Esercizio di LETTURA STRUTTURALE col film PELHAM 1-2-3: OSTAGGI IN METROPOLITANA
Regia: JOSEPH SARGENT
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: IL COLPO DELLA METROPOLITANA
Titolo originale: THE TAKING OF PELHAM ONE TWO THREE
Cast: interpr. princ.: Walter Matthau (Tenente Zachary “Z“ Garber), Robert Shaw (Mr. Blu, Bernanrd Ryder), Martin Balsam ( Harold Longman) – produz.:PALOMAR PICTURES CORPORATION, PALLADIUM PRODUCTIONS – distrib.: UNITED ARTISTS - WARNER HOME VIDEO, MGM HOME ENTERTAINMENT (GLI SCUDI)
Sceneggiatura: Peter Stone
Nazione: USA
Anno: 1974
Chiavi tematiche: sequestro rapimento ostaggi
Fino a quale età è lecito “giocare’’ nella vita? Dipende da molte circostanze, anche dal gioco.
Ce n’è uno che può tentare chiunque, senza la certezza di sufficiente riuscita: quello di lasciarsi coinvolgere, ad esempio, dalla visione d’un film …come spettatori adolescenti d’un tempo.
E’ possibile? Vogliamo provare.
Quello del titolo, chi l’ha visto (l’anacoluto ci vuole!) m’ha detto che è “un film per ragazzi”. Ho scelto di vederlo anch’io, ho voluto entrare nel gioco, almeno questa volta.
Mi sono mescolato con un gruppetto di cinque sei ragazzi, scuola media o poco più, e sono entrato con loro in sala di proiezione. E lì il gioco è cominciato.
Grandi risate in attesa dell’inizio da parte d’uno che diceva d’avere sentito da un amico che il film era un “balosso d’un giallo” ma “bello”. Vedremo. Gli altri a gridolini, trattenuti a fatica davanti a spettatori ‘matusa’, a insistere che l’altro l’aveva preso in giro. La luce si spegne e il film comincia.
Voglio partecipare alle emozioni che cercherò di sperimentare con buona volontà ‘’ingenua’’, anche osservando da vicino le reazioni dei giovanissimi amici. Accettatele, lettori, con beneficio d’inventario: anzitutto perché non esiste uno spettatore ‘uguale’ ad un altro, e poi perché il mio gioco consisterà spesso nell’interpretare il modo di assistere e di reagire alle proposte dello schermo da parte dei ragazzi.
Ho voluto giocare ‘lealmente’: non so nulla circa il contenuto del film. Gioco ‘indifeso’ e l’avversario parte in vantaggio.
Mentre vedo e ascolto il film, aggiungo tra parentesi, *( con carattere diverso da quello usato per ricordare le immagini del regista*), le mosse, per così dire, del gioco.
“Ssss…sss!”, fa qualche adulto verso i ragazzi.
Con le prime inquadrature, nervose e rapidissime, il regista ci sprofonda immediatamente undergraund. La metro n 1-23 di New York deve arrestarsi: c’è, inaspettato e indesiderato “il semaforo rosso”. Il regista ferma l’occhio della cinepresa su un uomo barbuto dall’aspetto poco rassicurante, che attende in piedi sulla panchina d’attesa l’arresto del treno. STOP.*(Una bomba?)* Il tizio minaccia con la pistola il guidatore. Dentro ci sono i complici. Si riparte. Nessuno tra i passeggeri saliti e scesi si è accorto di nulla. Capolinea: nessuno può uscire. In sala controllo dei treni non ci si rende conto del motivo dell’arresto e si aspetta la spiegazione con preoccupazione. Le vetture del treno, sganciate dal locomotore, ripartono in senso contrario mentre la carrozza motrice, dove sono fermi i passeggeri, ormai ostaggi sotto la minaccia delle pistole dei sequestratori, rimane ferma sui binari. Le porte sono bloccate. La sala controllo dei treni interrompe il traffico. *(Cominciamo bene!)*
PRIMA PARTE: MINACCIA E RICATTO
