L'UOMO DEL TRENO
Regia: Patrice Leconte
Lettura del film di: Franco Sestini
Edav N: 304 - 2002
Titolo del film: L'UOMO DEL TRENO
Titolo originale: L'HOMME DU TRAIN
Cast: regia: Patrice Leconte – scenegg. e dialoghi: Claude Klotz – fotogr.: Jean-Marie Drejou – scenogr.: Ivan Maussion - mont.: Joëlle Hache – suono: Paul Lainé, Dominique Hennequin, Jean Goudier, Emmanuel Crozet - mus.: Pascal Estève - interpr. princ.: Jean Rochefort (Manesquier), Johnny Hallyday (Milan), Jean-François Stevenin (Luigi), Charlie Nelson (Max), Pascal Parmentier (Sadko), Isabelle Petit-Jacques (Viviane), Edith Scob (la sorella di Manesquier) – colore – durata: 90’ - produtt.: Philippe Carcassonne con Carl Clifton – produz.: Cine B – origine: Francia, 2002 – distrib.: internaz.: Pathé International – per l’Italia: Mikado Film
Sceneggiatura: Claude Klotz
Nazione: FRANCIA
Anno: 2002
Presentato: 59. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2002 - In Concorso
Premi: LEONCINO D’ORO e PREMIO LEONE DEL PUBBLICO miglior film e miglior attore a Jean Rochefort
Ma ecco la fine che non ti aspetti: entrambi sembrano essere stati preda di una specie di «morte apparente»; di fatto riaprono gli occhi e... li ritroviamo dopo alcuni anni con il professore che è andato ad aspettare il rapinatore all’uscita dal carcere per consegnargli le chiavi di casa. In pratica si avvera quello che entrambi hanno desiderato: il professore sale su un treno alla ricerca della vita avventurosa che tanto ha sognato, il bandito invece prende possesso della villa di Manesquier per condurre una vita «monotona e pantofolaia».
Film girato con grande mestiere e con una «classe» immensa; i due attori sono semplicemente perfetti, ma anche perché si trovano ad agire su una sceneggiatura perfetta e sono diretti da un maestro del cinema.
La leggerezza del dialogo e la splendida interpretazione lo rende godibilissimo, anche se, sotto il profilo tematico, non ho riscontrato molte cose di grande interesse. Siamo infatti in presenza di una rappresentazione – ripeto molto ben fatta – di quello che ognuno di noi pensa della propria vita: quello che avrebbe potuto essere (e non è stato) se mi fossi comportato diversamente, se avessi colto al volo quell’occasione, se con quella persona avessi agito in maniera diversa. È la sagra delle occasioni che ho perduto durante la mia vita: ma a questi due anziani signori basteranno gli anni restanti per combinare qualcosa di buono?
Ripeto, il film ha questa leggerezza di toni che lo rendono assai fruibile e in questa forma innesca una tematica – sia pure non sviluppata compiutamente – di sicuro interesse. Non credo che si potesse pretendere molto altro. (Franco Sestini)