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GANGSTER STORY



Regia: Arthur Penn
Lettura del film di: Aldo Bernardini
Titolo del film: GANGSTER STORY
Titolo originale: BONNIE AND CLYDE
Cast: regia: Arthur Penn - sogg.: David Newman, Stan Shpetner, Robert Benton - scenegg.: Robert Towne, David Newman, Robert Benton - fotogr.: Burnett Guffey - mus.: Charles Strouse - mont.: Dede Allen - scenogr.: Dean Tavoularis - cost.: Theadora Van Runkle - interpr.: Warren Beatty (Clyde Barrow), Faye Dunaway (Bonnie Parker), Michael J. Pollard (C.W. Moss), Gene Hackman (Buck Barrow), Estelle Parsons (Blanche Barrow), Evans Evans (Velma Davis), Gene Wilder(Eugene Grizzard)- durata: 111' - Colore - produz.: Warner Bros./Seven Arts, Tatira/Hiller Productions - origine: USA, 1967 - distribuz.: Warner /Seven Arts - Warner Home Video - Dvd: Warner Home Video
Sceneggiatura: Robert Towne, David Newman, Robert Benton
Nazione: USA
Anno: 1967

Estratto da «Schedario Cinematografico» (Ber [Aldo Bernardini]), 1968, 8 schede, ed. CiSCS

Il film può essere adatto per cicli sul cinema gangsteristico, sull'impiego dell'elemento paesaggistico e ambientale nel cinema, sul cinema che ricostruisce il clima particolare di un'epoca, sui problemi socio-educativi determinati dal cinema, sul problema della giustizia e della violenza privata.

 

È LA STORIA DI Bonnie e Clyde, due giovani asociali incontratisi nel Texas all'epoca della grande crisi e subito attratti l'uno verso l'altra, i quali, per assecondare le loro ambizioni di gloria e di avventura e quasi per vendicare i contadini delle angherie loro inflitte dagli istituti bancari, si dedicano con successo alla rapina e al delitto in vari Stati dell'Unione – ben presto aiutati da uno scentrato giovanottello (Moss), dal fratello di Clyde (Buck) e dalla moglie di questi (Blanche), con i quali si organizzano in banda – riuscendo ripetutamente a sottrarsi agli inseguimenti e alle imboscate della polizia (di cui arrivano a prendersi gioco nella persona del capitano Hamer); dopo aver avvertito foschi presagi di morte, rafforzati nel malinconico incontro con la madre di Bonnie, sorpresi dalla polizia in un motel, riescono feriti a sfuggire ancora alla cattura, abbandonando Buck (rimasto ucciso) e Blanche (finita, ferita nelle mani della polizia) e trovando rifugio nella casa del padre di Moss dove, in un intermezzo di serena tranquillità, realizzano la pienezza della loro unione fisica e spirituale; traditi dal padre di Moss, accordatosi con il vendicativo capitano Hamer messo sull'avviso dalle indescrizioni di Blanche, i due perdono infine la vita crivellati di colpi in un ultimo tranello della polizia.

 
LETTURA

I protagonisti sono due giovani, Clyde Barrow e Bonnie Parker; il film parte dal loro incontro e narra le vicende della carriera criminosa che li porta a morire insieme in un agguato della polizia. La struttura del racconto si sviluppa in una duplice direzione: da un lato mostra l'evoluzione interna dei rapporti affettivi della coppia (l'attrazione reciproca al primo incontro, le difficoltà nei rapporti intimi, il superamento finale della impotenza relativa di Clyde); dall'altro inserisce questa evoluzione nel più ampio e composito contesto narrativo del progredire della coppia sulla strada del delitto. Il racconto tende così ad uno svolgimento per capitoli e alterna alla successione sempre più incalzante delle scene d'azione alcune «pause» piuttosto statiche in cui vengono esplicitate e sviluppate le varie implicazioni tematiche della vicenda.

