PUR SALVANDO LA BUONA FEDE...G8 e cristiani
di LUIGI ZAFFAGNINI
Edav N: 292 - 2001
Original Message ----
From: Giorgio Gatta
To: Giorgio Gatta
Sent Sundy, July 22, 2001 2:21 PM
Con gli avvenimenti di stanotte la situazione sta assumendo dei contorni drammatici che va oltre il limite di tempo che mi ero dato per tenervi costantemente aggiornato sulle manifestazioni di genova sul g8.
Chi volesse essere sganciato momentaneamente dalla lista me lo comunichi che io provvedero’ da subito a farlo.
Quello che sta avvenendo: l’irruzione violenta della polizia e’ sconvolgente per uno stato di diritto come il nostro.
Dalle notizie dirette che ho su genova al momento vi posso dire che si e’ trattato di un atto di violenza inaudito da parte delle forze dell’ordine sulle persone presenti nel dormitorio della sede del gsf.
Da questo momento su questa lista sara’ possibile avere un aggiornamento su tutti i risvolti di questa vicenda e continuare quindi ad avere un occhio vigile su quello che sta accadendo.
e-mail: ggatta@racine.ra.itA1 responsabile di “Pax Christi” Faenza.
Questo messaggio provoca la reazione irritata del prof. Luigi Zaffagnini, che volentieri pubblichiamo.
È venuto il momento di fare chiarezza, soprattutto per chi utilizza nella propria sigla il nome di Cristo.
C’è da rabbrividire a pensare che si scrive «Pax Christi» e si invita a marciare in massa in manifestazioni degne dei regimi piú spersonalizzati e totalitari.
Quali religiosi e quali credenti? Se non si è capaci di distinguere tra ideologia (compresa quella della violenza) e carità, allora vuol dire che il modo di rapportarsi al Vangelo è un fatto puramente emozionale e sociologico, che non si rafforza minimamente con gli strumenti del discernimento logico del bene dal male.
Chiunque credesse veramente che l’opzione è quella di stare dalla parte dei poveri, non avrebbe dovuto nemmeno mettere piede a Genova o puntare sugli assembramenti di piazza.
Già ai tempi di Gesú era ben chiaro che chi interpretava il suo ruolo in chiave politica e rivoluzionaria (come gli Zeloti) era incappato in un macroscopico errore di prospettiva spirituale oltre che politica.
Come si fa a essere cosí poveri di spirito (non in senso evangelico) da credere che la quantità, il numero, la presenza fisica confusa tra migliaia siano esempi di testimonianza! Solo chi è schiavo della mentalità massmediale può pensare che queste siano cose che servono ai poveri del mondo solo perché la televisione ne parla.
Dopo tutto quello che si è appreso su Genova appare ancora piú evidente che occorreva valutare almeno un po’ intelligentemente che non era il caso di offrire copertura di fatto e di diritto a una marea di violenti.
Possibile che non si capisca che ogni manifestazione di massa, oggi, da un concerto, a una partita, a un corteo è un potenziale innesco di irrazionalismo, che esploderà prima o poi, soprattutto dopo che i massmedia con al seguito i soliti politici d’avventura soffiano sul fuoco dell’ambiguità, prima denunciando la blindatura di una città e poi accusando di insufficienza il dispositivo di sicurezza. Assai poco credibile è combattere la globalizzazione con strumenti altrettanto globalizzanti come il raduno di folle oceaniche, che obbediscono a poche parole d’ordine e si mobilitano emotivamente pensando di fare davvero qualcosa per i poveri partecipando a una sfilata in cui non pochi spaccano, incendiano e tentano di far apparire legittimo il linciaggio delle forze dell’ordine, poiché il G8 viene definito illegittimo.
Prendere le distanze da questi fatti di piazza con comunicati stampa come quello di Pax Christi del 20/7 delle ore 15.50 dalla manifestazione è tanto ridicolo quanto patetico, soprattutto dopo che si è continuata per giorni una campagna di sollecitazione anti-G8 che ha coinvolto tantissimi giovani. Chi ha la responsabilità di aver spinto tanti giovani? Magari con l’allettamento di Manu Chao, altro idolo massmediale, che vorremmo vedere sacrificare un po’ dei suoi introiti (come pure Jovanotti e Bono) a beneficio dei poveri. Provate a chiedervelo e a chiedervi, caso mai, se qualche ombra di responsabilità si stenda anche su sigle cosiddette pacifiste. ln proposito andiamo a risentire tutte le interviste dei leaders nelle settimane precedenti il G8 che promettevano assalti alla zona rossa e andiamo a rivedere i preparativi di violazione, quando non di violenza annunciata, mostrati in tanti servizi televisivi, dove apparivano ragazzi (non Black Block, si badi bene!) bardati e armati come gladiatori.
Ma ci sono altre domande cui dovreste dare una risposta convincente. Prime fra tutte quelle che riguardano i conti. Oltre a fare quelli di quanto è costato il G8 in nome di un pauperismo di bandiera, come si fa di solito in questi casi, bisogna chiedersi altro!
Quanti sono i danni? 100 miliardi, sembra a una prima stima affrettata.
Quanto è costato per tanta gente andare a Genova. Facciamo solo una cifra irrisoria 30.000 lire a testa. Totale x 250.000 persone = 750 milioni.
Quanto è costato organizzare l’anti G8? Centinaia di milioni, come minimo. (Da dove vengono?)
Quanto è costato mantenere il dispositivo di sicurezza?
Quanto hanno consumato i manifestanti per la tre giorni avventurosa?
Quanto costerà ripulire la città fisicamente dalla scia di cartacce e rottami, frutto della «educazione» dei manifestanti (quelli cosiddetti buoni), tutti tesi al rispetto e al pacifismo?
Quanto costerà in termini psicologici e di immagine, alle associazioni di volontariato, il fatto che i manifestanti di Genova si siano arrogati la «difesa» dei poveri in questo modo?
Quanti pozzi si sarebbero potuti scavare nel terzo mondo? Quanti aiuti sanitari? Quante scuole? Quante adozioni a distanza?
La provvidenza di Dio attraverso gli uomini di buona volontà, che fanno meno manifestazioni massmediali e un po’ piú di carità.
Tanto vi era dovuto per una autentica riflessione sulla pace fondata sulla verità e giustizia.Luigi Zaffagnini