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ESSENTIAL KILLING



Regia: Jerzy Skolimowski
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Edav N: - 2010
Titolo del film: ESSENTIAL KILLING
Titolo originale: ESSENTIAL KILING
Nazione: POLONIA, NORVEGIA, UNGHERIA, IRLANDA
Anno: 2009
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - In Concorso
La vicenda. Tre soldati americani sono impegnati in Afghanistan in una missione segreta (o confidenziale). In mezzo ai canyon del deserto afghano cercano tracce di terroristi. Improvvisamente vengono travolti e uccisi da un enorme esplosione. L'autore della strage è Mohammed, un terrorista afghano che poi si dà alla fuga inseguito da altri soldati americani guidati da un elicottero. Viene catturato, imprigionato e torturato. Infine viene trasferito in un centro di reclusione segreto in Europa. Durante un trasferimento, il mezzo su cui si trova si ribalta e Mohammed si ritrova inaspettatamente libero. Ma deve affrontare un ambiente completamente diverso dal suo (le montagne innevate del nord Europa) e mille problemi e difficoltà per sfuggire allo spietato inseguimento di un esercito che ufficialmente non esiste. Dopo lunghe peripezie e dopo aver superato situazioni estreme, viene finalmente assistito e curato da una donna sordomuta. Ma, ripreso il cammino in sella ad un cavallo datogli dalla donna, incomincia a sanguinare ed infine muore.

Il racconto. La struttura del film è lineare, con l'inserimento di alcuni flashback che rappresentano il ricordo dell' indottrinamento e di altri momenti della vita del protagonista,Mohammed. Narrativamente il film può essere diviso in due parti. La prima narra della strage da lui compiuta, della sua cattura e del suo trasferimento in Europa. La seconda è tutta dedicata alla sua indomabile volontà di sopravvivenza che lo porta ad uccidere e a superare ostacoli insormontabili.

Nel film ci sono alcuni elementi che potrebbero essere utilizzati per fini tematici: il fanatismo religioso islamico che porta al terrorismo, l'invasione americana dell'Afghanistan, i metodi dei militari americani, la presenza dei cosiddetti “luoghi neri” della CIA nell'Europa centrale, ecc. Ma ben presto ci si rende conto che l'idea dell'autore è di tipo puramente narrativo e che tutti questi elementi restano sullo sfondo senza essere tematizzati. La parte più consistente del film, infatti, è tutta volta a descrivere le peripezie del protagonista nell'affrontare una situazione che fin dall'inizio sembra essere disperata. Sembra quasi di assistere alle imprese di un Rambo che deve vedersela con ogni tipo di difficoltà che vengono superate con ferocia e disperazione. Ma almeno in Rambo c'era una spettacolarità che produceva coinvolgimento e suspense. Qui sembra prevalere la noia e talvolta il disgusto. Come quando il protagonista, ai limiti della sopravvivenza, obbliga una madre che sta allattando il figlio a nutrirlo con il suo latte. L'unico momento di umanità appare nel finale, quando la donna sordomuta si prende cura di lui e lo tratta da persona, anche se non riesce a salvargli la vita. Ma si tratta di un piccolo episodio, incapace di riscattare tutte le brutture (e la noia) che caratterizzano il resto del film. Inutile cercare un'idea centrale di tipo tematico. Tutto si esaurisce sul piano narrativo-spettacolare. Ma con una spettacolarità che lascia molto a desiderare. (Olinto Brugnoli)

 


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