Regia: Barbet Schroeder
Lettura del film di: Olinto Brugnoli Titolo del film: INJU, LA BÊTE DANS L’OMBRE Titolo originale: INJU, LA BÊTE DANS L’OMBRE Cast: Regia: Jean-Armand Bougrelle, Barbet Schroeder
Sceneggiatura: Barbet Schroeder, Frédérique Henri, Eitan Arrusi
Attori: Benoît Magimel, Minamoto Lika, Shun Sugata, Maurice Bénichou, Ryo Ishibashi, Takumi Bando, Toshi Fujiwara, Sean Muramatsu; Fotografia: Luciano Tovoli; Musiche: Jorge Arriagada; Produzione: SBS Films, La Fabrique de Films, France 2 Cinéma; Paese: Francia 2008; Genere: Thriller; Durata: 105 Min. Sceneggiatura: Jean Armand Bougrelle, Frédérique Henri, Barbet Schroeder Nazione: FRANCIA Anno: 2008 Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - In Concorso
Il regista. Barbet Schroeder nasce a Teheran nel 1941. Lavora dapprima come critico cinematografico per i famosi Cahiers du Cinema e poi collabora con Jean-Luc Godard per il film Les Carabiniers. Viene in seguito nominato all’Oscar per la miglior regia con Reversal of Fortune.
La vicenda. Lo scrittore francese Alex Fayard è famoso per i suoi racconti polizieschi che emulano quelli del mitico Shundei Oe, un misterioso autore giapponese, considerato in patria un fenomeno e definito come “la bestia immonda” per le sue opere violente e provocatorie. Alex viene invitato proprio in Giappone per la promozione del suo ultimo libro. La sua speranza è quella di incontrare il suo idolo, ma alcuni segni premonitori turbano il suo viaggio. Accolto con tutti gli onori, partecipa ad un talk show in cui dovrebbe essere presente anche Oe; ma questi non si fa vivo e gli lancia per telefono minacce che tentano di intimorirlo. Durante una visita ad una casa da the Alex incontra un’affascinante gheisa, Tamao, che gli confida un terribile segreto: è minacciata di morte da un suo ex amante che potrebbe essere proprio Oe. Alex, che si è invaghito della ragazza, promette di difenderla. Inizia la ricerca del misterioso personaggio, che però non si mostra mai e si fa vivo in vario modo solo per provocare e terrorizzare Alex. Ad un certo punto Tamao confessa ad Alex di essere incinta di un importante uomo d’affari, Mogi, e che pertanto Oe potrebbe tentare di vendicarsi di lui uccidendolo. Alex cerca di avvisare Mogi, ma viene respinto e brutalmente picchiato. Tamao gli consegna una pistola per potersi difendere. Alex incomincia a sospettare che Oe e Mogi siano la stessa persona e approfitta di un incontro amoroso tra Tamao e Mogi per ispezionare la casa di quest’ultimo. Avendo scoperto che l’incontro amoroso è di tipo sadico, di fronte alle urla di terrore di Tamao, Alex uccide Mogi. Dopo un anno lo ritroviamo in prigione. Gli viene a far visita un tizio che lui aveva interrogato circa Oe e gli fa una rivelazione a dir poco scioccante.
Il racconto. La struttura del film è sostanzialmente lineare, con l’inserimento, però, di alcuni flashback che si riferiscono a certi incubi di Alex o alla rievocazione della storia raccontata da Tamao circa la sua vita. L’incipit è costituito dalla proiezione di un film di estrema violenza tratto da un racconto di Oe. Ma questo lo si viene a sapere solo dopo la fine della proiezione, quando ci si accorge che in realtà si tratta di un filmato utilizzato da Alex per illustrare a degli studenti l’opera dello scrittore giapponese. È già una chiara indicazione dell’impostazione del film, che cerca subito di afferrare l’attenzione dello spettatore, coinvolgendolo emotivamente. Anche gli incubi di Alex, quasi delle premonizioni, servono a creare un alone di mistero e di tensione. La storia di Tamao innesca poi il meccanismo tipico del giallo: chi sarà mai questo Oe, che di volta in volta viene definito come un personaggio dalla personalità disturbata, un essere non umano, una bestia (come dice il titolo del film) nell’ombra? Ci sono poi gli equivoci e i colpi di scena; la presenza quasi palpabile e paurosa di Oe, rappresentato da quell’immagine deformata che si trova sulla copertina del libro o da una voce arcana e inquietante o da una risata beffarda. Naturalmente non possono mancare le scene d’amore e di passione, il sadismo, gli inseguimenti, la violenza, i sospetti, ecc.
E soprattutto l’epilogo (“Un anno dopo”) in cui troviamo il protagonista in prigione che riceve la rivelazione sconcertante e beffarda; un vero e proprio colpo di scena che finalmente acquieta la curiosità dello spettatore, anche se non si può parlare di lieto fine.
Da quanto osservato si può concludere dicendo che l’intenzione dell’autore è certamente di tipo spettacolare. Sono presenti, è vero, degli spunti tematici. Fin dall’inizio si sente parlare di bene e dimale e si osserva che la differenza tra Alex e Oe è principalmente questa: nelle opere di Alex è spesso il bene a trionfare (pur tra mille difficoltà), mentre in quelle di Oe prevale sempre il male. Se questo fosse l’assunto del film si potrebbe dire che in questo caso è proprio il male ad averla vinta; infatti l’ingenuo Alex viene incastrato e resta vittima degli avvenimenti. Un altro spunto lo si può trovare nel gioco realtà/finzione. Fino a che punto la finzione è tale e fino a che punto può essere più reale della realtà? Spunti decisamente interessanti se venissero approfonditi ed assumessero un ruolo tematico portante. Mentre sembrano rimanere sospesi all’interno di una struttura che privilegia lo spettacolo e il gioco delle emozioni. (Olinto Brugnoli)
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