GIANFRANCO BETTETINI, lo studioso del segno dalla magia fino al cinema
di ANDREA FAGIOLI
Anno: 2017
È morto giovedì 12 gennaio a Milano il semiologo Gianfranco Bettetini. Avrebbe compiuto 84 anni alcuni giorni dopo. Critico letterario e regista, di solida formazione cattolica, fu uno dei padri della semiotica applicata allo studio dei media, facendola conoscere al grande pubblico negli anni Sessanta. Fondatore dell’Istituto di Scienze della comunicazione e dello spettacolo all’Università Cattolica di Milano, direttore della Scuola di giornalismo e poi della rivista «Comunicazioni sociali» dal 1996 al 2011, di cui era ancora direttore emerito, fu tra i primi docenti di cinema e media all’Università. Laureato in ingegneria, si specializzò in teoria e tecnica delle comunicazioni di massa soprattutto legate al mezzo televisivo, divenendo, negli anni Cinquanta, regista televisivo alla sede Rai di Milano, dove conobbe Umberto Eco con il quale avviò un lungo sodalizio. Fu autore di documentari e diverse regie televisive per la Rai, dalla prosa, al varietà e ai programmi culturali.
Tra i lavori da lui diretti vi sono «Campanile sera» (1959), «Il signore di mezza età» (1963), «Camera 22» (1966), «Processo a Gesù» (1968), «La fine di un’avventura” (1969). Sue pure alcune puntate di «Lascia o raddoppia?» dell’estate 1958 e de «L’amico del giaguaro» (1962). Nel 1965 gli venne assegnato il Premio Marconi e nel 1969 vinse il Premio Italia per il programma televisivo «La fine del mondo». Aveva anche sceneggiato e diretto due film: «Stregone di città» (1973) e «L’ultima mazurka» (1987).
Bettetini fu inizialmente allievo del gesuita padre Nazareno Taddei, fondatore del Centro internazionale dello spettacolo e della comunicazione sociale e della rivista di educazione audiovisiva «Edav». Il primo saggio di Bettetini, Il segno, dalla magia fino al cinema, fu pubblicato nel 1963 dalle Edizioni «i 7» del Centro San Fedele di Milano nella collana «Epoca dell’immagine» diretta da Taddei. Il volume di Bettetini, che vinse il rammentato Premio Marconi, seguiva quello di Renato May su Le tecniche della realizzazione cinematografica e Il trattato di teoria cinematografica dello stesso Taddei. Il gruppo di studiosi riunito intorno all’«Epoca dell’immagine» comprendeva anche Aldo Bernardini, Roberto Bove, Peppino Ricca, Sergio Raffaelli e Arrigo Zoli. Nel libro, Bettetini presentava un’analisi estesa e approfondita di tutta la fenomenologia segnica fino ad introdurre allo studio del cinema come fenomeno di comunicazione e di espressione. A sua cura sarebbe dovuto uscire anche un volume sulla regia televisiva, ma le strade con Taddei a quel punto si divisero. Uscirono invece altri volumi come Teologia dell’immagine del futuro arcivescovo Francesco Cacucci.