The Road
Regia: John Hillcoat
Lettura del film di: Gian Lauro Rossi
Edav N: - 2010
Titolo del film: THE ROAD
Titolo originale: THE ROAD
Cast: regia: John Hillcoat scenegg.: Joe Penhall fotogr.: Javier Aguirresarobe mont.: Jon Gregory scenogr.: Chris Kennedy costumi: Margot Wilson interpr.: Viggo Mortensen (Padre), Kodi Smit-Mcphee ( Figlio), Charlize Theron (Moglie), Guy Pearce (Veterano), Robert Duvall (Anziano), Michael K. Williams (Ladro) colore durata: 112 produz.: 2929 Productions, Chockstone Pictures origine: USA, 2009 distrib.: VIDEA-CDE (28.05.2010)
Sceneggiatura: Joe Penhall
Nazione: USA
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Concorso
Rivedere il film, a suo tempo commentato (da Franco Sestini, Ndr) durante il Festival di Venezia del 2009, ci ha consentito una lettura più attenta, per cui ci sentiamo di aggiungere, a quanto già scritto in quella occasione sul nostro sito, alcuni altri particolari del film stesso che ci permettono di formulare che l’idea centrale dell’autore ci sembra la seguente “ dopo il disastro che le società odierne avranno prodotto, potrà nascere un nuovo futuro solo se basato su elementi materiali essenziali, su nuclei familiari stabili, su persone e famiglie che non si azzannino per un loro personale tornaconto (valore dell’amore deducibile dal significato del “fuoco” che dovrebbe ardere nelle persone), su padri e madri che trasmettono il senso del bene e del male e che sappiano contrastare, unendo le forze, qualsiasi avversità; d’altra parte i figli, maturando attraverso gli insegnamenti dei genitori, sapranno progressivamente costruire il proprio futuro all’insegna dei valori acquisiti. La vita e la speranza che i figli rappresentano sono il segno della presenza di DIO e quindi il nuovo mondo deve essere all’insegna del trascendente, perchè se ciò è negato esso muore come muore DIO nella coscienza umana”
I particolari filmici in questione sono:
1) un padre e un figlio lottano per un futuro migliore. L’obiettivo è cercare di sopravvivere in un mondo che “vive di sopravvivenza”;
2) lo sforzo e l’impegno perché il bambino sopravviva in quanto dà significato alla presenza di DIO, al contrario nulla avrebbe senso e non sarebbe possibile una vita dignitosa;
3) la madre abbandona il figlio e il marito, perchè non vuole solo “sopravvivere” ma “vivere” come nel passato, prima del disastro catastrofico: infatti si dilegua e si rifiuta di lottare a differenza di quella madre che, con suo marito, i due figli e il cane, nell’ultima scena del film, raccoglie il bimbo protagonista (da poco colpito dalla morte del padre);
4) il padre insegna il bene (essi non uccidono), un bene che parte da un fuoco interiore agli uomini che produce amore e desiderio di comunità, ma segnala anche il male (gli umani carnivori);
5) la madre abbandona il figlio e il marito, perchè non vuole solo “sopravvivere” ma “vivere” come nel passato, prima del disastro catastrofico: infatti si dilegua e si rifiuta di lottare a differenza di quella madre che, con suo marito, i due figli e il cane, nell’ultima scena del film, raccoglie il bimbo protagonista (da poco colpito dalla morte del padre);
6) i personaggi sopravvissuti si possono così classificare: i cannibali (gruppi e famiglie), i singoli che cercano di sopravvivere (i due protagonisti del film senza madre) e la famiglia apparsa alla fine che accoglie il ragazzo;
7) nello sviluppo del film il ragazzo protagonista prende progressivamente le distanze dal padre; infatti da soggetto ubbidiente diventa gradatamente scettico sino a raggiungere alcuni atteggiamenti in contrasto col padre;
8) la lentezza delle immagini, il grigiore delle stesse, l’insistenza nel mettere in risalto l’importanza del cibo, del vestiario e delle scarpe, evidenziano il contrasto con la società di oggi che non sa apprezzare la bellezza e i colori della natura e l’abbondanza consumistica della nostra società. Tutti elementi questi che si danno troppo per scontati.
Si ritiene che questo sia un film molto utile, che può indurre e stimolare l’approfondimento di diversi aspetti della nostra vita, aspetti che spesso si danno per scontati. È necessario rilevare che nel passato, sia lontano che recente, nessuna comunità ha potuto godere il benessere che caratterizza l’oggi. E noi che abbiamo la fortuna di vivere questa situazione, siamo in grado, con i nostri comportamenti e le nostre scelte, di rendere tutto grigio e insapore, rispetto alla bellezza della vita. (Gian Lauro Rossi)