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A SINGLE MAN



Regia: Tom Ford
Lettura del film di: Andrea Fagioli
Edav N: 373 - 2009
Titolo del film: A SINGLE MAN
Titolo originale: A SINGLE MAN
Cast: regia: Tom Ford - sogg.: Cristopher Isherwood, tratto dal suo omonimo romanzo - scenegg.: Tom Ford e David Scearce - fotogr.: Eduard Grau - mus.: Abel Korzeniowski - mont.: Joan Sobel - scenogr.: Dan Bishop - cost.: Arianne Phillips - interpr.: Colin Firth (George), Julianne Moore (Charlotte), Matthew Goode (Jim), Ginnifer Goodwin (Sig.ra Strunk),Nicholas Hoult (Kenny), Paulette Lamori (Alva), Keri Lynn Pratt (Segretaria di George), Ryan Simpkins (Jennifer Strunk), Teddy Sears (Sig. Strunk), Nicole Steinwedell (Doris), Paul Butler (Cristopher Strunk), Brent Gorski (Walter), Adam Shapiro (Myron Hirsch), Adam Gray-Hayward (Russ), Aaron Sanders (Tom Strunk), Marlene Martinez (Maria) - durata: 99’ - colore - produz.: Artina Films, Depth Of Field, Fade To Black Productions - origine: USA, 2009
Sceneggiatura: Tom Ford e David Scearce
Nazione: USA
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Concorso
Premi: Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (a Colin Firth) alla 66ma Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica di Venezia

È la storia, ambientata a Los Angeles nel 1962 all’apice della crisi statunitense con Cuba, di George Falconer, cinquantaduenne professore universitario, che cerca di trovare un significato alla propria esistenza dopo la morte del compagno di lunga data, Jim. Non riuscendovi, decide di suicidarsi. Rinuncerà al suo tragico intento grazie all’intervento di un suo studente, ma rimarrà, nella stessa notte, vittima di un infarto.

Il film, che inizia con l’immagine di un corpo maschile nudo nell’acqua, ci propone l’intera ultima giornata di vita di George, a partire dal sogno che ne provoca il brusco risveglio, ovvero l’immagine del cadavere di Jim (in mezzo alla neve vittima di un incidente stradale) sul quale George si china per baciarlo sulla bocca. Con queste prime immagini (il corpo maschile nudo e il bacio tra i due uomini) il regista fa capire che siamo di fronte a una storia omosessuale.
Di George, come detto, ci viene raccontata la sua ultima giornata: il brusco risveglio, la doccia, la colazione, il viaggio verso il luogo di lavoro, la lezione all’università, il colloquio con Kenny (suo studente), il ritorno a casa (preceduto dall’incontro casuale con un giovane spagnolo), la preparazione del suicidio, la serata con l’amica Charley, il tentativo di suicidio (rimandato per andare a comprare whisky), il secondo incontro con Kenny, la rinuncia al suicidio e la morte per infarto. Il tutto intervallato da flash-back che ripropongono i momenti più felici dei 16 anni passati con Jim.
La giornata è segnata dagli orologi che compaiono in alcune inquadrature per scandire la giornata fino all’orologio da polso di George che significativamente si ferma dopo l’incontro serale con Kenny e dopo aver accettato, in una sorta di sfida, un’improvvisata nuotata notturna in mare. Un altro orologio (per l’esattezza la sveglia sul comodino) tornerà in scena solo al momento della morte di George intorno alle 3 di notte.
Di George, il regista ci presenta l’eleganza, la raffinatezza dei modi e la meticolosità in ogni particolare (quasi paranoica la preparazione del suicidio con tanto di indicazione per il tipo di nodo alla cravatta da fare). Ma ci presenta anche la profondità dell’uomo e la fedeltà a quello che sembrava ormai essere diventato l’unico amore della sua vita (da qui l’ipotesi che il titolo, A SINGLE MAN, possa essere interpretato come UN SOLO UOMO oltre che UN UOMO SOLO). Non è un caso che George rifiuta l’amore occasionale del ragazzo spagnolo e anche quello dell’amica Charley con la quale, da giovane, aveva avuto una relazione prima di scoprire, come lui stesso dice, di innamorarsi solo degli uomini.
Da notare, in funzione espressiva, l’uso del colore, più che altro dei toni, per indicare i momenti felici e i momenti grigi: quando George è con Jim, o con Kenny o con il ragazzo spagnolo i colori sono sempre più accesi (da ricordare anche il dialogo a proposito dei colori di un tempera matite che lo studente regala al professore). 

George, dunque, si sofferma sul passato e non riesce a immaginare il proprio futuro. Ma in questa giornata in cui lo seguiamo, una serie di eventi e soprattutto di incontri lo porteranno a decidere che la sua vita ha un significato anche dopo la morte di Jim. Determinante è Kenny, che non è omosessuale, anche se il regista gioca un po’ sull’equivoco (nonostante l’ammissione che abbia rapporti sessuali con una compagna d’università). Kenny sente soprattutto di avere uno spirito affine con il suo professore. E sarà propria questa affinità a far tornare George sui propri passi e a riporre la pistola che Kenny, prudentemente, aveva tolto al professore. A quel punto George è sereno. Morirà lo stesso, ma per cause naturali. E non prima di aver sognato, nel momento di agonia, l’arrivo di Jim che a sua volta, in questo caso, si chinerà a baciare l’amico morente.

L’incontro con Kenny diventa dunque determinante, a significare che nella vita possono essere importanti, per non dire fondamentali, alcuni di quei momenti che all’apparenza sembrano insignificanti. Nella vita di George, l’incontro e la sintonia con Kenny va ben oltre l’importanza degli avvenimenti esterni che comprendono persino la minaccia di una guerra atomica dopo la famosa crisi dei missili cubani.
Gli incontri, il rapporto con le persone, l’amore... travalicano tutto. E questo è il messaggio positivo del film. Resta invece il discorso dell’omosessualità.

Sebbene l’eroe della storia sia gay, il regista Tom Ford fa notare che il film trascende la sessualità: “il film – dice – si incentra su perdita e solitudine. Sarebbe la stessa storia se fosse stata la moglie di George, invece del suo compagno, a morire. Si tratta di una storia d’amore e di un uomo alla ricerca del significato della propria vita. E’ un tema universale”. E qui invece sta il problema: proprio perché Ford ci presenta questa storia d’amore omosessuale come una storia non solo normalissima, ma addirittura bellissima, segnata da una fedeltà che non ha nulla a che vedere con le storie eterosessuali del film (vedi ad esempio l’amica Charley piantata dal marito dopo appena nove anni). C’è inoltre la naturalezza e la bellezza del nudo maschile sul quale il regista indugia a più riprese: l’immagine iniziale rammentata (che poi ritorno), la foto di Jim, ma anche gli studenti che giocano a tennis a torso nudo e infine Kenny che per ben due volte (sulla spiaggia e in casa) si spoglia di fronte a George. Immagini, che insieme alla storia, danno luogo a idee inavvertite sulla positività dell’amore omosessuale che, per tanti motivi, non possiamo condividere.

 


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