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IL CERCHIO



Regia: Jafar Panahi
Lettura del film di: Nazareno Taddei
Titolo del film: IL CERCHIO
Titolo originale: DAYEREH
Cast: regia e sogg: Jafar Panahi - sceneggiatura: Kambuzia Partovi - fotografia: Bahram Badakhshani - montaggio: Jafar Panahi - interpreti: Fereshteh Sadr Orafai (Pori), Fatemeh Naghavi (Madre), Nargess Mamizadeh (Nargess Mamizadeh), Maryam Parvin Almani (Maryam Parvin Almani)- durata: 90' - origine: Usa, 2009 - produzione: Jafar Panahi Film Productions, Mikado Lumiere & Co. - distribuzione: Celluloid Dreams - Elleu Multimedia - Mikado (2000)
Sceneggiatura: Kambuzia Partovi
Nazione: IRAN, ITALIA
Anno: 2000
Presentato: 57. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2000 - In Concorso
Premi: Leone d'oro alla 57. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia; Premio Fipresci; Menzione speciale dell’OCIC;

Dopo un lungo brano di urla di donna parto­rien­te, su schermo nero, con l’annuncio del­­la nascita di una bella bambina, indesiderata pe­rò lei e la madre, comincia una poco intelligibile storia di donne. Tra le altre, una, incinta, scappa dal carcere per farsi sgravare, è respinta in brutto modo dalla famiglia e dopo va­ri incontri con antiche amiche disposte - pare inutilmente - ad aiu­tarla, scom­pare dal film quando incontra un’altra donna che sta abbandonando la figlioletta in mezzo alla stra­da. Un’altra, giovane, uscita di carcere con permesso temporaneo, per comperare una camicia da uomo, lascia l’autobus per il paese dov’era già salita con difficoltà, lo perde (smarrita o paura della polizia,) e la ritroviamo alla fine di nuovo arrestata. Un’altra che lascia sulla strada il bambino o bambina, ecc..

Che sia questo il cerchio che si chiude (la donna in Iran nasce e finisce in carcere)? Può anche darsi per via d’uno sportello a forma di schermo, che si vede all’inizio e alla fine, e della partoriente dell’inizio che viene (forse) citata con una frase alla fine.

Infatti, l’autore è quello anche di quel IL PALLONCINO BIANCO, che a Cannes 1995 era piaciuto tanto e aveva meritato la Camera d’Or per l’Opera Prima e il Premio Fipresci della Critica internazionale e del suo secondo film, LO SPECCHIO, che a Locarno 1997 aveva ricevuto il Pardo d’Oro. Bisogna quindi mettersi sull’attenti e anziché dire: “Che barba! e per dire che cosa?” converrà dire umilmente: “Forse non ho capito niente!”

 

Quello che però mi pare d’aver capito bene è che il film mostra una società in Iran tremenda contro le donne e una polizia ch’è quasi tirannica nel fare rispettare quelle tradizioni e quelle leggi prossime al disumano. (Nazareno Taddei sj)

Il film ha ricevuto anche:

il premio fipresci

una menzione speciale dell’ocic (ufficio cattolico internazionale)

la segnalazione cinema dell’unicef

il premio trasatti per la miglior regia

il premio pasinetti per la migliore attrice

PS. Evidentemente tutti quelli che hanno premiato film o Regia, nel disordine della struttura narrativa, sono riusciti a capire quello che io non sono riuscito a capire. Ma potrebbe anche essere che non hanno capito quello che ho capito io (e altri come me), cioè che non si può confondere «argomento» (nel caso: situazione della donna in Iran) con «tema» (nel caso: pensiero dell’autore circa quella situazione). Ma qual è quel tema?

Questo, è chiaro, nell’ipotesi che il giudizio fosse relativo al film e non a qualcosa d’esterno a esso. (N.T.)

 


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