L'AMORE BUIO
Regia: Antonio Capuano
Lettura del film di: Andrea Fagioli
Edav N: - 2010
Titolo del film: L'AMORE BUIO
Titolo originale: L'AMORE BUIO
Sceneggiatura: Antonio Capuano
Nazione: ITALIA
Anno: 2010
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - Giornate degli Autori
Ciro, sedicenne napoletano, insieme a tre coetanei, dopo una giornata di mare, violenta l’adolescente Irene, ragazza della Napoli bene. Ma la mattina dopo Ciro si costituisce denunciando anche gli altri componenti del branco. Condannato a due anni di reclusione inizia a scrivere quotidianamente alla ragazza violentata senza ottenere risposta, fino a che Irene, insoddisfatta della propria vita e quasi per esorcizzare quella violenza subita, leggerà quelle lettere ricomponendole dopo averle strappate. Quei due mondi, così opposti e diversi, finiranno con l’attrarsi, incontrarsi e fondersi.
Ciro e Irene, da lontano (l’uno dal carcere di Nisida e l’altra dalla casa dove vive con la famiglia in una delle zone più belle della città) quasi senza accorgersene, lentamente cominceranno un irresistibile avvicinamento che alla fine, nella finzione cinematografica, si «concretizzerà» nei due che si guardano: Ciro uscendo dal carcere e Irene dall’altra parte del mondo, a San Francisco, negli Stati Uniti, dove si è recata con il fidanzato.
La storia, spiega il regista, è quella vera di un certo Lello, che gli confidò di aver violentato da adolescente una ragazza della Napoli bene. Poi, proprio come nel film, iniziò a scriverle dal carcere, in un primo momento senza ricevere alcuna risposta, poi stabilendo con lei un legame che li portò addirittura a sposarsi: i genitori di lei non erano d’accordo all’inizio, ma adesso lui lavora nell’industria del padre della moglie.
L’elemento fondamentale del film è il percorso che potremmo definire «redentivo» di Ciro. Il ragazzo sembra rendersi subito conto del male commesso e per questo cerca il perdono della ragazza. Il regista, anche per mantenere desta l’attenzione e un alone di mistero, non ci svela esplicitamente il contenuto delle lettere, ce ne fa intravedere alcune parti dalle quali si intuisce la richiesta di perdono da parte di Ciro.
Per quanto poi riguarda Irene, non è esattamente chiaro il tipo di sentimento che matura in lei. Certo è che deve ritrovare se stessa dopo la drammatica vicenda e il vuoto familiare che la circonda, con un padre insignificante e assente e una madre inconcludentemente apprensiva.
Sarà vero perdono? Sembra di sì. Sarà addirittura amore? Può darsi. Fatto sta che in questo ritratto suggestivo, poetico e doloroso di due adolescenti, separati e distanti per estrazione sociale e abitudini, i due opposti sembrano attrarsi irrimediabilmente, finendo per non incontrarsi mai, se non con lo sguardo attraverso la «magia» del cinema. (Andrea Fagioli)