Ciscs


Edav.it



LOGIN ABBONATI

Cerca negli articoli


   
Il portale di studi sulla comunicazione del CiSCS
Centro Internazionale dello Spettacolo e della Comunicazione Sociale
   



Visualizza tutte le notizie:



 

SUL GRANDE SCHERMO L'EMERGENZA PIANETA: COMPIE 10 ANNI IL FESTIVAL CINEMAMBIENTE


di ADELIO COLA
Edav N: 355 - 2007
«120 film racconteranno in sei giorni lo stato del pianeta». 

La promessa-programma del festival, che intendeva aggiornare gli spettatori sulle condizioni del mondo in cui vivono, è stata ampiamente mantenuta. Se la realtà della nostra TERRA corrisponde alla rappresentazione fornita, essa è preoccupante. Nessuna novità al riguardo: sono anni che le comunicazioni sociali ci informano che stiamo inquinando l’aria, il suolo, i prodotti agricoli e industriali che consumiamo. I rimedi finora messi in atto sono stati scarsamente efficaci.

Quello che maggiormente preoccupa è l’indifferenza dell’opinione pubblica al riguardo e, piú ancora, il confronto tra i dati statistici del male che stiamo facendo al pianeta, e indirettamente a noi stessi, e la mancanza di volontà dei potenti della finanza e della politica di adottare i rimedi efficaci per prevenire i disastri ambientali.

Un aspetto che ha positivamente caratterizzato il programma del festival è stata l’illustrazione dell’ecologia non soltanto nel significato del mantenimento di equilibrio tra tutti i viventi ospiti della medesima «città» terrena, ma anche di quella che si potrebbe definire «ecologia umana». Numerosi sono stati gli interventi sull’argomento: i filmati hanno potuto suscitare riflessioni utili sulle negative conseguenze della mancanza di un sano rapporto di reciproca «armonia» tra cittadini di culture diverse nel rispetto di diritti e doveri.

I documentari e le interviste registrate hanno portato a conoscenza la mentalità e le speranze di personalità di spicco provenienti da ambienti geografici con circostanze di vita molto diverse, i sacrifici affrontati da comunità lontane per salvaguardare, per quanto possibile, «il salvabile» e predisporre i mezzi idonei per prevenire «disastri» maggiori di quelli subíti finora.

Quando si è trattato di argomenti cosí importanti, non è stato possibile evitare di entrare in politica. Politici si sono dimostrati molti film, limitandosi di solito al livello di preoccupazione per il bene comune senza polemizzare contro i responsabili del male. Evidenziando circostanze di inumana convivenza, causata da teorie e prassi economiche di successo, qualche regista ha puntato il dito, però, contro i responsabili della politica e della finanza mondiale.

Quando, ad esempio, abbiamo assistito alla documentazione delle tristi vicende del dottor Riyadh, medico sannita candidato alle elezioni del 2006 in Irak, non abbiamo potuto non condividere con l’autrice del film le sue difficoltà di vita e di lotta, condizioni generali di vita del suo popolo (MY COUNTRY MY COUNTRY, Laura Poitras, USA 2006). Si può obiettare che la regista americana ha raccontato tutto dal punto di vista del suo paese. L’osservazione non deve sorprendere: l’autore di ogni comunicazione vede la realtà con i propri occhi ed offre, nel caso nostro sullo schermo, la sua personale opinione su quanto racconta e ricostruisce.

Il festival s’è sviluppato su due versanti, quello della documentazione dei disastri ambientali, provocati dall’inquinamento e dalla sofisticazione delle sostanze alimentari, e l’altro sui motivi di speranza sui quali si fondano le attese della sicurezza della vita di piante ed animali compreso l’uomo.

I tristissimi effetti dell’inquinamento del pianeta che ci ospita li conosciamo: non voglio soffermarmi ad illustrare i contenuti dei numerosi film del programma che li hanno spettacolarizzati a comune ammonimento dei pericoli che ci minacciano da vicino.

