FRANCIA
Regia: Israel Adrian Caetano
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: FRANCIA
Titolo originale: FRANCIA
Nazione: ISRAELE
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Giornate degli Autori
La nazione del titolo è nominata in una delle numerose (troppe!) didascalie del film, che ripropongono testi (‘stampati’) con voce off, e decantano la Francia come il paese lontano irraggiungibile, quello forse dei sogni, dove tutto funziona. I personaggi principale del film sono tre, due coniugi male assortiti e la loro figlioletta di 12 anni. Questa frequenta una scuola privata, dove spesso i responsabili lamentano la sua irrequietezza che si manifesta in piccole ma significative illegalità. In famiglia svolge i compiti assegnatile ma sempre ‘distratta’ con la cuffia della musica incollata agli orecchi. Anche lei, con o separatamente dai genitori, è ricevuta dallo psicologo, il quale “non trova la soluzione’’ alle difficoltà famigliari. Che i genitori non si capiscano e non vadano d’accordo, lo vede e ne soffre, pur sentendosi incapace di collaborare al mantenimento d’una pace che non dipende da lei. Quando essi arrivano ad offendersi e ad urlare le loro ragioni l’uno contro l’altra, lei si chiude in se stessa. Come andrà a finire si può prevedere. La separazione non può essere lontana. Nella finale del film vediamo i due vestiti a festa che accompagnano la figlia, agghindata e felice, dopo aver abbandonato la scuola che ‘’non le piaceva’’, entra nella nuova struttura scolastica, quella pubblica. L’insegnante fa l’appello delle ragazze presenti. La nostra, come avevano fatto le compagne, si alza in piedi e risponde con sicurezza ‘’presente!’’; guarda in macchina e saluta gli spettatore con la sua immagine fissa.
Nessuna novità nel racconto cinematografico, se non qualche indovinata buona inquadratura. Il problema della famiglia in crisi è talmente sfruttato e abusato dai cineasti, che difficilmente può presentare impostazioni e soluzioni nuove. Da quanto mostra il nostro, gli altri, la società cioè, non c’entra tra gli ‘ingredienti’ cinematografici che generano o almeno favoriscono l’incomprensione dei coniugi compromettendone il dialogo e la serena convivenza. E allora da che cosa dipende ciò che succede, soltanto dal fatto della loro diversità, della incapacità di tollerare difetti e ‘spigolosi’ caratteri differenti reciprocamente diventati intollerabili? Forse. E’ certo che le scelte sentimentali ‘altre’/alternative non compensano e non riempiono i dolorosi ‘vuoti’. Che i figli siano coloro che ne soffrono particolarmente lo sapevamo…da sempre.
Recitazione talvolta nervosa, spesso lenta con macchina da presa immobile di fronte ai personaggi, che non dimostrano qualità artistiche eccezionali. La bambina è sempre…bambina e non si atteggia mai sullo schermo da ‘divetta’ impertinente e capricciosa. Nelle foto in sala dopo il film è leggermente ‘sussuegosa’.
Regista ed interpreti presenti, precedentemente al film presentati come ‘fenomeni’, vengono osannati dai pochi spettatori e ripetutamente assediati dai giornalisti fotografi.(Adelio Cola)