FRANTZ
Regia: François Ozon
Lettura del film di: Gian Lauro Rossi
Titolo del film: FRANTZ
Titolo originale: FRANTZ
Cast: Regia scenegg.: François Ozon – dal romanzo di Ernst Lubitsch durata: 113’ – origine: FRANCIA GERMANIA, 2016 – distrib.: Academy Two (settembre 2016)
Sceneggiatura: François Ozon
Nazione: FRANCIA GERMANIA
Anno: 2016
Presentato: 73 MOSTRA D'ARTE CINEMATOGRAFICA VENEZIA CONCORSO
Premi: PREMIO MARCELLO MASTROIANNI A UN GIOVANE ATTORE/ATTRICE EMERGENTE a PAULA BEER
La vicenda tratta di Anna, una giovane ragazza tedesca, che vive in una cittadina della Germania e che, dopo la morte in guerra del suo fidanzato (Franz), è stata ospitata nella casa dei genitori di lui, i quali, affranti per la perdita del loro unico figlio, hanno instaurato con lei un vero rapporto filiale, affettuosamente ricambiato dalla giovane. Il padre di Franz è un medico che, per amor di patria, aveva sollecitato il figlio ad arruolarsi, ed ora, oltre all’atroce sofferenza per la sua perdita vive con sensi di colpa. Un giorno Anna, si accorge che sulla tomba di Franz, presso cui si reca giornalmente, vi è deposto un mazzo di rose che né lei né il resto della famiglia lo aveva portato. Dopo poco, durante la consueta visita alla tomba, intravede un giovane appartato, Adrien, e gli chiede se fosse stato lui che aveva deposto le rose. Ricevuta risposta affermativa, iniziano a parlare e a frequentarsi: viene a sapere che abita a Parigi ( citta che Franz amava tanto e in cui aveva studiato ) e che erano diventati amici, anche se poi la guerra li aveva separati. Ne parla in casa con i genitori di Franz che subito restano sconvolti, in particolare il padre. E’ la madre di Franz che, nonostante abbia la consapevolezza che Adrien sia stato un nemico della loro patria, valorizza quello che è stato descritto da Anna come un sentimento di amicizia del figlio verso questo giovane francese, che potrebbe raccontar loro tanti episodi del periodo prebellico, tanto che propone di invitarlo a cena. Trascorrono, quindi, tutti e quattro una piacevole serata in cui Adrien, violinista, racconta e viene spronato a suonare il violino di Franz con la gioia di tutti. Anna, però, non vede Adrien tranquillo e mentre sono sulla tomba di Franz, gli chiede ragione: ne esce una sconvolgente verità, erano in guerra su fronti opposti e proprio dal fucile di Adrien è partito il colpo fatale per Franz. Adrien era venuto per piangere sulla tomba, pentito di quello che aveva fatto e con la speranza di ricevere il perdono dai suoi cari. Anna, che si stava affezionando al giovane, resta profondamente turbata anche perché avrebbe dovuto gestire la terribile notizia con i genitori di Franz che lo avevano accolto in casa, difendendolo dall’ostilità di tanti paesani. Franz, prima di partire per la Germania, scrive loro una lettera in cui spiega il perché della sua venuta e la consegna ad Anna affinché faccia da tramite. La giovane ha forti dubbi sul raccontare la verità e si consulta, durante una confessione, con un sacerdote che consiglia il silenzio per non aggiungere “dolore al dolore”. Cosi Adrien parte sollevato, perché ritiene essersi tolto un peso raccontando la verità e pensando di essere stato perdonato. Passa un po’ di tempo e tra Anna e Adrien c’è una corrispondenza epistolare della quale i genitori di Franz sono contenti, al punto che la invitano a raggiungerlo a Parigi. Dopo diverse difficoltà riesce a rintracciarlo, ne conosce la madre che accetta di ospitarla e, durante un concerto in casa, conosce pure la sua fidanzata di cui Adrien non aveva mai parlato. Delusa dalla situazione che si è venuta a creare, perché in fondo aveva sperato in un futuro con il giovane francese, dopo averlo intimamente perdonato, se ne va, non solo, ma scrive ai genitori di Franz che tutto va bene, che Adrien è in giro per l’Europa a tenere concerti e che lei lo seguirà lasciando incerto il suo rientro. Il film si conclude con Anna che si reca al Louvre per contemplare un quadro di Monet che rappresenta un suicidio ( tentativo fatto anche da Anna e da Adrien in momenti diversi nei loro rispettivi paesi) e in quel luogo incontra un giovane, mentre guardano il quadro e si guardano, il regista lascia intravedere che forse inizia una nuova storia di vita.
Vorrei mettere in evidenza alcuni elementi presenti nel racconto filmico: i genitori che spingono i figli ad andare in guerra per ragioni ritenute nobili da entrambe la parti, le sofferenze degli stessi per la morte dei propri figli, i turbamenti dei giovani sopravvissuti che a volte inducono al suicidio, gli inni e le canzoni di lotta cantate dagli anziani dei paesi di entrambi gli schieramenti, il desiderio di perdono per le sofferenze procurate: da ciò può scaturire l’idea centrale del film : “ la guerra è un suicidio di massa, da cui scaturisce solo sofferenza e distruzione. Tale suicidio spesso è indotto dalle sollecitazioni degli adulti e i giovani ne subiscono le conseguenze al punto che può essere martoriato il loro futuro. E’ soltanto con una grande opera di perdono per le sofferenze procurate e consapevoli del fatto che il suicidio chiude il cuore e la mente ad ogni speranza, che può iniziare una nuova vita più umana in comunità più solidali.”
È un film in linea con la necessità di evitare inutili conflitti bellici, ed è realizzato in modo dignitoso.