Desidero invece riferire la lezione positiva offerta da alcuni film che hanno offerto motivi di fiducia circa il raggiungimento di condizioni favorevoli allo sviluppo della vita sul pianeta. La natura ha risorse di ripresa insospettate ma non infinite. Si tratta anzitutto di non impedirne lo sviluppo in vista del bene di tutti.  

HOW TO COOK YOUR LIFEdi Doris Dorrie, Germania 2007, presenta il caso d’un anziano Monaco ZEN, esperto di cucina, che tiene un corso d’aggiornamento ad un gruppo di aspiranti cuochi. Insegna il modo di preparare il pane, di tagliare le verdure, di cucinare il cibo, rigorosamente vegetale. Il maestro celebra un «rito»; gli allievi partecipano con rispetto verso i frutti di madre Natura. Egli suggerisce consigli anche circa la postura e la ginnastica. Il corpo danza con gentilezza lenta e composta e favorisce condizioni spirituali che cooperano al mantenimento dell’equilibrio interiore della persona.

Il film è una equilibrata ricetta d’igiene mentale, di «ecologia umana»: «Tratta la natura con il rispetto con il quale desideri d’essere trattato tu, ammonisce il monaco, e tratta te stesso come tratti la natura».

IL MARE SUL MURO, di Ilario Blanchetti e Alberto Signetto, Italia 2007, documenta le varie fasi della realizzazione d’un grande murale a Caluso nel Canavese, Piemonte. Ne è stata autrice Munú Goretta italo argentina, invitata dal comune committente a tornare al suo paese d’origine per fissare con la sua opera il ricordo delle migliaia di compaesani partiti nei primi anni del Novecento per l’Argentina in cerca di lavoro. Tra di loro c’erano stati i nonni dell’artista, che lei non ha conosciuti ma che commemora con grande riconoscenza e affetto. La sua famiglia d’origine è ora raffigurata sul muro del paese insieme a tanti altri abitanti coraggiosi.

Il documentario è denso di sentimenti positivi di umanità. L’autrice ha dedicato il murale «a tutti gli emigrati di allora, di oggi e del futuro».

La proiezione è stata particolarmente riservata in orario scolastico agli studenti delle scuole superiori di Torino. Il centinaio di presenti ha dimostrato di gradire l’iniziativa, reagendo emotivamente (applausi, battimani) alla fine della proposta cinematografica, anche se non hanno saputo esprimere particolari sentimenti di condivisione o di critica alle motivazioni espresse dall’artista: «attaccamento alle radici famigliari, riconoscenza ed ammirazione per coloro che hanno affrontato con coraggio un futuro incerto in un paese lontano e sconosciuto, la loro difficoltà nel cambio di lingua e nell’incontro con una cultura diversa da quella del paesino d’origine, da cui erano stati costretti a “sradicarsi”».

Ha parlato di solidarietà e d’impegno per lasciare in eredità una vita dignitosa a figli e nipoti.

Quelli da lei esposti con semplicità e convinzione sono grandi valori umani degni d’essere proposti all’imitazione delle «generazioni contemporanee, testimoni dell’esodo di milioni di attuali emigranti che provengono da paesi lontani».

Dispiace che i due registi non abbiano ritenuto necessario soddisfare la curiosità degli spettatori mostrando alla fine del film il grande murale nel suo complesso e nei particolari.

Grande interesse ha suscitato il PANORAMA / DIRITTI D’ASILO sui «Rifugiati: coloro che, temendo a ragione d’essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trovano fuori del Paese d’origine di cui sono cittadini e non possono o non vogliono, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese». 

