L'ULTIMO CONVEGNO
di FRANCO SESTINI
Edav N: 351 - 2007
Non stava bene padre Taddei durante il suo ultimo Convegno (23-25 febbraio 2006) e non stava bene neppure prima che il Convegno avesse inizio, ma non accettava neppure l’idea di rinviarlo o peggio ancora di annullarlo; probabilmente pensava tra sé che questo era l’ultimo convegno a cui lui avrebbe partecipato e quindi ci dedicava tutte le sue residue energie perché funzionasse tutto al meglio.
Inoltre, il Convegno aveva lo stesso titolo dell’ultimo libro del Taddei, dedicato alla «Nuova Cultura Massmediale» promossa da Papa Wojtyla e proprio nel contesto del convegno il libro sarebbe stato presentato ufficialmente: ed anche questo rappresentava uno sforzo non indifferente per il suo fisico, ma uno stimolo grandissimo che gli faceva superare ogni fatica.
Del Convegno ho avuto l’onore di esserne il presidente e quindi di essere stato sempre vicino a Taddei; sí, perché – con maggiore accentuazione rispetto alle altre volte – questa manifestazione il «Reverendo» (come lo chiamavo io) l’ha seguita proprio tutta, lamentando le cose mal riuscite e, qualche volta, anche quelle che non erano riuscite soltanto «a suo giudizio». Terminato il Convegno, è stato come se Taddei avesse realizzato una tappa fondamentale del suo cammino intellettuale, ma subito dopo è ritornato alle sue letture «mistiche» come le definivo parlandone con lui, che sono certo lo mettessero ancora di piú in comunicazione con il Padreterno.
Ecco, se vogliamo cogliere una costante negli ultimi mesi di vita di Taddei, credo che si debba guardare con una grande attenzione le cose che leggeva o comunque di cui si occupava: «sopportava» di dover fare lettura di qualche film, ma se avesse potuto avrebbe fatto una rivista (Edav) interamente dedicata al rapporto dell’uomo con il Padreterno; certo che la cultura massmediale di Papa Wojtyla continuava ad affascinarlo, ma preferiva dedicare le sue ultime forze al dialogo con Dio, in previsione di un incontro che vedeva sempre piú vicino.
La cosa importante che ci proviene da quel Convegno è indubbiamente il libro che è uscito in contemporanea e che rappresenta una sorta di «summa» del pensiero di Taddei circa le realtà della comunicazione di massa, questa volta prendendo spunto addirittura da una frase contenuta in una enciclica, la Redemptoris Missio, anche se poi la relativa esortazione non è mai stata recepita dalle gerarchie ecclesiastiche.
Proprio di questo Convegno, ricordo una frase di Taddei che recita (cito a memoria) «in questo settore (le comunicazioni di massa) del quale mi occupo da quasi sessanta anni, sono ben lungi dal ritenermi un insegnante maturo e adeguatamente preparato; anzi, piú studio e piú mi accorgo delle mie carenze».
Per me, laico un po’ sbruffoncello, è stato un altro dei tanti insegnamenti del Taddei: mai ritenersi preparati, ma sempre in cammino verso una meta che mano a mano che l’avviciniamo, si allontana magari di poco, ma di quel tanto che non ci permette di raggiungerla mai. Grazie Padre, grazie per tutto quello che mi ha insegnato e che è diventato mio bagaglio intoccabile; come ho già avuto modo di affermare, Lei non mi ha insegnato «solo» a leggere l’immagine tecnica ma – cosa assai piú importante – a leggere la vita per ricercarne la verità.