Un giovane poliziotto interviene inutilmente e deve starsene da parte ‘tranquillo’, se non vuole rimetterci la pelle!. Tutti i passeggeri sono obbligati a sdraiarsi sul pavimento del treno, minacciati dalle pistole dei malviventi. Sul treno vediamo molti complici di quello che sembra il capo. Una anziana negra, addetta alla sorveglianza *(ha il distintivo)* è fatta uscire *(non è chiaro se dovrà fare da portavoce delle richieste dei banditi… Abbiamo l’impressione che gli ostaggi ‘recitino’: sono muti e senza mimica e li vediamo incredibilmente ‘’tranquilli’!)* Lunghe tergiversazioni in sala controllo dei treni per guadagnare tempo. RICHIESTA dei banditi: esigono subito 10 milioni di dollari “altrimenti qualche ostaggio pagherà con la vita!”…*(Nessuna novità, finora, nel film con tinte gialle tradizionali)*..D’ora in poi, per dichiarazione del capo dei sequestratori, rimane un’ora di tempo per consegnare i soldi; in caso di ritardo ci andranno di mezzo gli ostaggi. *(Esagerato! I responsabili della salute pubblica troveranno sicuramente il modo di salvare le persone in pericolo! Perché il regista inquadra ogni tanto il giovane poliziotto disarmato ed una giovane con gli occhiali, sempre a testa bassa, mentre lancia occhiate fulminee, non si capisce se per spavento o preparando un piano di difesa? Vuoi vedere che i due avranno importanza nello svolgimento della storia?!...)*. Un’ora di tempo è troppo poco per trovare i soldi. Reazioni della ‘gente’ comune che viene informata di quanto succede. Un uomo d’affari ha deciso:“Non prenderò più la metropolitana!” *(Dialogo tra il dirigente della sala controllo dei treni e i banditi: dimostrazione di arroganza impaziente da una parte e di forzata calma dall’altra. Ingenuità del capo dei sequestratori, che sta perdendo tempo per consentire al regista del film di creare sempre maggiore suspense negli spettatori, che trovano il gioco troppo lungo, dal momento che prevedono come la situazione andrà a finire. Il film a questo punto non provoca suspense e diventa noioso nell’attesa della fine tutt’altro che incerta. Tutti siamo convinti che Il delitto perfetto non esiste, come abbiamo costatato in tanti altri film simili! Qualcuno però dovrà pure ‘pagare’ la violenza fatta!) ‘
‘Formicaio’ di vetture della polizia; *(che potenza!)* I capi della polizia si radunano nella sala controllo dei treni. Mantengono la calma e dimostrano sicurezza professionale! Il capo tenta il dialogo con il portavoce dei banditi; questi però vuole parlare soltanto con il dirigente della sala controllo dei treni, quello di prima, che è andato a casa. Quando si sente invitato a parlare con colui che si dichiara “la persona più indicata per trattare il caso”, ammazza a bruciapelo il macchinista del treno. *(E uno! L’interesse dello spettatore si risveglia dal torpore sonnolento!)* Il dirigente richiesto è costretto a tornare…al lavoro! *(E adesso che cosa inventerà il regista per continuare? Il film è cominciato da pochi minuti e non può finire così!)* Il dialogo riprende concitato e nervoso più di prima. Il bandito omicida è provocatorio e beffardo, l’altro è sempre più preoccupato *( e noi con lui! Sappiamo che tutto è finzione ma la cosa comincia a diventare interessante)*. La polizia si muove in massa *(Sono…un esercito potente questi americani!)* “Mancano 39 minuti!”, grida al telefonimo il capo dei banditi, *(e noi…istintivamente scrutiamo al buio della sala i nostri orologi. Ora si sente rumore di piedi che si agitano nervosi…Sono di persone, non solamente di ragazzi vicini a me, colpite da una scarica di adrenalina! - Dài, dài! , sento incitare…)* Arrivano altri rinforzi alle forze dell’ordine, sempre più preoccupate per il pericolo che corrono gli ostaggi, adesso che hanno visto che i sequestratori non scherzano!. *(Spettacolo di)* macchine che si scontrano le une contro le altre, che volano in aria finendo in frantumi sull’asfalto e ingombrando la strada di rottami …*(Effetti speciali tradizionali senza alcuna novità…). I poliziotti motociclisti si lanciano nel caos tra pericoli e ostacoli improbabili… Un grosso signore, che poi capiremo essere il capo della polizia, rassicura i passeggeri dei mezzi pubblici: “State tranquilli, andrà tutto bene!” *(Insistenti scene di terrore, -‘recitato’ senza convinzione dalle comparse!