Il Matrimonio di Lorna
Regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Edav N: 364 - 2008
Titolo del film: IL MATRIMONIO DI LORNA
Titolo originale: LE SILENCE DE LORNA
Cast: regia, sogg. e scenegg.: Jean-Pierre e Luc Dardenne – fotogr.: Alain Marcoen s.b.c. – mont.: Marie-Hélène Dozo – scenogr.: Igor Gabriel – cost.: Monic Parelle – interpr. princ.: Arta Dobroshi (Lorna), Jérémie Renier (Claudy), Fabrizio Rongione (Fabio), Alban Ukaj (Sokol), Morgan Marinne (Spirou) e con la partecipazione di Olivier Gourmet – durata: 106’ – colore – produtt.: Jean-Pierre e Luc Dardenne, Denis Freyd – produz.: Les Films du Fleuve / Archipel 35 / Lucky Red / Rtbf (Televisione Belga) / Arte France Cinéma / Gemini Film / Mogador Film / Wdr – con il sostegno di: Centre du Cinema et de l’audiovisuel / Communaute Francaise de Belgique / Teledistributeurs Wallons / Eurimages – e con Canal + / Cinecinema / Region Wallonne (Wallimage) / Centre National De La Cinematographie (France) / Tax-Shelter Du Gouvernement Federal Belge / Programma Media Plus Della Comunità Europea / Programma Media 2 Audiovisivo / Loterie Nationale De Belgique / Soficinema 3 – origine: BELGIO / FRANCIA / GRAN BRETAGNA, 2008 – distrib.: Lucky Red
Sceneggiatura: Jean-Pierre e Luc Dardenne
Nazione: FRANCIA, BELGIO, GRAN BRETAGNA
Anno: 2008
Presentato: 61. Festival di Cannes 2008 - In Concorso - Premio MIGLIOR SCENEGGIATURA
I registi. I fratelli Dardenne proseguono con il loro stile inconfondibile un itinerario che li pone in prima linea nella denuncia di un mondo disumanizzato e nella ricerca di valori che possano far sperare in un futuro migliore e che diano un senso alla vita. Dopo LA PROMESSE, che segna il loro esordio nel 1996, i due registi belgi ottengono la Palma d’oro a Cannes con il film ROSETTA (1999). Realizzano poi IL FIGLIO (2002), e riottengono la Palma d’oro con L’ENFANT nel 2005. Con LE SILENCE DE LORNA i due registi ritornano a parlare di emarginazione e di marginalità, ma soprattutto della contrapposizione che esiste tra la logica del denaro e quella dei sentimenti e dell’amore.
La vicenda. Il piano è preciso e ben congegnato. Lorna è una ragazza albanese che cerca l’emancipazione e il benessere. Per ottenerli si è accordata con Fabio, un malavitoso belga che, in cambio di denaro, le ha fatto sposare Claudy, un povero tossicomane. Lo scopo è quello di farle avere la cittadinanza belga. Ma il piano prevede anche la morte di Claudy: prima o poi potrebbe morire per overdose, altrimenti lo si può sempre eliminare. Una volta libera, Lorna dovrebbe sposare un ricco russo, disposto anche lui a pagare una bella cifra per avere un passaporto comunitario. Naturalmente a Claudy è stato detto che si provvederà ad ottenere il divorzio (ovviamente sempre in cambio di denaro). Nel piano è coinvolto anche il fidanzato della ragazza, Sokol, anche lui albanese, occupato a guadagnare il piú possibile come lavoratore a rischio nelle centrali nucleari europee. L’obiettivo di Lorna e Sokol è quello di raggranellare soldi il piú possibile per aprire un bar a Liegi e poter vivere una vita normale. Ma le cose si complicano. Vivendo accanto a Claudy, Lorna si rende conto che l’uomo ha un bisogno disperato di lei per poter uscire dal tunnel della droga e