Le vite degli altri
Regia: Florian Henckel von Donnersmarck
Lettura del film di: Adelio Cola
Edav N: 352 - 2007
Titolo del film: LE VITE DEGLI ALTRI
Titolo originale: DAS LEBEN DER ANDEREN
Cast: regia, sogg., scenegg.: Florian Henckel von Donnersmarck – fotogr.: Hagen Bogdanski – mus.: Stéphane Moucha, Gabriel Yared – mont.: Patricia Rommel – scenogr.: Silke Buhr – cost.: Gabriele Binder – interpr.: Martina Gedeck (Christa-Maria Sieland), Ulrich Muhe (Gerd Wiesler), Sebastian Koch (Georg Dreyman), Ulrich Tukur (Anton Grubitz), Thomas Thieme (Ministro Bruno Hempf), Ludwig Blochberger (Benedikt Lehmann), Hans-Uwe Bauer (Paul Hauser), Volkmar Kleinert (Albert Jerska), Charly Hübner (Udo), Marie Gruber (Signorina Meineke), Werner Daehn (Ufficiale della Stasi), Thomas Arnold (Nowack), Matthias Brenner (Karl Wallner), Herbert Knaup (Gregor Hessenstein) – durata: 137’ – colore – produz.: Wiedemann & Berg Filmproduktion, Bayerischer Rundfunk (Br), Creado Film, Arte – origine: GERMANIA, 2006 – distrib.: 01 Distribution
Sceneggiatura: Florian Henckel von Donnersmarck
Nazione: GERMANIA
Anno: 2006
Presentato: Festival di Locarno 2006 - Sezione "Piazza Grande"
Premi: OSCAR 2007 MIGLIOR FILM STRANIERO; DAVID DONATELLO 2007 COME MIGLIOR FILM DELL'UNIONE EUROPEA; 7 PREMI DEL CINEMA TEDESCO (TRA CUI MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGIA, MIGLIOR SCENEGGIATURA).
È la storia del Capitano della STASI – il leggendario Servizio di Sicurezza della Germania Orientale – Gerd Wiesler, abile e inflessibile con tutti i sospettati di tramare qualcosa ai danni dello Stato; siamo nel 1984 e la Polizia controlla e spia la vita di tutti i cittadini alla ricerca di coloro che non sono allineati con il governo comunista e quindi possono rappresentare un pericolo per la sicurezza dello stato; dopo tutta una serie di successi che lo conducono ad essere un «istruttore» delle nuove reclute della STASI, Gerd viene incaricato dal proprio superiore di dare inizio ad una operazione di totale controllo della vita e delle attività dello scrittore Georg Dreyman, noto drammaturgo che fino a quel momento non ha mostrato deviazioni dalla linea del partito. Il motivo di questo particolare interesse della Polizia per lo scrittore discende da una realtà assai meschina: il Ministro della Cultura si è invaghito della compagna di vita di Georg, Christa-Maria, un’attrice teatrale assai nota nell’ambiente, e cerca pretesti per toglierselo di torno e coltivare così in piena solitudine la sua passione. Ha così inizio «l’operazione Lazlo», organizzata e diretta dal Capitano che riempie l’abitazione del sospettato di «cimici» telefoniche e di una telecamera esterna, il tutto collegato con un attrezzatissimo studio di ricezione audio e video istallato all’ultimo piano del palazzo, controllato e «piantonato» 24 ore al giorno dallo stesso Capitano e da un suo assistente.
Malgrado la tenacia posta nella volontà di raccogliere prove o almeno indizi di colpevolezza a carico dello scrittore, l’indagine non produce frutti; un articolo che Georg scrive sull’alta percentuale di suicidi nella Germania Orientale e fatto passare clandestinamente in occidente per la successiva pubblicazione sullo «Stern», fa infuriare il governo che accentua la pressione nei confronti di Georg (sospettato numero uno), ma nel frattempo l’atteggiamento del Capitano ha avuto una svolta importantissima: da controllore spietato del sospettato, si è trasformato in complice occulto delle trame anticomuniste del commediografo e dei suoi amici.
