L'ULTIMO SOGNO
Regia: Irwin Winkler
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: L'ULTIMO SOGNO
Titolo originale: LIFE AS A HOUSE
Cast: regia: Irwin Winkler - sogg.e sceneggiatura: Mark Andrus - fotografia: Vilmos Zsigmond - musica: Mark Isham - montaggio: Julie Monroe - cost.: Molly Maginnis - interpreti: Kevin Kline (George), Kristin Scott Thomas (Robin), Hayden Christensen (Sam), Jena Malone (Alyssa), Scott Bakula (Kurt Walker), Mary Steenburgen (Coleen) - durata: 124' - origine: Usa, 2001 - produzione: Winkler Films - distribuzione: 01 Distribution (11-01-2002)
Sceneggiatura: Mark Andrus
Nazione: USA
Anno: 2001
Chiavi tematiche: Scuola. Esempio didattico di Lettura strutturale.
Questa lettura è stata estrapolata da una proposta didattica di Adelio Cola FILM IN CLASSE, dove si può trovare suggerimenti ed indicazioni didattiche
È LA STORIA DI SAM, figlio adolescente con pregi e difetti di quell’età di passaggio, scontento della vita e in contrasto generazionale con il padre, (fantasioso architetto che perde il posto di lavoro presso una grande agenzia mobiliare e che s’incontra spesso con la moglie d’un vicino di casa che ha una figlia coetanea amica di Sam, la quale a sua volta prenderà una cotta passeggera per il padre dell’amico), IL QUALE, (dopo ripetuti scontri verbali di incomprensione e d’intolleranza con il padre, avendo presa coscienza che quest’ultimo, malgrado il poco tempo di vita che gli rimane, poiché ha un cancro che lo fa visibilmente deperire, coltiva il suo ultimo sogno, riunire cioè la famiglia riconquistando l’affetto del figlio ed il ricongiungimento con la moglie separata), SI RICONCILIA CON SUO PADRE collaborando con lui nell’abbattimento della vecchia abitazione fatiscente e nella ricostruzione moderna della medesima, fondata sulla roccia in prossimità della riva dell’oceano.
Il film è molto lento nel complesso e procede con ritmo talvolta febbrilmente affannato, tal altra faticoso con lunghe pause riflessive, commentate dalla colonna sonora con andamento fiacco e ripetitivo.
Gli ingredienti di supporto alla tesi di partenza (l’amore forte e costante del padre, che mette a rischio l’ultima parte della vita lavorando indefessamente malgrado la grave malattia che lo sta consumando, per riconquistare l’amore del figlio ribelle ed immeritevole di tanti sacrifici, è premiato infine dal tardo ma sincero riconoscimento dei suoi torti e della generosità usata dal papà verso di lui ‘ figlio prodigo’), sono i soliti, abusati in film del genere e, nella coincidenza di circostanze finalizzate allo scopo, si dimostrano lontanissimi dalla realtà.
L’incomprensione generazionale che provoca lo scontro tra padre e figlio, sorte abbastanza comune che riguarda anche le migliori famiglie, è mostrata dal film nel pieno del suo sviluppo. Non mancano episodi intrisi di romanticismo, anche con la presentazione degli effetti negativi derivanti, in un contesto culturale di amoralità farisaica, da pulsioni sessuali di giovani irriflessivi e di adulti coniugati.
I simbolismi cinematografici (vedi in particolare la demolizione della vecchia casa riedificata sulla roccia) sono trasparenti ma, a causa dell’insistenza delle riprese, risultano ‘pesanti’ perché ‘voluti’.
L’happy end del ‘ritorno del figlio prodigo al padre’, prevedibile fin dall’inizio, arriva da una sceneggiatura ‘pigra’, anche se tematicamente molto positiva: il padre esce dal film (muore) e si realizza l’ ultimo sogno del titolo.
Il film si presta a riflessioni ulteriori circa un problema che alle volte è tutt’altro che immediatamente risolvibile: Chi è il protagonista?