gradualmente incomincia a provare nei suoi confronti un senso di pietà e anche un sentimento d’amore. Lorna fa di tutto perché Claudy non muoia o venga eliminato e cerca veramente, per salvarlo, la soluzione del divorzio. Ma Fabio non accetta: i tempi sono stretti e il russo non aspetta. Di fronte alle insistenze di Lorna, Fabio finge che il russo sia disposto ad aspettare il tempo necessario per il divorzio, ma poi, senza che Lorna lo venga a sapere, fa eliminare Claudy con un’overdose. Dopo un’iniziale risentimento, Lorna riprende il suo posto all’interno del piano e si incontra con il pretendente russo. Ma ad un certo punto, in seguito ad un malore, pensa di essere rimasta incinta di Claudy. Subito pensa all’aborto, ma poi decide di tenere il bambino. Naturalmente il russo non accetta una simile situazione e Fabio la porta in ospedale per abortire. Qui si viene a sapere dall’ecografia che Lorna in realtà non è incinta, anche se lei è profondamente convinta di esserlo. Cerca di contattare un’infermiera per raccontarle tutto. Ma viene scoperta da Fabio che, non fidandosi piú di lei, manda tutto all’aria e la rispedisce in Albania. Anche Sokol l’abbandona al suo destino, anche se le promette che l’andrà a trovare in Albania. Ma questa volta il piano è quello di eliminare Lorna che ormai non serve piú. Ma la donna se ne accorge in tempo e riesce a fuggire. Si rifugia in un bosco con la speranza che qualcuno l’aiuti a salvare lei e «il suo bambino», con il quale già teneramente parla.
Il racconto ha un andamento lineare e divide la vicenda in tre grosse parti separate da due ellissi. Le primissime immagini sono sonore: si sente un rumore di passi e di traffico urbano. C’è già una precisa collocazione ambientale, che verrà rimarcata anche in seguito attraverso la sottolineatura di elementi quali le automobili, i cellulari, ecc. Come già avevano fatto con L’ENFANT, i fratelli Dardenne chiariscono subito che intendono parlare del mondo contemporaneo occidentale, caratterizzato dallo sviluppo tecnologico, dalla ricerca della ricchezza, ma anche dalla mancanza di scrupoli morali. Un mondo in cui, come si vedrà, contano di piú i soldi delle persone, che vengono usate e strumentalizzate in vista di un vantaggio economico. Non è un caso infatti che la prima immagine visiva sia costituita da un dettaglio dei soldi che Lorna sta depositando in banca. Un mondo squallido e disumano, come risulta anche dalla scenografia che mette in risalto gli oggetti e gli ambienti asfittici in cui i personaggi si muovono e vivono.
La significazione del film nasce poi dalla grande evoluzione della protagonista, Lorna. È piú che legittimo, come hanno dichiarato i registi, che Lorna cerchi una vita migliore. Ma il problema è che per ottenerla, si elabori un piano criminale senza scrupoli. Lorna lo sa benissimo, ma la cosa non sembra turbarla piú di tanto: l’importante è raggiungere l’obiettivo. Forse è proprio questo il significato del titolo originale del film che sottolinea il silenzio di Lorna, quel silenzio circa le reali intenzioni di Fabio, che aveva promesso a Claudy il divorzio ma che in realtà aspetta solo la sua morte. Un silenzio che, come dirà lo stesso Fabio, gli permetterà di far fuori Claudy. Ma procediamo con ordine.
