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«Ballando con le stelle», «L'isola dei famosi», Morgan...


di FRANCO SESTINI
Chiavi tematiche: TV, spettacoli.

Febbraio 2010.
La nostra televisione – ma anche quella degli altri Paesi – è una miniera inesauribile di cose incredibili, di ripescaggi goffi, di notizie che portano solo sconcerto e di grandi manovre su eventi “strani” che si montano come la panna prima di usarla su un dolce. Come definire la “comparsata” di Mike Tyson alla trasmissione Ballando con le stelle? Forse la parola più rispondente al vero è “penoso”: siamo in presenza del ricordo di un pugile forte e pieno di talento con una potenza esplosiva che ha messo KO tanti campioni, poi il carcere, gli eccessi, le donne violentate, lo sport praticato con rabbia (il morso all’orecchio) fino a rimpicciolire la propria immagine di grande boxeur; ed ora ce lo ritroviamo ridacchiante come un idiota e sudato come un facchino mentre si dimena a ritmo di una canzoncina con la garrula Milly Carlucci che si spertica in lodi eccelse, fino a commentare – dopo una serie di risolini stupidi – “veramente strepitoso, fantastico, potrebbe diventare un grande anche nella danza”: tutto questo nella trasmissione “principe” della nostra mamma Rai, quella che va in onda il sabato sera, cioè nell’orario di maggiore ascolto settimanale. Che tristezza, amici miei!!

Un altro “personaggio” disposto a tutto pur di apparire – e guadagnare dei soldi – è lo scrittore “controcorrente” Aldo Busi che sembra in procinto di partecipare alla prossima edizione dell’“Isola dei famosi”.

Già in passato il Busi ha mostrato grandi doti di bravura esibizionistica, accompagnata da una indiscutibile cultura e grandi qualità civili; nel suo “invecchiare” sceglie di immiserirsi in un programma scelto da altri “ex” come ultima spiaggia, come ultima cosa “da scegliere”, come impugnare una bacchetta magica all’incontrario pur di ottenere questa stramaledetta “visibilità” che affascina tutti, dallo sportivo al macellaio, dall’intellettuale al postino, dal politico alla massaia.

Forse siamo in presenza di una “collettiva mancanza di rispetto di noi stessi”, frutto probabilmente dall’assenza di ruoli stabili in un mondo melmoso e paludoso che cerca di mischiare e cancellare competenze, categorie e ruoli e dove conta solo “apparire”.

Una società, insomma, di scrittori che fanno le comparse da avanspettacolo ed i buffoni intristiti, mentre i grandi pugili di un tempo ballano come burattini allo stesso modo in cui i vecchi comici del passato si riducevano ad inciampare e ruzzolare fuori dal palcoscenico pur di strappare l’applauso del pubblico.

E per ultimo consentitemi due parole sulla vicenda “Morgan”; di lui non conosco quasi niente, visto il mio disinteresse per la musica contemporanea, ma abbiamo voci contrastanti sulla sua levatura artistica; comunque il nostro cosa ti combina: poco tempo prima di partecipare al Festival di Sanremo dichiara ad un settimanale di essere un “quotidiano consumatore di cocaina a scopo curativo per la depressione e che si trova benissimo con questa cura”.

L’autore di siffatto “outing”, diventa l’uomo più famoso e più intervistato d’Italia e, sia pure dopo essere stato espulso dal Festival, partecipa – in spirito, ovviamente, non di persona - a tutti i talk show del nostro panorama televisivo: tutti parlano di lui, dai soliti intellettuali, ai soliti preti, ai soliti psicologi, alle solite “nullità”, insomma tutta la truppa che scorrazza sui nostri teleschermi: e Morgan così diventa “un esempio” da imitare – forse, speriamo di no – da giovani e giovanissimi, ai quali sembra rivolgersi, visto il suo particolare look da “dark man”.

E non facciamo il solito discorso sulle responsabilità collettive per cui “se facessimo l’analisi dei capelli dei politici troveremmo tantissimi positivi”: loro non sono esempi per i giovani, anzi, sono simboli “negativi” che i ragazzi si guardano bene dal seguire, mentre Morgan è uno dei loro eroi: quindi…..

Comunque, ricordiamoci che la pubblicità che viene fatta a Morgan, alla sua canzone e – purtroppo – anche al consumo della cocaina è eccezionale, impagabile per una qualsiasi causa di valore civile: peccato che si tratti di un tossico dalle dubbie capacità artistiche ma dalle sicure conoscenze del modo di gestire il mezzo televisivo: altro che Festival Il ritorno di tutte queste “chiacchiere” nei talk show, che ormai sono diventati la Bibbia degli italiani, è infinitamente superiore; e poi – udite, udite – ci sono già le solite anime candide che predicano per un “perdono” alla pecorella smarrita ma già sulla via del pentimento; che schifo gente!! (Franco Sestini)

 


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