MALAVOGLIA
Regia: Pasquale Scimeca
Lettura del film di: Adelio Cola
Edav N: - 2010
Titolo del film: MALAVOGLIA
Nazione: ITALIA
Anno: 2010
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - Orizzonti
Il regista tenta di ripensare al romanzo di Giovanni Verga, ambientandolo, (in certo modo aggiornandolo), nell’attuale ambiente siciliano. I personaggi della famiglia Malavoglia (parlano tutti siciliano stretto, poco comprensibile a molti spettatori) portano i nomi classici, da padron ‘Ntoni a tutti gli altri. La barca, (sono pescatori), si chiama Provvidenza. Il suo naufragio provoca la fine della ‘bella’ vita del numeroso gruppo. Notevole l’inclusione sonora del film che inizia e termina con la voce fuori campo che snocciola la lunga litania dei proverbi del nonno: saggezza popolare che potrebbe essere compromessa dall’irruente sopraggiungere della nuova generazione, non soltanto, ma anche (e questa è la novità della sceneggiatura) venendo in contatto con una cultura lontana e sconosciuta. Vediamo, infatti, nelle prime inquadrature la folla di gente di colore che affollano una grande vecchia nave di trasporto merci che si libera di centinaia di imbarcati. Un marocchino riesce ad allontanarsi prima d’essere censito dalla polizia. E’ generosamente ospitato in casa dei Malavoglia, dove suscita l’interesse, ben presto corrisposto, d’una componente il gruppetto delle donne, che in fine lo sposerà e ne avrà un figlio. Litigi e autentiche baruffe punteggiano le relazioni non sempre pacifiche tra gli isolani; accettazione ed intolleranza nei riguardi del clandestino evidenziano sentimenti e rancori di natura xenofoba; condivisione nei momenti di gioia e di dolore caratterizzano quanto succedeva anche al tempo di Verga, ma che senz’altro succedono oggi, e non solamente in Sicilia. I nostri con istintiva rapidità arrivano al bacio e allo schiaffo, ma in fondo sono tutti brava gente, s’intromettono tra i litiganti per difendere il bene sommo della famiglia, la pace. I caratteri sono bene scolpiti, il nonno ricorda da vicino il suo collega Anselmo dell’’Albero degli zoccoli’, qualche inquadratura è esemplata sul film ”La terra trema”, certi episodi non sono lontani da situazioni di “Rocco e i suoi fratelli”. Notevole è il finale::il giovane siciliano e il marocchino, seduti affiancati sulla sponda d’una sgangherata motocicletta con carrozzella tipo ‘Ape’ s’allontanano trattandosi come due fratelli mentre il cast di coda, che segue immediatamente, intreccia bellamente due motivi musicali, quello dei giovani discoteccari d’oggi con quello ritmico d’origine africano marocchina, che avevamo udito a commento delle prime inquadrature. Il contesto suggerisce ed auspica convivenza pacifica e accoglienza sincera tra due culture differenti. Del resto avevamo visto i due che alla sera, prima di coricarsi, pregavano il medesimo Dio, l’uno prostrato con il capo a terra sopra un lungo tappeto, l’altro inginocchiato ai piedi del letto.
Il colore del film è costantemente giallo ocra pastello, spesso claustrofobico (la dignitosa povertà della “casa del nespolo!”). Quat’ultima, informa l’epilogo, cara dimora piena di ricordi di famiglia, verrà ricomprata, (dopo essere stata perduta per saldare i debiti contratti, come vuole il romanzo verista…), con i proventi della pubblicazione d’un libro contenente i proverbi di padron ‘Ntoni. Come per Verga, anche per Scimeca è lui, il nonno, l’eroe dei Malavoglia, ma protagonisti sono tutti i componenti della bella e sfortunata famiglia, che, solidali nelle disgrazie e nell’impegno per il riscatto, erano un cuore solo ed un’anima sola.
(Adelio Cola)