-, alternate da rapidissime riprese di velocissime motociclette nella speranza di arrivare in tempo a salvare gli ostaggi. Suspense moderata, perché sappiamo che senz’altro arriveranno in tempo…per esigenza di sceneggiatura!)* Impaziente, il capo cattivo ammazza un altro ostaggio. *(Adrenalina ma non troppa, perché tutto previsto!)* La giovane degli occhiali vede e tacitamente rimprovera *(ma calma:e perché?)* Un brutto grosso topo *(da dov’è uscito? E’ stato liberato da qualcuno degli ostaggi? Dalla giovane?)* spaventa tutti. *(Suspense, horror ripugnante. Finora dunque: violenza, suspense, horror. Spettacolo!)* Fuoco dei cattivi contro il topo. E’colpito anche qualche ostaggio? *( Non si capisce dalla panoramica su di loro sdraiati tutti a terra. Suspense)* Lungo dialogo *(= è una pausa ritmica strategica)* tra il capo cattivo e la sala controllo dei treni. *(“Dai…dai…Avanti!”)*. *(Nota sul ritmo: le inquadrature delle azioni sono interrotte e alternate da pause d’attesa ansiosa, che coinvolgono emotivamente gli spettatori…)* Scambio di opinioni sul da farsi fra i poliziotti con i loro capi. Confusione e incertezza. *(Scene con scopo spettacolare per creare suspense evidenziando le differenze di comportamento tra “i buoni e i cattivi”)*. Gli ostaggi sono ancora tutti sdraiati sul pavimento del treno, minacciati dai complici del capo cattivo…*(Noiosi inutili dialoghi tra sequestratori e il solito (bravo!) interlocutore negro della sala di controllo treni, che attira le nostre simpatie. Noto che le comparse-ostaggi a terra non sembrano terrorizzati: continuano a ‘rècitare’ con distacco!)*. .Il grosso signore è sempre più preoccupato *(PPP)*. Entrano in campo gli elicotteri…*(ci mancavano!)* Arriva sul posto in elicottero l’interlocutore della sala controllo dei treni, anche se con pericolo *(che buono!)*, perché il cattivo vuole parlare soltanto con lui… La moglie con il telefonino cerca di dissuaderlo di andare ad incontrare l’assassino, “ma lui sa che io non sono un poliziotto e potrebbe uccidere un altro ostaggio…!”. Lunga telefonata. *(… ma che bravo, generoso e simpatico questo signore negro!)*. Egli riparte e arriva in missione di salvezza.. *(A questo punto del film possiamo prevedere che egli, l’eroe, rimarrà ucciso nel tentativo riuscito di salvare gli ostaggi. Noi spettatori parteggiamo per lui, addirittura ancora più che per gli ostaggi innocenti in pericolo, che prevediamo che saranno salvati per merito del suo sacrificio. Attesa frenetica: “Dai…dai! …” Panoramica sui grattacieli di N.Y., dove la gente sa di vivere sempre in pericolo, anche senza rendersene conto in quel momento. Corrisponde a un indiretto monito agli spettatori, anche se N.Y. è lontana’? Gli ostaggi e i banditi sono sempre reciprocamente monitorati dagli impianti video audio della sala controllo dei treni e da quelli della vettura-prigione. Un giovane comunica interfaccia tramite micro computer satellitare con la fidanzata. Avanguardia tecnologica americana!)* La TV tiene informata in diretta la gente sullo sviluppo della tragica faccenda. I poliziotti convincono il responsabile della sala controllo dei treni a presentarsi ai cattivi armato di pistola, che egli però non ha mai impugnato, e gli spiegano come farne uso. Scende armato nel sottosuolo: eccolo nella sede della metropolitana. *(Nostra attesa nervosa. Che succederà adesso? Verrà accettano o no dai banditi armati?... Il film diventa avvincente. Prevediamo che forse non saprà usare l’arma e allora…Suspense, interesse per la sua pericolosa avventura…Scarico di adrenalina… Ora sono tre i set dello spettacolo, oltre a quello della strada con il traffico impazzito: vediamo i cattivi, i poliziotti nel posto di comando e il nostro eroe che si prepara ad incontrare …la morte? Suspense…Noto un pregio del film: anche se non si ascoltano i dialoghi, sommersi da grida, spari e frastuoni vari, se ne indovinano i contenuti: richieste, risposte, minacce, promesse… problemi dei “buoni” che stentano a radunare subito dieci milioni di dollari …)*
