YI NGOI (Accident)
Regia: Soi Cheang
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: YI NGOI
Titolo originale: YI NGOI
Cast: regia: Cheang Pou-Soi sogg. e scenegg.: Szeto Kam-Yuen, Tang Lik-Kei fotogr.: Fung Yuen Man mus.: Xavier Jamaux mont.: David M. Richardson cost. e scenogr.: Stanley Cheung Silver Cheung interpr.: Louis Koo (Brain), Richie Ren (Fong), Shui-Fan Fung, Michelle Ye, Suet Lam, Monica Mik durata: 89 colore - produz.: Johnnie To per Milky Way Image Company, Media Asia Films origine: HONG KONG 2009 distrib. internaz.: Media Asia Distribution
Sceneggiatura: Szeto Kam-Yuen, Tang Lik-Kei
Nazione: HONG KONG-CINA
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Concorso
È la storia di una strampalata banda di killer che organizzano omicidi a pagamento facendoli sembrare degli “incidenti”; i componenti sono: il capo detto “Mente” e i tre aiutanti, “Trippa”, “Zio” e “Donna”. La tecnica della banda è quella di intrappolare le vittime in incidenti ben congegnati in modo che l’evento risulti fortuito alle indagini che seguono; incontriamo i quattro in azione nel primo “incidente” – l’uccisione di un boss della “triade”, la mafia cinese – e in un secondo evento si ha la prima incrinatura della struttura: uno dei killer – il nominato “Trippa” – rimane ucciso in un apparente incidente d’auto, durante il quale un autobus di linea perde il controllo e lo investe.
“Mente” sospetta che a lato della incidentalità dell’evento ci sia un piano ben organizzato e piano piano si convince che il tutto sia stato intenzionale e che da qualche parte ci sia qualcuno che complotta per assassinare lui e la sua banda.
Per caso viene a scoprire che un funzionario della compagnia di assicurazioni, tale Fong, sembra interessato alle sue attività e comincia una sorveglianza maniacale nei confronti dell’individuo, mettendogli sotto controllo ogni parte della sua abitazione, sotto la quale ha affittato un appartamento che diventa il quartier generale della sorveglianza.
Nel frattempo un altro componente della banda – lo “zio” – viene a mancare, prima perché palesemente in preda a demenza senile e poi perché cade da una finestra (si è lanciato o l’hanno gettato?); “mente” continua nella sua ossessione di sorveglianza verso il funzionario delle assicurazioni diventato ormai l’unico sospettato delle morti.
Una nuova “missione” fallisce per pura casualità, ma “mente” imputa il tutto ai nemici esterni e, in particolare a “donna”, ultimo residuo della banda: l’attirerà in un tranello dentro un garage e la farà morire con uno dei trucchi che venivano usati per le vittime “a pagamento”.
Rimane così il duello finale tra “mente” e il presunto organizzatore degli attentati: il duello finirà con la morte della moglie dell’assicuratore, alla quale verrà riservato lo stesso trattamento subito dalla consorte di “mente”; il film ovviamente non ci fornisce alcuna “verità” circa quest’ultimo incidente.
Il film è girato con cura e con attenzione alla qualità delle riprese e con buona interpretazione di tutto il cast, ma è comunque solo un’opera di vicenda che si distingue unicamente nel parallelismo tra la paranoia nella quale cade il giovane “mente” dopo l’incidente della moglie, situazione mentale che cerca di sfogare nella sua nuova attività di killer, ma in particolare nella lotta con Fong, identificato – solo sotto il profilo mentale – come responsabile dell’incidente nella quale è perita l’adorata consorte.
E sarà solo la vittoria della “mente” in questo ultimo duello che potrà ridare la sanità mentale a “mente”; ovviamente il film non ci dice se effettivamente questo avverrà.
Il film è poca cosa e si fa notare soprattutto per le incongruenze che pullulano nella vicenda: la prima e forse la più macroscopica è la composizione della banda, così efficiente in questa opera di killeraggio e la domanda che ci deve sorgere spontanea: ma come fa “mente” a organizzare questi falsi incidenti avvalendosi di tre complici che tutto sembrano meno che dei tecnici raffinati dell’omicidio; “trippa”, colui che muore nel primo incidente, è un grassone che viaggia su una bicicletta sgangherata e che non ha certo l’immagine che il ruolo richiederebbe; “zio”, che poi perirà con il famoso lancio dalla finestra, è chiaramente sotto cure psichiatriche per una demenza senile in stato avanzatissimo e, infatti, nei due “incidenti” ai quali partecipa, si dimentica di svolgere la sua parte e crea solo confusione. Ora, c’è da chiedersi il motivo per cui l’autore – di contro a “mente”, giovane di bell’aspetto e dalla personalità lucida ed efficiente – pone questi due personaggi chiaramente inadeguati al ruolo di efficienza richiesto dal ruolo.
L’unica risposta è che l’autore abbia anche voluto un po’ scherzarci sopra e questo credo che sia quello che dovremmo fare anche noi, se non vogliamo guastarci il fegato nell’assistere durante una Mostra Internazionale del Cinema, ad un film di tale infimo livello. (Franco Sestini)