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UNA SOLUZIONE RAZIONALE



Regia: Jörgen Bergmark
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: UNA SOLUZIONE RAZIONALE
Titolo originale: DET ENDA RATIONELLA
Cast: durata: 104’
Nazione: SVEZIA
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Settimana della critica

La vicenda. In una cittadina industriale della Svezia vivono Erland e May, una coppia di mezza età che sembra andare d’amore e d’accordo. Lui lavora in una cartiera, lei insegna musica in una scuola locale. Durante il tempo libero i due tengono dei seminari di discussione sui problemi matrimoniali nella chiesa pentecostale. Erland aiuta anche un suo amico che lavora nella sua stessa fabbrica, Sven-Erik, ad uscire da una crisi depressiva che avrebbe potuto essergli fatale. Ma proprio in occasione dei festeggiamenti per la sua guarigione, Erland viene a conoscenza di Karin, la moglie di Sven. È il classico colpo di fulmine. I due si sentono prepotentemente attratti l’uno dall’altro e si lasciano travolgere dalla passione. Ma poi, “razionalmente”, decidono di confessare ai rispettivi partner la verità. I quattro si trovano insieme per cercare una “soluzione razionale” a questa strana situazione che si è venuta a creare. Erland ha un’idea: si potrebbe vivere tutti e quattro assieme, con la massima trasparenza e senza infingimenti, fino a quando la passione amorosa tra Erland e Karin finirà. Naturalmente è necessario fissare una serie di “regole precise” da rispettare che possano garantire la riuscita dell’esperimento ed organizzarsi di conseguenza.

 

Opera prima del regista Jörgen Bergmark, nato nel 1964, il film indaga, con uno stile che oscilla tra i toni drammatici e quelli ironici o addirittura ilari, sull’amore coniugale (una sorta di Scene da un matrimonio) e sui problemi che, anche ad una certa età, possono nascere ed esplodere all’interno del rapporto di coppia. 

La struttura filmica mette così gradualmente in risalto la contrapposizione che esiste tra i princîpi e la realtà. Le riunioni in chiesa sono tutte improntate all’affermazione di certi princîpi certamente importanti come punti di riferimento: l’amore è come un “muscolo” che deve essere tenuto sempre in allenamento (anche se qualcuno obietta che l’affermazione è assi poco romantica); l’innamoramento è qualcosa che va superato e la cosiddetta scintilla d’amore è quanto mai caduca e inconsistente; è necessario che l’amore cresca fino a superare i condizionamenti dell’attrazione fisica. Ma, alla prova dei fatti, questi princîpi non sempre reggono. Anche le parole del pastore che ad un certo punto interviene per dire la sua sono affermazioni di principio che non incidono sulla realtà. Ed è proprio sulla base di questi princîpi che viene messa in essere quella che si ritiene una “soluzione razionale”: visto che la passione e il desiderio sono destinati a finire, tanto vale far finta di niente ed aspettare che tutto si risolva così, quasi automaticamente. Ma la realtà va per conto suo e trascina i protagonisti in un vortice che rischia di travolgerli in modo tragico. Significativa l’affermazione di Sven che afferma di sentirsi «spaccato in due», così come importanti sono le immagini della tagliatrice che, emblematicamente, continua a tagliare in due i rotoli di carta e che per poco non taglia in due lo stesso Sven. Si può pertanto affermare che la soluzione scelta (o imposta) da Erland ha poco di razionale, perché non tiene conto della realtà. Ne è una riprova l’abisso tragicomico cui vanno incontro i protagonisti. La vera soluzione razionale è quella che nel finale viene da May: la donna, ferita nel suo orgoglio, riesce però ad essere lucida e ricca di buon senso. Prende atto della realtà e, senza rinnegare il passato, senza acrimonia, anzi, con molto affetto nei confronti del marito, gli augura tanta felicità e ritorna al suo lavoro serenamente, con lo sguardo rivolto verso il futuro. (Olinto Brugnoli)

Il racconto inizia con alcune immagini che hanno una funzione prolettica e ci introducono in medias res: i quattro sono seduti attorno ad un tavolo e stanno discutendo su come trovare una soluzione razionale ai loro problemi. Inizia poi un grosso flashback che spiega come si è arrivati a quel punto. Si ritorna alle immagini iniziali per mettere poi in risalto le conseguenze delle loro scelte, fino al crollo definitivo. Infine il grosso blocco narrativo finale che rappresenta la conclusione e determina il significato di tutto il film. La scena ripetuta dei quattro che discutono su come risolvere il problema viene così ad acquistare un grosso peso strutturale, sottolineato anche da una panoramica a 360° e dal titolo del film che assume un significato chiaramente problematico ed ironico al tempo stesso. Che cosa s’intende, infatti, per “razionale”? Ed è proprio vero che tutto ciò che è reale è anche razionale? Non esistono forse delle cose nella vita che di razionale hanno ben poco, come per esempio le pulsioni, le passioni, i sentimenti più profondi?

Poi ritorna ad insegnare musica con l’animo rasserenato, mentre Sven si allontana da solo in mare con una barca (anche lui liberato dall’angoscia) e mentre Erland e Karin restano da soli nella casa a consumare la loro passione. Finché durerà.

Alla fine sarà May a risolvere la situazione: con lucidità, fermezza e grande dignità fa una sorta di dichiarazione d’amore al proprio marito, gli augura tanta felicità, sperando che anche per lei si presenti l’occasione di trovare un nuovo amore.

May se ne va da casa; Sven tenta un drammatico suicidio (sventato in extremis grazie al suo mal di schiena).

 


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