MARTHA
Regia: Marcellino Islas Hernandez
Lettura del film di: Adelio Cola
Edav N: - 2010
Titolo del film: MARTHA
Titolo originale: MARTHA
Nazione: SPAGNA
Anno: 2010
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - Settimana della Critica
Martha da 34 anni è impiegata come archivista amanuenze presso una fabbrica, che decide di aggiornarsi con l’informatica. Viene sostituita da una giovane che sa usare il computer. “E adesso cosa faccio? Dove sono? Non so neppure chi sono!”, medita l’anziana. E’ sola: “Non ho mai voluto sposarmi!, non so fare niente e sono inutile al mondo!” Ogni giorno prepara da mangiare ad una sua vicina, altrettanto sola e quasi incapace a sopravvivere (la figlia vive lontano). La vecchina viene ospitata all’ospedale dopo aver assunto una dose esagerata, ma non pericolosa, di pastiglie di sonnifero ordinatele dal medico dopo la dimissione dall’ospizio. “Ora so, conclude Martha, come fare ad accelerare la mia morte che non vuole arrivare!”. Sollecitata imprudentemente dalla giovane computerista (qualche giorno le si siede accanto passandole i documenti che ella era solita archiviare!), trangugia quattro pasticche della sua assistita, si sdraia sul letto in attesa della fine e…prende sonno. Quando si sveglia osserva dalla finestra della camera gli uomini che tornano al lavoro e i bambini che giocano: la vita continua. Si reca presso un campo sportivo, cura i suoi fiori e accetta infine l’offerta d’un autista gentile che la riporta a casa con la sua vettura colore verde speranza. La cinepresa panoramica verso il cielo; durante il sonno di Martha aveva inquadrato il crocefisso del rosario, appeso al chiodo sopra il letto, che le scendeva sul capo. Sembra un positivo suggerimento.
La fotografia del film è ‘povera’, la regia attenta e vigile, l’interpretazione di maniera (la protagonista fa del suo meglio per convincerci che non sta recitando). Merito del regista sta nella scelta della categoria di persone delle quali ha voluto interessarsi: gli anziani non soltanto, ma coloro che per cause contingenti generali hanno perduto il posto di lavoro. (Adelio Cola)