GLI AMICI DI GEORGIA
Regia: Arthur Penn
Lettura del film di: Adelio Cola
Edav N: 98 - 1982
Titolo del film: GLI AMICI DI GEORGIA
Titolo originale: FOUR FRIENDS
Cast: regia: Arthur Penn - sogg. e scenegg.: Steve Tesich - fotogr.: Ghislain Cloquet - mus.: Elisabeth Swados - mont.: Barry Malkin, Marc Laub - scenogr.: Dick Hughes, David Chapman - cost.: Patricia Norris - interpr.: Craig Wasson (Danilo), Jodi Thelen (Georgia), Michael Huddleston (David), Jim Metzler (Tom), Scott Hardt (Danilo da piccolo), Miklos Simon (Signor Prozor), Elizabeth Lawrence(Signora Prozor)- durata: 116' - Colore - produz.: Cinema 77, Filmways Pictures, Florin, Geria Productions - origine: USA, 1981 - distribuz.: Fox, Ricci e Marinelli (1982) - Video: Skorpion Entertainment
Nazione: USA
Anno: 1981
Gli amici sono tre giovanottoni studenti americani degli anni '60: DANILO, Tom e David, tutte e tre innamorati di Georgia, loro compagna di scuola, leader del gruppetto.
- Io, lamenterà a Danilo alla fine del film l'amica comune, avrei voluto amarvi tutti e tre; ma ora solo te, solo te!
La vita separerà i tre amici: David, impresario di pompe funebri, sposerà Georgia che attende un figlio da Tom; questi partirà per il Vietnam donde ritornerà alcuni anni dopo con la moglie vietnamita e due figlioli; Danilo peregrinerà inquieto per l'America in cerca di fortuna e di Georgia; quest'ultima, sempre insoddisfatta della realtà, inseguirà fantasticamente un irraggiungibile ideale affascinata dal richiamo chimerico del successo divistico?
Fan tenerezza questi giovani immaturi che non si rassegnano a maturare accettando la vita con senso di realismo. Ma «sarà la vita, come dice il papà di Danilo al figlio, a venirli a cercare e li schiaccerà!»
Facile previsione e puntuale realizzazione della profetica sentenza frutto della dura esperienza dell'anziano immigrato iugoslavo. Ne deve passare, però, Danilo prima di rendersi conto che è inutile e dannoso sbattere la testa contro il muro della vita! I sogni di gloria e di facile conquista di alti traguardi svaniscono di fronte alle amare esperienze che giorno dopo giorno egli colleziona con tristezza e sbigottimento. Ci sono però dei valori che egli riesce a mantenere intatti e tra questi la fedeltà all'antica amicizia e la solidarietà alle disgrazie altrui.
Nel film tutti gli avvenimenti succedono in funzione di lui, al fine di farci conoscere le sue reazioni psicologiche. È Danilo dunque il protagonista, anche se Georgia e, in misura inferiore, Tom e David occupano costantemente lo schermo.
La bonarietà di David, la disponibilità di Tom, ma soprattutto l'esaltazione e l'astuzia miliziosa di Georgia costituiscono quasi il controcanto alla desolazione di Danilo, costantemente sprovveduto e sperduto di fronte alle sorprese della vita: quasi tutte negative e dolorose per lui, fino all'uccisione, da parte d'un padre dovizioso, frustrato e deluso per la perdita della figlia che sposa un proletario («Io mi rifiuto di perdere mia figlia!»), della sua giovane sposa nel giorno delle nozze.
Rincorre la vita il giovanotto sognatore, ma in realtà insegue Georgia.
Ristabilitosi dopo il ferimento del quale era rimasto vittima da parte del suocero, suicidatosi per protesta nella medesima circostanza, riprende le ricerche dell'amica del cuore, pur rendendosi conto della inutilità nell'impossibile impresa.