Arriva intanto l’eroe spingendo verso la vettura-prigione il carrello con i sacchi dei soldi, viene inutilmente perquisito e accettato con beffarda ironia *(La nostra simpatia per lui in pericolo aumenta)*. Controllo dei soldi. Lo costringono a salire con loro sul treno…*(Vogliono farlo fuori? Suspense…)* Dialogo *(mal tollerato da noi, che vogliamo vedere come la cosa andrà a finire!)* tra il capo cattivo e il nostro: *(faccia buona / faccia cattiva. Mimica efficace, che provoca simpatia e antipatia. Spettacolo emotivo causato da motivazione ‘realistica’ voluta dalla ‘finzione’)* La vettura motrice dei dirottatori, manovrata dal capo controllo dei treni obbligato a quella funzione, riparte finalmente…in senso contrario di marcia!. *(Allora …tutto finisce bene?...Non è possibile che la storia finisca così!...)* Il nostro e i banditi, a fermata prevista scendono dal treno, che poi viene fatto ripartire a porte sigillate con sopra gli ostaggi impossibilitati a scendere. Gran confusione pericolosa sul treno…che ormai è uscito in superficie. I cattivi e il buono avanzano a piedi nel sottosuolo verso l’uscita dal tunnel. il nostro ha ancora la pistola e ora, che è riuscito a ‘seminare’ i cattivi nascondendosi nel buio del sotterraneo esita…*(che farà?..)* .I cattivi riescono ad uscire servendosi dell’ascensore di servizio di cui hanno la chiave *(come mai?)* Il nostro s’avvicina all’uscita di emergenza con la pistola in pugno. *(Suspense. Adesso li scopre e li uccide?)*…I tre complici sono finiti nella cucina del ristorante dei ferrovieri…ed escono indisturbati sulla strada pubblica…salutandosi a vicenda, ognuno con una grossa valigia a rotelle trascinata con naturalezza senza destare sospetti.…La carrozza degli ostaggi senza guidatore corre impazzita sui binari in senso contrario…*(…Chi riuscirà a fermarla per salvare i reclusi!...)*…L’automatismo fatto scattare dalla sala controllo ne provoca l’arresto davanti al semaforo rosso. Soddisfazione degli ex ostaggi, che aspettano che qualcuno finalmente li faccia uscire dal carcere. Nuova …novità: sbuca sulla strada il nostro eroe sollevando un pesante metallico tombino di sicurezza…Vede *(che coincidenza!)* il capo cattivo che in quel preciso momento sale su un taxi e subito lancia l’allarme…ma nessuno dei passanti gli dà retta! *(Ora certamente lo prendono! Vedremo come!)*. I due complici camminano anch’essi tranquilli…trascinandosi dietro le nere valigette…*(Un ragazzo vicino a me scruta nervoso l’orologio: ”mancano dieci minuti!” Ora, come di solito in quelli del suo genere, il film dovrebbe continuare in tempo reale. Infatti…)* Traffico stradale bloccato dalla polizia…Macchine circondano e bloccano i due complici sulla strada…*(Ora ci sarà lo scontro a fuoco e il nostro eroe finirà colpito dal fuoco amico?...)* Fuoco incrociato, i due rimangono vittime…* (e il nostro ?)* Egli correndo insegue il taxi del capo cattivo…Requisisce la macchina d’un cittadino e con essa pedina il taxi del nemico pubblico, che si allontana felice per l’impresa riuscita …*(Il ritmo è assillante e non c’è tempo di fare previsioni… l’attenzione è totale sullo schermo)*… Il nostro *(come succede sempre nel film in casi simili!)* è impedito dal traffico a correre veloce verso il taxi…e rischia di perderne le tracce…Fa dietro front e via a tutta velocità con retromarcia … *(E’il gioco della caccia del gatto al topo con prevedibile conclusione…Di solito, però, i film di questo genere riservano alla fine una sorpresa. Vedremo quale sarà la nostra.)*.Egli con il telefonino chiama in aiuto la polizia …Le macchine arrivano velocissime sul lungo ponte di N.Y. e bloccano il traffico nei due sensi di marcia. Il nostro si sbarazza della segnalazione di servizio indossata fin dall’inizio della sua missione pericolosa, *(adesso lo confonderanno con qualche altro e…)* e corre verso il taxi con la pistola in pugno. Vediamo uno sciame di macchine sul ponte ed elicotteri sopra di esso…*(Riuscirà il cattivo a scappare? Non è possibile che la storia finisca così …)* Il nostro fa scendere il tassista e minaccia l’ospite … che non c’è! “E’ laggiù, davanti!”, informa il conducente.