Michael ritorna, deluso, dal padre con le scarpe ai piedi (che all’andata si era tolto come sacrificio e sofferenza dedicati alla nuova fede che aveva trovato dentro di lui), fa l’amore con una donna (amore da intendersi in senso di calore umano), e rivede la chiesa vuota con il cappellano appena uscito dal carcere. Costui gli enuncia che la vera fede in Dio corrisponde ad un suono di campanelli che riempiono il silenzio (la significazione fa pensare ad un “no” alla contemplazione, ma ad un “sì” all’azione concreta) e ritorna dal padre che lo accoglie benevolmente; con una mano tocca il genitore in modo molto caloroso e con l’altra gli presenta i campanelli che gli aveva dato il cappellano.
Considerando poi l’ambientazione triste e povera in cui peregrina il “nuovo cristo”, considerando anche il titolo del film “il cristo cieco”, si può esprimere l’idea centrale dell’autore “Le situazione di disagio sociale e di estrema povertà non possono essere affrontate proponendo un Dio caricaturale lontano ed irraggiungibile, ma neppure con l’adorazione dei santi e neppure con le preghiere. Nemmeno si può proporre un Dio intimo e personale. Questi aspetti servono solo a sviare il popolo sofferente dalla presa di coscienza del proprio sfruttamento. È invece necessario realizzare una fede tutta umana e di vicinanza concreta al popolo con gesti di contatto umano; è solo vicino alle sofferenze popolari che noi troviamo Dio.”
Questo non è un film contro la fede in generale, ma contro certi modi di vivere la fede. Il modo di presentare una fede che vede Dio nella sofferenza umana e popolare, da curare ed aiutare, significherebbe presentare un Cristo non cieco.
Ora, fare delle considerazioni su questa idea centrale, ammesso di aver colto con esattezza il pensiero del regista, aprirebbe un discorso molto ampio impossibile da farsi in questa sede.
È un film che può aiutare a sviluppare dei dibattiti partendo dall’idea del regista, condivisibile o non condivisibile che comunque tratta un tema che in questo periodo trova molto ascolto.