SAM potrebbe ipoteticamente cedere il ruolo di personaggio principale al padre, che nel caso suggerirebbe la seguente formulazione alla fine del film: “È la storia del PAPA’ DI SAM, molto addolorato a causa dell’incomprensione del figlio adolescente e della lontananza sentimentale della moglie separata, il quale, dopo aver eroicamente rischiato di anticipare la sua morte dedicandosi ad un lavoro estenuante pur di riconquistare l’affetto del figlio ribelle ed il ritorno della moglie separata, , alla fine della vita raggiunge il suo nobile scopo con ilricongiungimento della famiglia”. I sentimenti e gli ideali del personaggio sono sempre i medesimi dall’inizio alla fine del film.
In realtà tutti gli episodi sono finalizzati all’illustrazione della lenta e graduale evoluzione psicologica di Sam, (ricordiamo che protagonista è colui che in forza di ciò che succede nel film evolve psicologicamente), la quale arriva alla maturazione soltanto quando il protagonista prende coscienza dello stato d’animo del padre e della sua generosa offerta della vita pur di riconquistare il suo affetto.
La storia, del resto, comincia sullo schermo con Sam e termina con lui: è un utile indizio per ipotizzare l’individuazione del protagonista. Inizialmente lo vediamo pigro e indolente, incapace di condividere la sofferenza del padre che ha subito un trauma psicologico provocato in lui dal licenziamento dal lavoro dopo tanti anni di onesto servizio nell’azienda (“che si trova nella necessità di ridurre i dipendenti a causa della concorrenza nel mercato internazionale”). Nella sua età ‘difficile’ Sam è compatibile, perché non sa che suo padre è gravemente ammalato. Egli vive nel benessere ma non sa quanto sia costato agli altri il confort che lo circonda. Quando capisce finalmente che suo padre fa tutto per lui, suo figlio, la sua condotta cambia radicalmente.
Il fatto che la conversione di SAM ci convinca o meno, non ha importanza agli effetti semiologici: essi vogliono provare la tesi scelta dal regista e ne esprimono efficacemente, forse senza convincere tutti gli spettatori, la positività.
La momentanea cotta della giovane amica per il padre di Sam, (subito sbollita, tant’è vero che i due giovani si riabbracceranno dimenticando avventure passeggere e sbandamenti episodici), è risolta sbrigativamente dal regista, preoccupato di dimostrare la sua tesi, senza preoccuparsi di problematiche secondarie, che in fase di sceneggiatura avrebbero meritato un trattamento diverso.
Il film ha messo forse troppa carne al fuoco!
Tra gli altri ricordiamo alcuni episodi con significato simbolico, che possono suggerire riflessioni importanti ma secondarie, che fanno corona all’idea centrale.
Assistiamo, ad esempio, alla rovinosa caduta dal tetto, dove stava lavorando, d’un giovane volontario mentre l’architetto sta dirigendo l’opera di ricostruzione della casa: lo rivediamo poco dopo l’uscita dall’ospedale mentre in carrozzella, (sulla quale “resterà per tutta la vita”), assiste al lavoro dei numerosi aiutanti che collaborano all’impresa.
In un’altra sequenza densa di significato vediamo Sam che rinfaccia all’ufficiale giudiziario, che esige il pagamento della penalità per aver superato di dieci centimetri l’altezza del colmo del tetto permessa dalla legge, la segreta sua relazione con l’amante. Il rappresentante della legge cede al ricatto e concilia dichiarando chiusa la causa.
Ho notato che alcuni spettatori trovano qualche difficoltà a riconoscere i personaggi quando essi si ripresentano sullo schermo con un look diverso dal precedente.
“L’ULTIMO SOGNO” è una storia raccontata per dimostrare una tesi: ALLE VOLTE NELLA VITA SUCCEDE CHE INCOMPRENSIONI E SCONTRI TROVINO SOLUZIONE SOLTANTO DOPO IL VERIFICARSI IMPREVISTO DI CIRCOSTANZE DI GENEROSITA’ DISINTERESSATA CHE VINCONO PREGIUDIZI E DIFFIDENZE.
Se accettiamo la premessa che si tratta d’una storia eccezionale finalizzata a provare una tesi, lo spettacolo può raggiungere lo scopo; se prescindiamo da essa, la ‘costruzione’ del film come sceneggiatura poggia sulla sabbia mobile della fantasia e non convince. (Adelio Cola)