George Clooney, Michelle Hunziker, Belen Rodriguez, Christian De Sica e gli altri: spot tv a confronto
di FRANCO SESTINI
Chiavi tematiche: TV, pubblicità.
Cerchiamo di rilassarci un po’, dando un’occhiata al panorama degli spot trasmessi dalle televisioni italiane durante le feste a cavallo tra il 2009 e il 2010; tra questi ne ho scelti alcuni che, a mio giudizio, mi sono sembrati particolarmente interessanti, sia per il contenuto che per la forma.
Il primo è quello che pubblicizza il caffé “illy”: a proposito di questa antica e prestigiosa azienda triestina, c’è da premettere che nelle azioni di marketing è stata sempre l’unica che ha cercato – riuscendovi benissimo – di abbinare il consumatore del caffé al Bar con quello che lo acquista per l’uso familiare; ed anche in questo spot, si nota tale ricerca che, nella creatività pubblicitaria, è difficile da realizzare; il commercial si apre con un signore che tira su la serranda di un negozio; scopriremo subito dopo che si tratta di Don Salvatore che apre – anche di domenica – il proprio Bar; interpellato da un cliente/amico che abita a fianco del locale, precisa – con un simpaticissimo accento siciliano – che “la giornata che non si apre con un buon caffé è destinata ad essere una cattiva giornata” ed invita anche l’amico a presentarsi da lui, tra circa una mezzora (il tempo di scaldare la macchina) per berlo insieme.
Il giovane, controbatte, invitando Don Salvatore – che accetta - ad andare a casa sua a prendere il caffé e, così gli mostra tutta la preparazione dell’espresso, fatta con una cialda “illy”; il barista segue con attenzione tutta la fase di attuazione e, giunto al momento della degustazione e del conseguente giudizio, afferma compiaciuto: “finalmente un buon caffé!” e subito dopo, chiede al giovane se ha in casa anche internet.
Il messaggio è semplice e ben realizzato: anzitutto c’è il legame tra il caffé realizzato in casa con quello del Bar (messaggio principale pienamente riuscito), quindi c’è anche l’accostamento tra coloro che usano “illy” e un concetto simbolico di modernità – internet – cosa che universalizza i consumatori di tale marca identificandoli come “tecnologicamente aggiornati”.
Un altro spot che mi ha incuriosito è quello – per la verità non nuovissimo, ma sempre valido – che si svolge nel Paradiso Terrestre e vediamo che gli abitanti del “Sommo Cielo” sono in attesa che Adamo scopra le bellezze di Eva e consumi il noto peccato originale: la donna inizia con uno spogliarello in cui si toglie tutte le foglie che aveva addosso, ma l’uomo le utilizza per realizzare un pallone e mettersi a palleggiare, ovviamente da solo. Ad uno dei “grandi vecchi del cielo” viene l’idea di fornire ad Eva una confezione di Happydent, una pasticca per profumare l’alito e soprattutto per sbiancare i denti, dando così un sorriso smagliante.
Ebbene, quello che non poterono le nudità di Eva, si realizza con lo splendore del sorriso della donna che affascina Adamo, il quale si slancia al suo inseguimento: e sappiamo bene come andò a finire.
Si tratta dell’ennesimo spot che utilizza “il Cielo ed i suoi Abitanti”: ha cominciato vari anni addietro la Lavazza, trasportando le avventure dei suoi “testimonial” (Bonolis e Laurenti) nelle bianche nuvole del cielo; è stata poi la volta del più recente commercial di “Nespresso”, interpretato da George Clooney, con quest’ultimo che è costretto a contrattare, con una sorta di San Pietro interpretato da uno splendido John Malkovich il rinvio della propria morte pagando con una macchina per realizzare l’espresso con le cialde della Nestle; adesso abbiamo l’Happydent: insomma, si vede che l’inclusione dell’elemento religione/al di là, rende bene, pubblicitariamente parlando; magari si tratterebbe di non strafare e di ricordarsi il vecchio detto “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”!!
Il terzo spot che mi ha interessato è quello del cioccolatino “Mon Cheri”, nel quale – al termine di una serata con amici – i due giovani padroni di casa rimangono soli in casa con l’ultimo cioccolatino: a chi toccherà questa “infinita bontà”? Mentre è in corso un battibecco poco edificante tra la giovane coppia, uno degli ospiti che ha dimenticato le chiavi dell’auto, rientra in casa e si becca l’oggetto del desiderio, lasciando i due litiganti senza parole; lo slogan recita “mon cheri: troppo buono per rimanere senza”.
Ma quello che viene fuori dalla lettura del breve filmato è l’assoluto individualismo dei due giovani (che sembra vivano insieme) i quali non hanno la minima titubanza nell’affermare che l’ultimo cioccolatino spetta a ognuno di loro: complimenti per l’altruismo che emana dallo spot, specie perché riguarda una coppia che sembra ben affiatata: solo l’individualismo esasperato li frega! Però, a ben guardare è proprio quello che caratterizza l’attuale civiltà: conta solo quello che piace a me, indipendentemente da chi altri possa essere interessato all’oggetto.
Come di consueto, anche in queste festività, le campagne pubblicitarie più importanti sono state quelle dei gestori di telefonia: ne citerò due – della stessa famiglia – e cioè TIM che ha usufruito di due “testimonial” di rango come Christian De Sica e Belen Rodriguez: il primo ha rappresentato – benissimo direi – quello che è il suo stereotipo proveniente dalle tante interpretazioni cinematografiche (il cialtrone, machista e superficiale, convinto di essere irresistibile per qualsiasi donna, e via di questo passo) mentre la bella Belen, vera sorpresa di questa campagna, ha impersonato vari personaggi, dall’insegnante alla donna impegnata, insomma una gamma niente male che le ha permesso – dopo l’uscita degli spot con lei – di essere nominata la ragazza più conosciuta della TV; e pensare che, a parte il legame con Fabrizio Corona, la bella morettina vanta solo una ruolo di soubrette nella trasmissione di Chiambretti su Canale 5. L’altro gestore – Telecom “fisso” e ADSL – ha avuto due personaggi già noti al grande pubblico televisivo, Michelle Hunziker e Max Tortora: la prima è la fortunata che già possiede la linea telefonica ADSL con Telecom e cerca di convincere il vicino di casa a entrare nella stessa compagnia (slogan martellante: chiama il 187) e colui che ancora è indeciso – il vicino di casa, appunto – che per il momento usufruisce dei vantaggi della linea detenuta dalla Hunziker e quindi non si affretta certo ad acquistarne una propria.
Entrambe le campagne hanno fatto perno soprattutto nella simpatia che suscitano i quattro “testimonial”, mentre i piccoli filmati – sotto l’aspetto della costruzione narrativa – lasciano molto a desiderare; ma la bellezza delle due ragazze e la comicità insita nei due maschietti, copre le magagne strutturali dei vari filmati che, anche per la enorme pressione (numero di uscite giornaliero) pubblicitaria, sono risultati tra i più ammirati dal grande pubblico. (Franco Sestini)