WAHED-SEFR (ONE-ZERO)
Regia: Abou Zekri Kamia
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: WAHED-SEFR (ONE-ZERO)
Titolo originale: WAHED-SEFR
Nazione: EGITTO
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Orizzonti
Il film è smaccatamente politico. Tutto quello che vediamo ed ascoltiamo si riferisce al paese della regista, l’Egitto. Nessuna particolare allusione ad altre nazioni, ma gli intricatissimi e difficilissimi problemi sociali interpretati dai personaggi non sono semplicemente egiziani; essi sono mondiali. Tutti dipendono per nella loro risoluzione da cause globali. Tradizioni ataviche, arretratezza di leggi mai aggiornate, istituzioni tabù intangibili, dominio della burocrazia senza alcun riguardo dei cittadini, disinteresse umano verso chi non riesce a far valere i propri sacrosanti diritti, strapotere di chi detiene il potere, onnipotenza dei soldi, di fronte ai quali tutti s’inchinano adoranti.
Le storie raccontate dal film sono intrecciate in modo da costituire un CORO DI PROTESTA gridato…al vento! C’è chi è responsabile di smerciare tubetti di pomate ‘miracolose’ d’importazione, che in realtà rovinano il volto di chi ne fa uso “(ma se non le vendo, come posso vivere?”); chi s’industria di far soldi ‘servendo’ i gestori della televisione di stato; chi s’adatta ben volentieri a passare per la ‘’nuova diva’ nazionale”, pur essendo ben consapevole dei propri limiti, ed inchinandosi a ‘’servizi personali’’ verso chi la mantiene arricchendo con la fama da lei raggiunta; chi rubacchia e riesce ad ammucchiare denaro sporco; chi approfitta della posizione occupata, qualche poliziotto ad esempio, per corrompere coloro che non si possono difendere.
Il pregio del film è duplice: anzitutto l’entusiasmo, che coincide spesso con l’evidente professionalità, degli interpreti, tra i quali si distinguono, chi lo direbbe conoscendo il paese nel quale è ambientato il film?, le donne velate e svelate! Un merito particolare l’ha guadagnato l’autore del montaggio: i ‘fili’ di quest’ultimo fittamente intrecciati sono sempre chiaramente individuabili e riconoscibili. Non mancano ‘colossali’ ingenuità, che, proprio per la loro presenza esagerata, sono volontarie e per ciò stesso semiologiche, poiché con esse la regista intende sottolineare e criticare fino a quale punto arrivi l’illegalità nel suo paese, evidenziando così i problemi che l’affliggono.
Il film è, per così dire, ‘incluso’ tra l’attesa d’una partita di calcio, il suo svolgimento e la felice vittoria conseguita dalla squadra nazionale egiziana nella finale del campionato africano. “Questi sono tutti egiziani!” commenta l’ultima voce f.c che chiude lo spettacolo sulla visione della innumerevole folla ‘impazzita’ dalla gioia. La partita è stata vinta ma i problemi sociali …non si possono vincere!
Film politico, dunque, (‘gridato’ emblematicamente al massimo volume dagli interpreti per far valere le loro opinioni e attribuire importanza ai rispettivi problemi personali), con finale superficialmente gioiosa, sportivamente positiva, ma sostanzialmente pessimistica.
Gli applausi degli spettatori rivolti dopo la proiezione alla regista ed agli interpreti presenti in sala, una volta tanto non sono stati di convenienza ma ben meritati. (Adelio Cola)