NELLA VALLE DI ELAH
Regia: Paul Haggis
Lettura del film di: Andrea Fagioli
Edav N: 355 - 2007
Titolo del film: NELLA VALLE DI ELAH
Titolo originale: IN THE VALLEY OF ELAH
Cast: regia, scenegg.: Paul Haggis sogg.: Paul Haggis, Mark Boal fotogr.: Roger Deakins mont.: Jo Francis scenogr.: Laurence Bennett arredamento: Linda Lee Sutton - cost.: Lisa Jensen - effetti: Great Fx interpr.: Tommy Lee Jones (Hank Deerfield), Charlize Theron (detective Emily Sanders), James Franco (sergente Carnelli), Susan Sarandon (Joan Deerfield), Josh Brolin (Capo Buchwald), Jonathan Tucker (Mike Deerfield), Jason Patric (tenente Kirklander), Frances Fisher (Evie), Wes Chatham (Caporalmaggiore Penning), Mehcad Brooks (soladato scelto Ennis Long), Victor Wolf (soldato semplice Robert Ortiez), Rick Gonzalez (Gabriel), Barry Corbin (Arnold Bickman), Brad William (Henke Chuck), Wayne Duvall (detective Nugent), Brent Briscoe (detective Hodge), Kathy Lamkin (Carleen) colore durata: 120 produz.: Summit Entertainment, Samuels Media, Nala Films, Blackfriars Bridge Films origine USA, 2007 distrib.: MIKADO (30-11-2007)
Sceneggiatura: Paul Haggis, Mark Boal
Nazione: USA
Anno: 2007
Presentato: 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2007 - In Concorso
Premi: PREMIO SIGNIS ALLA 64A MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA, VENEZIA, 2007
Il titolo del film si riferisce a un luogo in Israele citato nella Bibbia (Libro di Samuele) dove si svolse la battaglia tra David e Golia.
«Amo questo titolo per quanto strano possa sembrare – ha dichiarato il regista Paul Haggis –, perché contiene tanti dei temi affrontati dal film. Il re Saul mandò il figlio David nella Valle di Elah a combattere contro Golia, armato solo di cinque pietre. Mi sono chiesto: Ma chi farebbe una cosa del genere? Chi spedirebbe un ragazzo a combattere un gigante? Il film parla della nostra responsabilità per aver mandato tanti giovani uomini e donne in guerra».
La vicenda. Nel suo primo fine settimana a casa dopo aver combattuto in Iraq, Mike Deerfield, giovane soldato statunitense, scompare misteriosamente. Quando il padre Hank, ex membro della polizia militare, e sua moglie Joan ricevono la telefonata che comunica loro l’inquietante notizia, Hank si mette subito sulle tracce del figlio insieme a Emily Sanders, ispettore di polizia nel distretto in cui Mike è stato visto per l’ultima volta. A mano a mano che si accumulano gli indizi, quella che sembrava una semplice sparizione assume le sembianze di un efferato delitto (il corpo del giovane viene ritrovato fatto a pezzi e bruciato) mentre l’ispettore si trova a dover combattere contro i quadri superiori dell’esercito per tentare, insieme ad Hank, di mantenere il controllo dell’indagine. Alla fine si scopre che Mike è stato ucciso dai suoi commilitoni.
Sebbene la storia si svolga in una cittadina di provincia e sia raccontata dal punto di vista dei civili, lo sfondo di questa drammatica vicenda è infatti l’esercito, e molti personaggi del film appartengono alle forze armate. Tra questi ci sono anche i quattro soldati compagni di plotone del soldato scomparso, nella fattispecie il soldato scelto Ennis Long, il soldato scelto Gordon Bonner, il caporale Steve Penning e il soldato semplice Robert Ortiez.
Il racconto. Il film, a parte l’inizio in cui Hank viene a sapere della scomparsa del figlio e ricorda l’ultima telefonata dall’Iraq, è sostanzialmente racchiuso tra due sequenze: la prima in cui Hank, partendo alla ricerca del figlio, si ferma per strada per far rimettere a posto una bandiera a stelle e strisce issata alla rovescia; la seconda in cui Hank si presenta al solito posto per fare issare la bandiera americana che il figlio, primo di tornare in patria, gli aveva spedito dall’Iraq. In questo caso sarà Hank stesso che isserà volutamente la bandiera americana rovesciata.
Detto questo, aggiungiamo che il film (che si ispira ad una storia vera) è strutturato sostanzialmente come un giallo, con tanto di indagini ostacolate, depistaggi, presunti assassini inseguiti e braccati, e scoperta della verità a piccoli passi. Ad aggiungere elementi di giallo al giallo, ci sono anche le immagini, spesso disturbate e incomplete, realizzate in Iraq da Mike o dai commilitoni e poi inviate al padre. Immagini che lentamente diventeranno sempre piú comprensibili fino a far capire che un cingolato americano sul quale viaggiava Mike ha investito e travolto un bambino oppure che in quell’ultima telefonata al padre, Mike invocava di essere tirato fuori dall’inferno della guerra.
Mentre emerge la verità sull’omicidio, ma anche quella sulla permanenza di Mike in Iraq, l’intero universo di Hank viene messo in discussione. Tra l’altro si scopre che anche l’altro figlio è morto in divisa («Almeno uno dei due potevi lasciarmelo», lo accusa disperata la moglie). Hank è costretto a rivedere tutto ciò in cui ha sempre creduto. Ecco allora che la bandiera rovesciata non è altro che il segno della fine del suo patriottismo: il fallimento di un ideale.
A livello di significazione, gli effetti della guerra non sempre sono immediati e non riguardano solo le popolazioni dei territori dove si combatte. Troppi ragazzi (e ora anche ragazze) vengono mandati allo sbaraglio, come David contro Golia (e non sempre David ha ragione di Golia, anzi). Questi ragazzi subiscono traumi cosí forti (la cosiddetta sindrome da stress post traumatico e altre malattie legate allo stress) che è impensabile riportarli a casa, ributtarli nella mischia e chiedere loro che si comportino come tutti gli altri. Forse tutti noi, sembra dire il regista, riusciamo a capire quali possono essere i sacrifici fisici e pratici che si chiedono a chi va in guerra, ma pochi sono preparati al costo emotivo e psicologico di una guerra. Ma non solo: uno dei pericoli maggiori è spesso rappresentato dal patriottismo cieco di chi rimane a casa. (Andrea Fagioli)