 

Il primo filone strutturale è più lineare e meno sviluppato del secondo, con il quale tuttavia è posto in stretta connessione (la definizione delle motivazioni interne dei personaggi avviene quasi sempre nella stessa duplice direzione privata e pubblica, con reciproche interferenze dei due ambiti). All'inizio del film, Bonnie è attratta dalla personalità divertente e spregiudicata di Clyde, che la convince a seguirlo con una dimostrazione di destrezza (la disinvolta rapina in drogheria), con le sue doti di intuizione psicologica (le descrive la squallida vita da lei fino a quel momento condotta) e con la promessa di un'esistenza avventurosa che potrà procurare anche a lei ricchezza e gloria («potresti diventare la donna più celebre del Texas»); l'entusiasmo di Bonnie è un po’ smorzato dalla riluttanza di Clyde per le effusioni e i rapporti sessuali, ma non per questo ella rinuncia ad accettare la sua offerta. Le prime rapine affiatano sempre più la coppia: ma all'elemento di disunione costituito dalle inibizioni di Clyde si aggiungono più avanti in Bonnie l'insofferenza per il temperamento isterico e per le pretese di Blanche (nell'episodio della villetta nel Missouri e in quello della distribuzione del bottino dopo la terza rapina in banca), aggregatasi alla banda con il marito Buck (fratello di Clyde), e la nostalgia struggente per una normalità di vita e di affetti (che ha il suo punto culminante nell'intensa scena dell'incontro con la madre). Dopo la scomparsa dalla scena di Buck (ucciso) e di Blanche (catturata), nella quiete del rifugio offerto loro dal padre di Clarence, i due trovano finalmente la serenità e la felicità nella pienezza di un rapporto sentimentale e fisico che la morte viene improvvisamente a spezzare. Più composito e sfaccettato è il secondo filone strutturale, che offre al film il suo principale traliccio narrativo: in esso confluiscono elementi che illustrano quasi cronachisticamente le tappe principali dell'attività criminosa della coppia e altri elementi che illustrano quasi cronachisticamente le tappe principali dell'attività criminosa della coppia e altri elementi che esplicitano da un lato le motivazioni psicologiche e le implicazioni morali di tale attività, e dall'altro il contesto sociale, la particolare situazione storica ed umana in cui essa si inserisce e che in parte la determina. Le tappe della carriera di Bonnie e Clyde sono descritte nella loro progressione: le prime rapine fatte quasi per scommessa, il reclutamento di Clarence, l'unione con Buck e Blanche, le rapine nelle banche e le fortunose sortite dagli accerchiamenti della polizia, l'incontro con il capitano Hamer che sarà l'artefice della loro tragica fine. Ha un certo peso in questo primo gruppo di elementi narrativi il montaggio parallelo con le operazioni della polizia che si fa sempre più serrato verso la fine, quando il subdolo Hamer prepara la sua trappola accordandosi con il padre di Clarence. Il secondo gruppo di elementi di questo secondo filone tende ad inserire le vicende dei protagonisti in una vera e propria dimensione tematica che ne amplifica il respiro e la portata. All'inizio troviamo Clyde uscito di prigione e già deciso a continuare a infrangere la legge (ha una pistola). L'incontro con Bonnie sembra dare una motivazione più precisa alle sue impreses: farà il rapinatore per conquistare fama e ricchezza, ma anche per apparire interessante agli occhi della sua compagna (quasi per controbilanciare con queste imprese la sua mancanza di virilità). A queste motivazioni individualistiche si aggiunge però quasi subito (dall'incontro con i contadini cacciati dalla fattoria) un ideale più nobile: rapinerà banche per vendicare la povera gente delle angherie subite dai ricchi. Sono così poste le premesse per giustificare psicologicamente gli avvenimenti successivi. Bonnie e Clyde sono infatti caratterizzati come due personaggi simpatici e alla buona, ricchi di sensibilità umana anche se non molto istruiti: rubano ma non vorrebbero far del male a nessuno. Quando Clyde è costretto per le prime volte a versare del sangue (nella rapina alla seconda drogheria e in quella alla banca con Clarence), entra in crisi e si dispera (anche se per poco); tuttavia continua sulla strada intrapresa, non solo perché l'omicidio lo mette decisamente al di fuori della legge e della società (è il momento in cui offre a Bonnie l'ultima occasione di ritornarsene a casa, risultando che essa non è stata ancora identificata dalla polizia), ma anche perché lo sospinge e giustifica una ragione ideale (non a caso riaffermata più avanti, nelle frasi ingiuriose rivolte al poliziotto catturato e nella restituzione del denaro al contadino nella terza rapina alla banca del Missouri). Nella seconda parte del film, questo motivo sociale collegato al personaggio di Clyde passa in second'ordine rispetto ad un elemento «poeticizzante» che affiora sempre più chiaramente nel personaggio di Bonnie: il farsi strada, cioè, nella sua coscienza di un presagio di morte (che si avvia nella scena in cui Eugene è cacciato con Vilma dall'automobile a causa della sua lugubre professione e si rafforza nella sequenza successiva della disperata nostalgia di Bonnie per la madre, nell'incontro con lei e nella malinconia di quell'idillio sul prato). Questo elemento fa gravare sulle vicende conclusive dei protagonisti l'ombra incombente di un destino tragico ineluttabile: e il destino è qui incarnato dal vendicativo poliziotto, le cui mene contrappuntano significativamente il gioioso spensierato idillio in campagna. Questa impostazione idealizzante dei personaggi, rafforzata dalla ingenua giovialità che loro deriva dalla recitazione degli attori, è anche la chiave attraverso cui l'autore attua il collegamento delle figure e delle imprese della coppia con lo sfondo storico-sociale. Tale collegamento, iniziato nella scena dell'incontro con i contadini cacciati dalla fattoria, viene via via sviluppato in varie scene successive: in un primo tempo in funzione semplicemente di un'ambientazione dei personaggi nell'epoca della grande crisi (la banca fallita, lo squallore di quelle cittadine polverose, ecc.); più avanti, sempre più chiaramente in funzione di un rafforzamento di quella idealizzazione dei personaggi che nasceva, come abbiamo già rilevato, dalla loro caratterizzazione psicologica. Ed ecco quindi in questa direzione la significativa corrispondenza tra la mitizzazione operata all'interno delle vicende dei protagonisti (il loro entusiasmo per i resoconti dei giornali, la beffa della fotografia di Bonnie con il poliziotto, il simpatico intermezzo con Vilma ed Eugene, e soprattutto il motivo ricorrente delle ballate scritte e lette da Bonnie sulle loro gesta) e quella fatta derivare dall'ambiente sociale (la riconoscenza del contadino a cui hanno restituito i soldi durante la terza rapina in banca, la solidarietà dei diseredati, nell'incontro di Bonnie con la madre e nella breve sosta all'accampamento durante il viaggio di Clarence verso la casa del padre con gli amici feriti, l'ingenua fiducia di Clarence nell'imprendibilità della coppia).