Prima parte. Lorna è tutta presa dal traguardo che vuole raggiungere. Va in banca per un prestito (ora che sta per diventare cittadina belga lo può ottenere) e poi telefona a Sokol per metterlo al corrente. Vive con Claudy, ma nei suoi confronti mantiene una distanza abissale. Dormono separatamente e la ragazza non viene incontro a nessuna delle sue richieste, come quando lui cerca un po’ di compagnia e la invita a giocare a carte. Quando lui la chiama ripetutamente e le chiede aiuto, Lorna risponde seccamente: «Lasciami dormire!». Non vuole dirgli a che ora rientrerà e si rifiuta di chiuderlo dentro a chiave per impedirgli di uscire a cercare la droga. Claudy ha un bisogno disperato di lei e la fa tornare dal lavoro (in una stireria) con un pretesto. Lei lo tratta male, lo rimprovera. E quando lui le chiede di aiutarlo perché sta male, lei ribatte seccamente: «Che mi frega … Perché dovrei fare delle cose per te? Non mi riguarda per niente. Hai avuto i soldi per il matrimonio; prenderai il doppio dei soldi per il divorzio; non avrai nient’altro da me. Niente!». Lui si getta ai suoi piedi, le abbraccia le gambe e le chiede di andare in farmacia a prendergli del Buscopan. Di fronte a tanta disperazione Lorna cede e va in farmacia per lui. In seguito Claudy continua ad invocarla: lei è incerta sul da farsi, ma poi si alza dal letto e va da lui che è in preda a crampi. Significativa la progressione dei gesti: dapprima gli porta dell’acqua e mette la ciotola per terra come fosse un cane, poi gliela porge, infine lo aiuta a rialzarsi. Dopo aver chiamato il medico per farlo ricoverare in ospedale, lo aiuta a scendere le scale, sorreggendolo; cadono entrambi, lei lo risolleva, anche se con un po’ di stizza. Quando arrivano in ospedale, lei lo affida agli infermieri, ma lui insiste: «Non lasciarmi solo». Lei si ferma e aspetta assieme a lui che le stringe il braccio. Lorna quindi comincia a fare qualcosa per lui, anche se forzatamente e senza convinzione. Ma quando il giorno dopo lei gli porta il lettore e i CD che lui le aveva chiesto, la vediamo fare un piccolo ma significativo gesto: di sua iniziativa gli porta anche il mazzo di carte. E quando lo vede a letto riverso e ansimante, lo guarda intensamente e si capisce che incomincia a provare per lui un po’ di compassione. Ed ecco un’importante decisione: va da Fabio e gli chiede di seguire la strada del divorzio. È disposta perfino a rinunciare a 5mila euro per salvarlo. Ma questi non sente ragione: «Abbiamo scelto un drogato proprio per evitare il divorzio; comunque ci vorrebbe troppo… Il divorzio è troppo rischioso; è meglio se resti vedova». Lei tenta anche con Sokol: «Vorrei che non morisse»; ma anche lui non accetta: «Eravamo d’accordo; è solo un drogato». Ma Lorna non si rassegna. Dopo aver a lungo pensato, si fa del male da sola e poi denuncia il marito di percosse per ottenere dal magistrato una procedura accelerata di divorzio. Ma occorrono i testimoni. E allora lei prega Claudy di picchiarla di fronte a qualcuno: «Io aiuto te ad uscirne; non era previsto. E tu puoi aiutare me, no? Se accetti ti aiuto a non ricominciare con la droga anche dopo il divorzio». Per la prima volta li vediamo a giocare a carte insieme. Ma quando è ora di picchiarla Claudy non ce la fa. E allora lei si ferisce alla fronte e poi va da un’infermiera chiedendole di testimoniare. Naturalmente per questo verrà redarguita da Fabio che non capisce il suo accanimento nel voler salvare Claudy.
Quando questi esce dall’ospedale, Lorna dimostra maggior disponibilità nei suoi confronti e il loro rapporto diventa piú sereno. Claudy prepara una cena per festeggiare insieme la sua guarigione. Ma proprio prima di cena Lorna viene a sapere che il giudice ha concesso il divorzio. Si precipita da Fabio e lo prega di telefonare al russo. In fin dei conti si tratta di ritardare il matrimonio solo di un mese. Fabio prima obietta, poi la rassicura: dice di aver telefonato e che il russo è d’accordo. Lorna è contenta, ma quando torna a casa trova Claudy con uno spacciatore. Lei reagisce violentemente e lo caccia. Ma Claudy vuole la droga. Ne segue una colluttazione. Lorna riesce a chiudere la porta e a gettare la chiave dalla finestra. Di fronte a Claudy disperato, Lorna compie un gesto d’amore straordinario: si spoglia e si concede a lui, senza riserve. Sembra che tutto sia risolto. I due si dividono le spese per far aprire la porta e cambiare la serratura; Claudy compra una bicicletta: «Pedalo tutto il giorno, cosí non penso alla droga». Poi le chiede di poterla andare a trovare a mezzogiorno, cosí, solo per salutarla: «È solo per avere uno scopo a metà giornata; devo vederti, mi aiuta a non mollare». Poi le affida i suoi soldi. Per la prima volta vediamo Lorna felice e sorridente rincorrere Claudy che se ne va in bicicletta. La sua felicità deriva dalla consapevolezza di aver salvato una vita e di aver instaurato un rapporto autentico e profondo.