…”..L’eroe corre *(“attento che ti ammazza!”)*, lo raggiunge…Ecco i due, lui armato e l’altro in difesa della valigia nera, tutti e due a piedi. *(Prevediamo che finirà male, purtroppo! I piedi dei ragazzi strepitano: “dai…dai…spara!“ )* Il nostro minaccia il cattivo con la pistola…Dialogo incredibile tra i due *(per tirare avanti e spazientire gli spettatori!..)* Il nostro incita la polizia ad affrettarsi e a venire ad arrestare l’assassino…poi nell’agitazione, senza volerlo, spara e colpisce al cuore il cattivo, che a sua volta lo minaccia inutilmente con la pistola. *(Finale deludente!)* Il capo della polizia ringrazia l’eroe incolume…”Giornata interessante?” “Sì, signore!”. “Oggi lei è andato in battuta per N.Y. e domani la città andrà in battuta per lei, per un po’ di tempo!” Mentre, dopo le ricevute grandi congratulazioni per il successo ottenuto, ritorna verso casa con il bus, *(la sorpresa stenta ad arrivare, eppure ci dev’essere!…)* …non succede niente! *(Possibile?:..)* Scende e si avvia a piedi verso casa con il pacco della spesa quotidiana, accolto all’arrivo dal suo cane, al quale sorride sereno. *(La delusione è completa: nessuna sorpresa! Oppure essa consiste nella mancanza di sorpresa che tutti aspettavamo? Strano, però! E nessuna nostra previsione s’è avverata! …)* FINE
*(E, a proposito: il giovane poliziotto d’inizio e la giovane con gli occhiali, sui quali il regista ha fermato più volte la nostra attenzione, che fine hanno fatto? E gli ostaggi sopravvissuti? Sono storie iniziate e poi lasciate…cadere.. :
Ecco: ho giocato ed il gioco mi ha obbligato, ma l’ho scelto io e quindi peggio per me!, ad un’attenzione molto diligente alle singole scene del film. Ringrazio il collega mi ha aiutato a ricostruire la vicenda. Devo riconoscere che a giocare s’è divertito anche lui!
A questo punto sono almeno due le domande che mi si potrebbero rivolgere.
Anzitutto: ti sei divertito a giocare? Senz’altro. del resto, chi mi aveva obbligato? L’ho voluto io, perché il gioco mi piaceva e mi interessava.
E che cos’hai guadagnato? No, questa domanda è fuori luogo, altrimenti i mio sarebbe stato un lavoro. Piuttosto è un’altra la domanda: Hai vinto? Ogni gioco, infatti, si svolge tra due squadre, tra due contendenti per vincere. Io ho giocato contro un avversario ‘assente’, che però parlava e agiva con il suo lavoro. Il gioco aveva un nome, come tutti i giochi. Il nostro si chiamava del ‘nascondino’. Bisognava scoprire l’avversario nascosto non si sapeva dove. Il mio era il regista del film: egli si mascherava dietro i nascondigli da lui costruiti per non fare scoprire e fare ‘‘lèggere’’immediatamente le sue ‘intenzioni’. Aveva a disposizione le risorse tecniche cinematografiche e tecnologiche attuali, aggiornate e raffinate dopo le archeologiche possibilità degli iniziatori del gioco cinematografico di circa un secolo fa.
Nel gioco è rara la vittoria strepitosa, ad esempio il risultato di dieci a zero nel calcio. Di solito, anche nella peggiore delle ipotesi, ci si accontenta di riportare vittoria con la differenza di un paio di punti di differenza da quelli segnati dalla squadra avversaria: due a uno, tre a due…Il pareggio è già un risultato gratificante. Nel gioco al quale ho partecipato per invito del regista, che tanti altri spettatori ha invitato con la pubblicità del suo film, mi accontento d’aver ‘vinto’, anche se con risultato modesto. Il difficilissimo pareggio, che nel caso nostro corrisponderebbe alla ‘scoperta’ totale delle intenzioni del regista nel dirigere il film, sarebbe il massimo che si potrebbe sperare!
