ROAD TO NOWHERE
Regia: Monte Hellman
Lettura del film di: Franco Sestini
Edav N: - 2010
Titolo del film: ROAD TO NOWHERE
Titolo originale: ROAD TO NOWHERE
Nazione: USA
Anno: 2010
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - In Concorso
È la storia di Mitchell H (le iniziali sono le stesse del “vero regista del film”) che decide di fare un film su una vecchia storia criminale svoltasi nel North Carolina, nel quale un politico anzianotto e la sua collaboratrice, giovane e bella, sono coinvolti in una sparizione di fondi (100 milioni di dollari) e, nella realtà storica, la vicenda si conclude con la finta morte del deputato e con la sparizione della segretaria.
Nel cercare il modo di confezionare il film, il regista cerca di rispondere ad alcune domande: la collaboratrice ha “usato” l’anziano amante per poi lasciarlo senza un soldo, oppure è stata proprio lei a guidare tutta la storia che ha portato alla morte del poliziotto che li cerca e a quella dei due amanti fuggitivi (vera o finta che sia!).
Il nostro Mitchell prende subito una decisione: abbandona l’idea di ingaggiare per il ruolo di Velma (la collaboratrice del deputato) una attrice già affermata e punta invece su una giovane sconosciuta che non è mai apparsa sullo schermo; durante la lavorazione del film, come era facile prevedere, la ragazza diventa l’amante del regista e sarà importante per molte decisioni che vengono assunte in corso d’opera.
Questo perché, è durante le riprese che alcune parti del film vengono modificate in modo sostanziale e in queste modifiche, vengono alla luce indizi e spunti su vecchi crimini del passato, ancora più oscuri e complessi di quello che viene rappresentato nella vicenda che stanno girando.
La storia del film, con le sue continue modifiche e la storia del regista e della sua nuova fiamma, si intersecano spesso nel film e viene così a realizzarsi una sorta di simbiosi tra il film al nostro esame e quello che si sta realizzando.
Il finale è tragico, in quanto uno dei collaboratori della troupe, un investigatore addetto a fornire chiarimenti sulla storia criminale all’origine del film, accusa Mitchell di avere rubato i 100 milioni di dollari relativi e in una folle e feroce discussione, uccide Velma ma viene ucciso dal regista che poi – dopo aver filmato l’arrivo delle auto della Polizia – si consegna alle forze dell’ordine senza opporre resistenza; lo rivedremo nella cella del carcere che guarda ad un computer alcune scene del girato del film.
L’opera è una delle tante che eseguono l’operazione di “film nel film”, intendendo che la realizzazione di un film diventa vicenda per il film attuale; per di più, in questo lavoro, abbiamo anche la presenza di una bellissima e drammatica storia d’amore tra il regista e l’attrice principale, vicenda che si conclude tragicamente.
Sembrerebbe che l’autore avesse voluto “usare” la lavorazione di un film per simboleggiare la vicenda della vita così com’è e, in questo contesto abbia usato i suggerimenti dei collaboratori come strumenti per modifiche anche importanti dell’originario copione.
Tutto ciò per dire che la realizzazione di un evento artistico – in particolare un film – è una strada che viene percorsa insieme da tutta la componente artistica e tecnica; nel caso del film in esame, questa strada conduce al “nulla”, come recita il titolo “Road to nowhere” proprio perché al suo epilogo c’è solo la morte della donna e la prigione per Mitchell.
Il film è interessante per la particolare struttura usata, ma questa novità non mi è apparsa corroborata da un buon impianto della scrittura cinematografica, cosicché nel passare dal film “dentro” al film “fuori”, dobbiamo registrare alcune difficoltà di lettura e di collocazione che ne inficiano le buone intenzioni dell’autore.