Seconda parte. Con un’ellissi si passa bruscamente a conoscere della morte di Claudy. Ma l’amore di Lorna non si è esaurito e continua sotto altre forme. Vorrebbe pagare lei il funerale del marito, ma i familiari di Claudy glielo impediscono. All’obitorio lo vuole vedere per l’ultima volta e al custode che tenta di impedirglielo, ribatte: «Sono sua moglie». Poi, quasi rabbiosamente, abbandona la casa dove viveva con lui e rifiuta quei mille euro che Fabio le vuole dare per compensarla del tempo perduto e per farsi perdonare dell’inganno. Quando viene di nuovo interrogata dalla polizia si commuove nel venire a sapere che Claudy aveva chiamato lo spacciatore dopo aver appreso la notizia della concessione del divorzio, segno di un suo crollo per la perdita di una persona che per lui era diventata indispensabile. Cerca di consegnare alla madre di Claudy i soldi che erano di quest’ultimo, ma interviene il fratello che li rifiuta sdegnosamente. Infine viene «consolata» da Sokol che la invita a non tormentarsi: «Un tossico preferisce la droga alla vita… prima o poi ci sarebbe ricaduto e sarebbe morto». Resasi conto che ormai non c’è piú niente da fare, Lorna riprende a pensare alla realizzazione del suo sogno, quello di aprire il bar con Sokol. I due vanno a vedere alcuni ambienti e riprendono a fare progetti. Lorna incontra il russo che vuole sposarla e si prende un acconto sul futuro matrimonio. È felice quando pensa di aver trovato un locale adatto e lo descrive gioiosamente a Sokol per telefono. Ma proprio in questo momento Lorna si sente mancare. È convinta di essere incinta e va da un medico con l’intenzione di abortire. Ma poi, piangendo, cambia opinione e decide di tenere il bambino. A questo punto tutte le sue attenzioni sono rivolte al nascituro. Recupera i soldi di Claudy, che aveva nascosto in un’aiuola, e vuole aprire un conto in banca a favore del bambino. Poi lo dice a Fabio, che non ha dubbi: Lorna deve abortire, assolutamente. Ma lei prende ancora una volta l’iniziativa e quando balla con il russo cerca di capire se lui l’accetterebbe anche se fosse incinta. Naturalmente questi si insospettisce provocando la reazione violenta di Fabio che aggredisce la donna: «Tu fai quello che ti dico io, nient’altro. Domani mattina abortisci e io vengo con te». Lorna, disperata, si accascia. Quando sono in ospedale, Fabio, che è convinto che il figlio sia di Sokol, tenta di telefonare a quest’ultimo. Ma Lorna gli dice che il padre è Claudy. Significative le parole che vengono usate dai due. Fabio dice: «Hai scopato con il tossico»; Lei ribatte: «Si chiama Claudy». Quando l’infermiera le dice che dall’ecografia lei non risulta incinta, Lorna non ci crede. Trattenuta in ospedale in osservazione, cerca di contattare quell’infermiera che le aveva fatto da testimone per confidarsi con lei.