THE REGUGEES OF THE PLANET di Hélène Choquette e Jean-Phlippe Duval, Canada/Francia 2006) ha messo in evidenza una categoria di persone rifugiate non per motivi ideologici e politici, ma per cause ambientali derivate dalla natura, come lo tsumani, i terremoti e le inondazioni, ma anche provocati dall’uomo. La «forsennata» ricerca di pozzi di petrolio e di giacimenti di gas naturali chimicamente venefici, realizzati da potenti organizzazioni internazionali, sono causa di pericolose malattie di «milioni di famiglie costrette, in Brasile, a vendere case e fattorie per rifugiarsi altrove affrontando il futuro ignoto con la consapevolezza di essere sfruttati». Le coltivazioni delle immense praterie vengono sostituite da sterminate piantagioni di eucalipto, da cui ricavare la cellulosa: il 95 % della carta prodotta è destinata a rotoli per uso igienico, esportati in tutto il mondo.

Le due categorie di sfruttati comprendono a tutt’oggi «20,8 milioni di persone nel mondo. Attualmente in Italia i rifugiati sono oltre 20mila, quasi 1,5 milioni nei 25 paesi dell’Unione Europea. La maggior parte di loro sono donne e bambini».  

Sorprende lo stato d’animo degli intervistati: non sono in preda alla disperazione; si dimostrano riconoscenti verso i governi che li hanno accettati e rimangono in fiduciosa attesa del riconoscimento del loro stato giuridico. Intanto cercano di apprendere i rudimenti della lingua del Paese che li ospita e si dicono disposti ad accettare qualsiasi impiego e di dedicarsi a qualunque attività e lavoro per mantenere la famiglia lontana.

EQUAL VOICES di Vittoria Castagneto, Italia 2007; LA PIAZZA È CHIUSAdi EdoardoWinspeare, prodotto dalla Caritas diocesana di Roma nel 2007; LEI NON SA CHI SONO IOdi Barbara Locampo, Italia 2006, sono una positiva testimonianza dell’interesse umano e cristiano di molteplici organizzazioni che s’impegnano a rendere meno difficoltosi e dolorosi l’arrivo e la permanenza in una nazione straniera a persone costrette da circostanze indipendenti dalla loro volontà a trasferirsi altrove chiedendo d’essere riconosciuti come rifugiati politici e/o ambientali.

Ottima s’è dimostrata l’iniziativa BURKINA FASO, PROTEZIONE DELL’AMBIENTE E RICICLAGGIOdi Damien Riunaud Svizzera 2006, sponsorizzata anche dal comune di Torino, del recupero e riciclaggio degli oggetti di plastica abbandonati tra i rifiuti urbani e dispersi dal vento per le strade delle città e nelle campagne circostanti. Gli effetti dannosi circa la salute degli uomini e la vita degli animali, che all’aperto la ingoiano insieme all’erba, costituiscono un grave problema, che il governo ha iniziato a risolvere con il sostegno degli sponsor internazionali. Donne indigene raccolgono la plastica, la selezionano, la riducono in granuli servendosi di moderni macchinari forniti dall’Europa, e infine li vendono alle industrie locali come materia prima per produrre nuovi oggetti di plastica. L’iniziativa ha dato e continua a dare lavoro a parecchie famiglie povere africane di Ouagadougou e contribuisce a favorire, mediante la pubblicità nelle scuole, a diffondere l’educazione ecologica tra le nuove generazioni.

 La salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo s’è fatta talmente urgente e la sua portata è talmente grave che anche l’autorità politica la definisce «dovere morale».

 


RSSFacebookGoogleYoutubeSkypeEmail

Iscriviti alla newsletter
sarai aggiornato sulle nostre attività
Nome
E-mail

È il momento del
5 per millle... sostienici!!!

C.F. 02447530581


SPECIALE ASTA
Vendiamo all'asta
due fantastici cimeli della
storia del cinema.

Un'occasione imperdibile per tutti gli appassionati e i collezionisti


"La moviola"
"La poltrona di Fellini"

   
   
    Direzione: Via Giolitti 208, 00185 Roma (RM) - Tel e Fax 06/7027212
Redazione e Amministrazione: Via XX Settembre 79, 19121 La Spezia (SP) - Tel e Fax 0187/778147
C.F. 02447530581 - email: ciscs@edav.it