La mancanza di risultato nell’operazione Lazlo comincia ad innervosire i superiori di Gerd che cercano in tutti i modi di metterlo alle strette per indurlo a scoprire qualcosa di interessante: la cattura della ragazza che viene indotta a parlare sembra far scivolare la narrazione verso un epilogo cruento, ma un nuovo intervento del capitano salva la situazione, anche se la donna si sacrifica (volutamente??) per non rivelare il nascondiglio dove si trova la macchina da scrivere mignon usata per l’articolo pubblicato da «Stern».
Il capo della STASI sospetta fortemente che Gerd abbia aiutato in modo decisivo la coppia e i loro amici, ma non essendo in possesso di alcuna prova, possono soltanto «declassarlo» ad aperturista della posta con il vapore (mansione di mero «ordine»); la caduta del muro cambia la vita di entrambi gli uomini e, mentre Georg diventa un autore ormai di fama mondiale, Gerd fa il postino: il primo scopre i tanti interventi del capitano per salvarlo, ne scopre anche il nome, ma al termine del film, quasi per pudore, non cerca di rincontrarlo e si limita a dedicargli l’ultimo suo libro di successo.
Il film è suddiviso in quattro parti: la prima ha lo scopo di presentare la figura integerrima del Capitano, dedito solo al bene dello Stato: crede fermamente nel regime e nelle figure che lo rappresentano, non ha il minimo tentennamento psicologico nel fare del male a coloro che lui ritiene «contro lo Stato». In questa prima parte avanza parallelamente anche le figure di Georg e di Christa-Maria i quali sono visti sia nel contesto dell’ambiente che li circonda – intellettuali piú o meno contro il regime – ma soprattutto come due persone che si amano e lo fanno sia spiritualmente che carnalmente: di quest’ultima caratteristica ne fanno fede i gemiti e i sospiri che arrivano alla struttura d’ascolto provenienti dalla camera dei due amanti.
La seconda parte è breve, ma contiene al suo interno il «perno strutturale» che fa ruotare la narrazione e che risponde alla domanda: che cosa è successo al Capitano per indurlo a cambiare così radicalmente?
Cinematograficamente l’autore ci presenta due sequenze – collocate una accanto all’altra – la prima delle quali ci mostra Gerd che compie una sorta di ispezione sul luogo del controllo (l’appartamento dello scrittore) per vedere se tutto è in ordine; in tale circostanza si sofferma in camera da letto e pone le mani, in modo accentuato e particolarissimo, sul letto che ospita i corpi dei due amanti, da lui soltanto uditi nel momento dell’amplesso.
Nella seconda sequenza – ripeto, collocata accanto alla prima – vediamo il Capitano ricevere nella sua abitazione una prostituta «al servizio dello Stato», la quale viene inviata – su prenotazione – a casa dei funzionari di piú alto grado: ci viene mostrata con una età non giovane, con un corpo abbastanza sfatto e sfiorito e con una particolare «fretta» nel concludere l’operazione, stante che ha un altro appuntamento nella parte opposta della città; Gerd esegue l’amplesso senza neppure spogliarsi, con una sorta di meccanicità che provoca un ovvio paragone con quello che avviene nella camera da letto di Georg: lì si fa del sesso sfrenato collegato ad un autentico sentimento, qui invece si consuma un rito che si può definire come una sorta di «necessità biologica».
La terza parte del film ha per oggetto tutto quello che Gerd mette in opera per «salvare» la coppia e le contromosse alle azioni del potere per smascherare lo scrittore; il blocco si conclude con il «sacrificio» della ragazza che, con la sua morte e grazie all’aiuto del Capitano, assicura l’impunità allo scrittore ed ai suoi amici.