Terza parte. Dopo un’altra ellissi si viene a sapere che Lorna è stata scoperta nel suo tentativo di «dire tutto all’infermiera». Viene pertanto considerata non piú affidabile («parli troppo») e «scaricata» sia da Fabio che dallo stesso Sokol, al quale evidentemente interessava di piú il bar che la fidanzata. Lei tenta di difendersi: «Se mi ami capirai perché volevo tenere il bambino»; ma lui obietta: «Non c’è nessun bambino; sei pazza». L’affare va a monte. Ognuno vuole recuperare i soldi che aveva versato. Lorna lo capisce bene e accusa il fidanzato: «Sei uguale a lui (Fabio); vuoi solo recuperare i tuoi soldi. Ti riprendi quello che hai versato e non ti rivedrò piú». A lei restano soltanto le briciole e le si dice che deve tornare in Albania. Sokol le promette che l’andrà a trovare, ma Lorna ha ormai capito di essere rimasta sola e di avere il destino segnato. Le viene sequestrata la carta Sim del cellulare e viene fatta salire in macchina con un complice di Fabio. La donna, resasi conto delle reali intenzioni del conducente, cerca un pretesto per scappare. Impossessatasi di un sasso riesce a tramortire l’uomo e a fuggire nel bosco. E qui il film spicca un volo sulle ali della poe¬sia: Lorna comincia a parlare col «suo bambino», anche se probabilmente è soltanto il frutto della sua immaginazione. Le parole sono al plurale, belle e rassicuranti: «Vogliono ucciderci; non aver paura, ti proteggo io». Poi, dopo essere entrata in una baracca per difendersi dal freddo: «Ci possiamo accendere un fuoco; andiamo a prenderci dei pezzi di legna». Quando sente il cinguettio di un uccellino Lorna si rivolge al «bambino»: «Lo senti?» E poi: «Non ti lascerò morire, mai! Ho lasciato morire tuo padre, tu vivrai». Accende poi il fuoco e chiude la finestra, continuando: «Adesso dormiamo… ripartiremo domani mattina… cercheremo qualcosa da bere e da mangiare… non preoccuparti, ci sarà qualcuno che ci aiuterà». Poi, sdraiatasi su una panca, si tocca il ventre; si copre, come per ripararlo, e augura: «Dormi bene». A questo punto, l’unico di tutto il film, parte una musica extradiegetica costituita dalla sonata per piano N. 32 in Re minore, opera 111, di Behetoven, che suggella un amore materno tenero e forte. Un amore che può dare un senso alla vita. È chiaro che quel «bambino», che probabilmente non esiste, non è che il prolungamento dell’amore di Lorna verso Claudy, della cui morte la donna si sente responsabile, anche se poi ha fatto di tutto per salvarlo. Un amore vero e profondo verso un essere umano fragile e ferito che si era aggrappato a lei come a un’ancora di salvezza. Un amore che resta in lei e che lei vuole difendere a tutti i costi.
Come s’è detto la significazione del film nasce dall’evoluzione della protagonista e dalla contrapposizione, presente in quasi tutti i film dei registi, tra valori materiali e valori morali (non è un caso che le prime immagini del film siano quelle dei rumori e del denaro, mentre le ultime rappresentino il grembo di una donna e la musica di Beethoven). Lorna passa dalla «logica» del denaro, che è una logica disumana in quanto si serve delle persone (Fabio lo dice chiaramente a Lorna: «Tu mi servi») fino al punto di eliminarle per ottenere un vantaggio economico, alla «logica» dell’amore, che è profondamente umana, in quanto tratta le persone come fine e non come mezzo e pertanto comporta un servizio e una dedizione totali. Questo passaggio rappresenta una vera e propria conversione che passa attraverso la scoperta dell’altro che, con i suoi bisogni e le sue debolezze, fa appello alla compassione e alla pietà. Ed infine all’amore.
Universalizzazione. Lorna cambia radicalmente non perché sia una santa o una donna eccezionale, ma perché è una persona umana che scopre certi valori attraverso il rapporto e la relazione con un essere che ha bisogno di lei. Tenendo poi conto del contesto ambientale cui si è accennato, si può arrivare ad un’idea centrale di questo tipo: il mondo contemporaneo è un mondo inautentico e disumano in quanto caratterizzato dalla ricerca spasmodica e senza scrupoli del denaro; solo chi, attraverso il contatto umano, scopre la pietà e l’amore capisce quali sono i veri valori che vale la pena di vivere e di difendere fino in fondo. (Olinto Brugnoli)