Georgia, che pure aveva affermato: - Sento che vi potrei divorare tutti e tre: sono affamata! -, si rende altrettanto conto che nel suo cuore, aperto a tutti!, in realtà c'è spazio soltanto per lui; ma la vita, che adolescenzialmente continua a sognare, la trattiene dal passo decisivo. Il successo la attira altrove… dove?...
Era sempre stata una pazzerella: anche quella volta, ad esempio, che avrebbe desiderato introdursi nel letto di Danilo intrufolandoglisi in camera dalla finestra, per poi consolarsi con altri al suo rifiuto giudizioso. Ecco com'è Georgia, anche se l'attaccamento affettuoso al suo bambino la redime da un giudizio completamente negativo nei suoi confronti. Eppure anche lei la vita verrà a cercare e anche lei schiaccerà!
I nostri amici sono contestatori, come tutti i giovani, programmaticamente in specie quelli degli anni '60: contestano la società opprimente, la scuola diseducante, il governo guerrafondaio… I genitori poi! Questi vecchi che non aprono gli occhi di fronte ai soprusi e alle soperchierie che soffrono in fabbrica… come il papà di Danilo, per esempio, che è sempre coperto di fuliggine e sporcizia nella acciaieria dove consuma la vita! Via, via, aria pura e libertà!
Sogni, sogni, povero Danilo: apri tu gli occhi e impara a vivere accettando la realtà. Questa è la lezione che le disgrazie dovrebbero insegnargli. Il film, senza cedere a facili patetismi, riferisce la sua lenta maturazione.
«Tu non sei migliore di me!» gli rinfaccia suo padre. «Io ho salito tutti i gradini della scala; tu vuoi saltare tutto e arrivare subito!» È la sua illusione.
La vita raminga lo porterà a contatto con altre situazioni: quella di Louie, ad esempio, un giovanotto spastico e gravemente malato, «romantico scientifico», piuttosto modesto nelle sue aspirazioni vitalistiche.
Danilo si innamorerà di sua sorella, ma il padre come sappiamo, gliela ammazzerà nel bel mezzo della festa di nozze. Il nostro esce vittima desolata anche da questa esperienza, tanto più che dovrà perdere anche l'amico Louie, rapito prematuramente alla povera vedova, che ora non può neppur più chiamarsi madre! non glielo aveva inutilmente detto suo padre, quando Danilo gli aveva inutilmente chiesto la benedizione prima di sposarsi, che «i ricchi non hanno bisogno di benedizione?!»
Trascinandosi malinconicamente il suo baule, quanto a dire tutti i suoi problemi giovanili, Danilo peregrina in cerca di pace, ma inutilmente. La troverà, forse, dopo averlo bruciato quel benedetto baule: al rogo, dal quale salva soltanto il suo piffero, assistono tutti gli amici, riuniti per un'ultima volta secondo l'antica consuetudine.
Ora, forse, saranno maturi per affrontare la vita. Georgia sceglie definitivamente Danilo («Sono così stanca di essere giovane! Voglio stare con te!»), che ormai si rassegna a lavorare integrandosi nella società americana, mentre i suoi vecchi son tornati in Jugoslavia.
«America!» commenta amaramente il padre di Danilo la strage nel giorno del matrimonio del figlio. È il commento amaro che fiorisce sulle labbra dello spettatore. Questa è l'America: un misto di bontà e cattiveria, di tolleranza e razzismo, di pace e violenza, di benessere e indigenza… come il mondo intero!
Notevole sottolineatura musicale è offerta dal tema dell'Adagio della sinfonia «Dal nuovo mondo» di Anton Dvorak: malinconia a tristezza si accingono alla dolce melodia di carattere estatico contemplativo quasi religioso, bene appropriate al tono generale del film, molto ricco di elementi positivi che gli conferiscono spessore di alta umanità, dall'interessamento per le situazioni di emarginazione dei giovani, specie degli immigrati in una cultura che non è la loro, al realismo nella efficace ricostruzione di un'epoca.
Probabilmente gli nuoce l’accenno ai troppi argomenti di riflessione che oggi offre all'attento osservatore il continente nord-americano. (Adelio Cola)