La quarta e ultima parte ci mostra i «dopo muro», con gli archivi della STASI aperti al pubblico e con le ricerche sugli aguzzini di stato; contiene anche la scoperta da parte di Georg dell’identità di colui che lo ha salvato e il «non incontro» tra i due che arrivano a sfiorarsi ma senza andare oltre.
Il personaggio del capitano è scolpito a tutto tondo: la sua evoluzione psicologica che ben si riflette nella vicenda dell’opera, viene espressa esclusivamente dalla mimica facciale controllata ma efficace; il doppio rischio al quale volontariamente si espone pur di salvare lo scrittore – compromettere la sicurezza personale e la carriera – riscatta la sua figura che ribalta la condanna che lo spettatore pronuncia dopo la prima parte del film.
Ma cosa determina questo cambiamento: il film ci dice che è l’amore, inteso nella sua interezza, spirituale e fisica, l’elemento che il capitano pare scoprire dal contatto con «la vita degli altri» ed è da questa scoperta che inizia la risalita verso una umanità che ormai pareva avere abbandonato.
Quindi questa potrebbe essere la tematica del film: l’attacco al sistema comunista che viene visto carente di una qualsiasi spiritualità che, a lungo andare, porta a defezioni anche di uomini che parrebbero essere ormai acquisiti dal sistema; è l’amore, che quella forma di stato vede soltanto come appagamento fisico, che Gerd scopre in tutta la sua dirompente azione rivoluzionaria ed è l’amore che lo indurrà ad aiutare i due giovani a cercare la loro realizzazione.
Questa evoluzione psicologica del protagonista vede ergersi all’interno di un mondo che sembrava totalmente corrotto e disumano, un eroe di nuova specie, tanto piú sorprendente quanto meno prevedibile all’inizio della storia ambientata in un passato prossimo che molti ancora non hanno dimenticato.
Forse alla struttura cinematografica nuocciono i lunghi ed analitici nuclei narrativi del dopo la caduta del muro di Berlino, con Georg che consulta i polverosi archivi della STASI alla ricerca di notizie sul suo salvatore; lo ritrova degradato a semplice postino mentre consegna la corrispondenza a domicilio, ma rinuncia ad incontrarlo, forse (il film non dice niente in proposito) perché si riscopre pieno di pudore, lui ricco e famoso, e di rispetto verso questa grande figura che lo ha salvato a scapito della sua carriera.
Questa lunga «coda» del film che attribuisce rilevante peso strutturale al drammaturgo, rischia di mettere in dubbio la scelta del «protagonista» nella figura del Capitano; ogni personaggio, però, riprende per così dire il suo giusto peso d’importanza strutturale nelle brevi inquadrature conclusive che non lasciano dubbi sulla determinazione della figura del protagonista-capitano che, pur degradato a postino, mostra una sorta di sereno ottimismo verso un futuro migliore, per lui e per la sua patria.
Una boccata d’aria di sano ottimismo può arrivare ai giovani che assistono alla proiezione del film, specie se non si lasciano negativamente impressionare dalla condotta dell’attrice che arriva a tradire il partner per salvare se stessa e la sua carriera: e per fortuna che c’è Gerd che risolve tutta la situazione.
La conclusione logica dovrebbe suggerire che anche di fronte a circostanze di evidente degrado morale con la perdita dei piú profondi valori umani, nel mondo e nella società odierna non tutto è male: anche nella generale situazione negativa può esserci, e trionfare, qualche elemento positivo che faccia intravedere il bene.
Il film, giocato sul doppio binario della ricostruzione documentaristica di una società oppressa e la riscoperta di valori autentici come è l’amore, non si mostra affatto «manicheo» ma aperto a valutazioni che ci fanno intravedere come il bene fiorisce anche tra le spine in terreni soltanto in apparenza sterili. (Adelio Cola & Franco Sestini)