Il premio, poiché chi vince ottiene sempre un premio, consiste nell’essere riuscito a scoprire qualche sua intenzione, ‘nascosta’ sotto le ‘finzioni’ del film.
La domanda allora è la seguente: PERCHE’ il regista ha ‘fatto’ il suo film?
La risposta, e cioè la scoperta, è una sola: per fare SPETTACOLO. Le prove sono nelle reazioni suscitate e manifestate dagli spettatori delle vicende raccontate dallo schermo. Spettacolo per divertire, cioè interessare alle avventure d’un protagonista sconosciuto fino a due ore prima, ad emozionarsi di fronte a pericoli bellamente e brillantemente da lui superati, a ‘trepidare’ quando la corda sentimentale era maggiormente tesa, ad esultare quando è stato finalmente il momento di ‘partecipare’ alla vittoria dei buoni sui cattivi. Nessuna intenzione maligna è stata scoperta: soltanto volontà di confezionare uno spettacolo ‘superficiale’. Nessun suggerimento positivo è venuto dal film: soltanto spettacolo.
Eppure…ho vinto! Mi sono reso conto, ancora una volta, che chi decide di girare un film, dal produttore al regista al distributore, conosce le ‘debolezze’ degli spettatori, di coloro che nella metafora del gioco possono essere considerati gli avversari da vincere e cioè da convincere ad acquistare il biglietto d’entrata, per assistere alla proiezione del film, e tale risultato della partita alla quale ho partecipato è molto gratificante. Direte: Tutto qui? Questo lo sapevamo già, da sempre! E’ il segreto d’Arlecchino! Altro però è saperlo, altro è dimostrarlo con prove.
Chi decide di girare un film è preceduto e incoraggiato dai risultati d’indagine dei gusti attuali del target al quale intende dedicare il prodotto del suo lavoro, ‘scoperti’ dallo studio di esperti d’ogni tipo, che prevedono scientificamente (e con buona percentuale di riuscita nel mercato), i gusti e le attese del pubblico, destinato a far rientrare le uscite ingenti della realizzazione cinematografica con altrettante e maggiori entrate attraverso, ripeto, l’acquisto dei biglietti al botteghino. Psicologi sociali, opinion leader, ricercatori di mercato internazionale, finanziatori prudenti e previdenti sostengono o dissuadono chi sogna di gettarsi in un’impresa problematica come quella di iniziare un ‘gioco’ tanto impegnativo sotto ogni punto di vista.
La ‘parziale vittoria’, (che comprende la lezione di non aspettare nulla dal film e di non prevedere nulla di esso, ma di accettarlo soltanto così com’è stato ‘fatto’!), riportata nel gioco, al quale ho scelto di partecipare, non è frutto del ricordo delle vicende raccontate dal film (i cosiddetti contorni uno), ma dell’osservazione dei MODI scelti dal regista per raccontarle (contorni due).
Non mi soffermo su tre aspetti particolari della lettura d’un film (più volte fatti oggetto di ampia trattazione dalla nostra rivista mensile, per cui non ritengo opportuno ripetere l’argomento):
1. La descrivere delle tappe attraverso le quali si può arrivare a sintetizzare il film con la nota formula “E’ LA STORIA DI” (cioè la storia del protagonista), già ampiamente spiegata altre volte in EDAV,
2. né la strada che può condurre alla scoperta delle idee inavvertite espresse dal regista con il modo di presentare le immagini del film,
3. e neppure del cammino necessario per operare l’universalizzazione del protagonista, finalizzata alla ‘scoperta’ dell’IDEA CENTRALE del film stesso.
Ricordo soltanto che tutto deriva dalla raccolta dei contorni due del film.
Il gioco sopra riferito ha rappresentato uno dei molti modi possibili di introdurci alla LETTURA STRUTTURALE DEL FILM, che nel nostro caso, pieno d’incongruenze com’era!, non meritava tanta fatica, ma che ho scelto come occasione d’un esercizio sperimentale, forse non del tutto inutile per qualche lettore di EDAV. (Adelio Cola)