Michael Clayton
Regia: Tony Gilroy
Lettura del film di: Andrea Fagioli
Edav N: 353 - 2007
Titolo del film: MICHAEL CLAYTON
Titolo originale: MICHAEL CLAYTON
Cast: regia e scenegg.: Tony Gilroy – fotogr.: Robert Elswit – scenogr.: Kevin Thompson – mont.: John Gilroy – mus.: James Newton Howard – cost.: Sarah Edwards – interpr.: George Clooney (Michael Clayton), Tom Wilkinson (Arthur Edens), Tilda Swinton (Karen Crowder), Sydney Pollack (Marty Bach/Produttore), Michael O’Keefe (Barry Grissom), Robert Prescott (Mr. Verne) – durata: 125’ – colore – produtt. esecutivi: George Clooney e Steven Soderbergh – produz.: Jennifer Fox, Sydney Pollack e Steven B. Samuels per Section Eight LTD – origine: USA, 2007 – distrib.: Medusa
Sceneggiatura: Tony Gilroy
Nazione: USA
Anno: 2007
Presentato: 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2007 - In Concorso
La vicenda. Michael Clayton, un «faccendiere» quarantacinquenne (divorziato e con il vizio del gioco) che lavora per uno dei piú importanti studi legali di New York («Kenner, Bach & Ledeen») risolvendo i problemi piú spinosi dei clienti (omissione di soccorso, diffamazione, piccoli scandali...), si trova ad affrontare il caso dell’amico e collega, Arthur Edens, che, dopo un crollo psicologico, sta mettendo a rischio il successo di una causa (che si dovrebbe risolvere con un semplice patteggiamento extra-giudiziale) nella quale è coinvolta la U/North, una società di prodotti chimici per l’agricoltura responsabile di aver diffuso un diserbante cancerogeno, il Culcitate, motivo della morte di 468 persone. In realtà, Edens ha scoperto dei documenti riservati in cui si ammettono le responsabilità dell’azienda il cui capo dell’ufficio legale, Karen Crowder, non esita a dare il via libera all’omicidio (che deve passare per suicidio) dell’avvocato del «Kenner, Bach & Ledeen» e, dopo che Clayton ha scoperto la verità, anche all’eliminazione di quest’ultimo. Per puro caso Clayton si salva, facendo però credere di essere morto, e si presenta davanti alla Crowder proprio nel giorno del patteggiamento sbattendole in faccia il dossier (fatto stampare a suo tempo da Edens in migliaia di copie). La Crowder tenta di corrompere Clayton, ma lui ha già avvertito la polizia.
Il racconto. Il film è in sostanza un lungo flash-back. La prima inquadratura è totalmente nera. Si sente solo il rumore come di una cella che si apre. Poi la macchina da presa comincia a muoversi all’interno di un grattacielo di New York, all’apparenza vuoto, fino a che entra in uno stanzone dove sono al lavoro in modo frenetico decine di persone: è lo staff dello studio legale «Kenner, Bach & Ledeen» il cui titolare, Marty Bach, ordina di telefonare a Clayton, il quale, nel frattempo è impegnato a giocare a poker in una bisca clandestina. Una volta fuori, vista la chiamata sul cellulare, richiama lo studio e viene incaricato di seguire un caso di omesso soccorso da parte di un facoltoso cliente. È notte, ma Clayton raggiunge ugualmente il cliente, anche se poi lo invita in modo abbastanza sbrigativo a rivolgersi a un qualsiasi legale del posto. Dopo di che monta in auto e a tutta velocità raggiunge una zona di campagna dove, a piedi, sale sulla vetta di una collina sulla quale compaiono tre cavalli. Un forte boato sorprende anche lo spettatore: la Mercedes di Clayton, parcheggiata ai piedi della collina, salta in aria: un primo scoppio e poi un altro. A questo punto, con la didascalia «Quattro giorni prima», inizia il flash-back che racchiude la gran parte del film. Si viene cosí a scoprire della situazione familiare di Clayton, che la mattina va a prendere il figlio a casa dell’ex moglie e lo accompagna a scuola, ma anche della situazione economica: ha un debito di 75 mila dollari che non riesce a pagare a causa del fallimento di un’avventura imprenditoriale oltre che per il vizio del gioco. Nel frattempo cominciano a delinearsi anche le figure dell’amico e collega Arthur Edens e della donna in carriera Karen Crowder, della U/North. Edens può anche essere malato di nervi, ma il crollo psicologico è dovuto alla scoperta della fatidica «pistola fumante» che rivela in maniera eclatante la totale mancanza di scrupoli del loro cliente, la U/North, di cui la Crowder, con un cinismo portato alle estreme conseguenze, ne è la perfetta incarnazione.
Clayton scopre il misfatto grazie al ritrovamento in casa di Edens della ricevuta di una stamperia (quella dov’erano rimaste depositate le copie del dossier) e del libro che stava leggendo, «Regno e conquista», in cui si parla di quei cavalli della collina.
Finisce il flash-back. Si rivedono le scene già viste di Clayton che esce dalla bisca e sale in auto, ma questa volta intercalate da quelle dei sicari che preparano l’attentato. È a questo punto che si scopre che il timer dell’esplosivo non ha funzionato a dovere perché l’attentatore non ha avuto il tempo di regolare il congegno a causa dell’arrivo imprevisto di Clayton. Si ripete la scena dell’esplosione dopo di che riprende il normale tempo cinematografico con Clayton che getta nell’auto in fiamme gli oggetti personali in modo da essere creduto morto. In realtà, come detto, si presenta alla Crowder la quale, all’arrivo della polizia, crolla a terra, mentre Clayton esce, sale su un taxi e ordina «un giro da 50 dollari senza meta». Un piano sequenza di circa tre minuti lo inquadra in primo piano.
A livello di significazione immediata, il film di Tony Gilroy, prodotto da Sydney Pollack (che tra l’altro interpreta Marty Bach, il titolare del «Kenner, Bach & Ledeen»), è un atto di denuncia contro un certo modo di operare in alcuni ambienti legali statunitensi, soprattutto il modo di agire dietro le quinte, di lavare i panni sporchi dei facoltosi clienti.
Ma a livello di significazione mediata, non c’è dubbio che il regista vada oltre parlando della persona umana, nel bene e nel male, con la possibilità di riscatto da parte di chi, all’apparenza, sembra non essere in grado di scelte significative nella vita. E scegliere la via della verità, sembra dire il regista (e questa potrebbe essere l’idea centrale), è sempre una scelta di libertà. Significativa in questo senso la salita di Clayton sulla collina, i cavalli allo stato brado e il giro in taxi senza meta.
A livello tematico non si può che condividere un’impostazione del genere. A livello strettamente cinematografico il film è ben strutturato anche se risente di un eccessivo ricorso al parlato e forse di una lunghezza superiore al necessario. Bravo comunque George Clooney, che offre a Michael Clayton le giuste espressioni, considerati anche i tantissimi primi piani sicuramente in funzione di un forte richiamo per il pubblico femminile. (Andrea Fagioli)