 

La corrispondenza tra lo sviluppo dei due filoni strutturali (il raggiungimento di una piena unità affettiva e fisica, la idealizzazione delle loro qualità umane, il loro essere prima entrambi di una rivendicazione sociale e poi vittime di un destino tragico) e il loro confluire nella scena della morte crudele inflitta ai protagonisti dal vendicativo poliziotto (trasfigurata dall'uso del rallentatore e definitivamente sottratta quindi ad ogni sospetto realistico, cronachistico) permette di individuare in questo processo mitizzante il perno strutturale principale di tutta l'opera risultando ad esso funzionalizzati entrambi i filoni strutturali accennati (anche le difficoltà interne della coppia assumono, da questo punto di vista, la funzione di rendere più emotivamente suggestiva e significativa la pausa di serenità che alla fine, per contrasto, farà sentire ancor più crudele e immotivata la sparatoria della polizia) e anche certe scelte stilistiche dell'autore: dalla ricerca di particolari effetti cromatici - evidente soprattutto nell'ultima parte - all'impiego di quell'allegro motivetto di banjo che scarica la tensione accumulata nei momenti più violenti e drammatici e riporta il racconto al suo caratteristico tono di ballata popolare, un po’ ironica e un po’ nostalgica.

Il significato del racconto risulta quindi consistere in una interpretazione idealizzata di una coppia di rapinatori: interpretazione che, seguendo il progredire della loro carriera criminosa, prima si preoccupa di situarla nel preciso contesto storico-sociale, della crisi degli anni trenta, finendo poi per isolare i personaggi in una dimensione tragica meta-storica. Queste due fasi dello sviluppo tematico non sono tuttavia perfettamente strutturate in funzione espressiva unitaria: data la frammentarietà derivante al racconto dal suo andamento per capitoli e piccoli episodi, date certe contraddizioni interne all'opera (come ad esempio: il contrasto tra il vigore spattacolare con cui sono descritte le rapine e gli scontri con la polizia e il tono più disteso e pacato degli intermezzi esplicativi; la casualità con cui sono portati avanti i vari temi secondari; l'approssimazione con cui vengono stabiliti i nessi tra personaggi e ambiente; ecc.) e data anche la scarsa forza trasfigurante di uno stile prevalentemente ancorato a moduli realistici. Per le stesse ragioni, la tematica non raggiunge l'alto livello di universalità che era nelle intenzioni degli autori: solo episodicamente i personaggi assumono una dimensione che, al di là degli aspetti eccezionali e singolari del loro temperamento e delle loro imprese, li fa emblemi di una situazione esistenziale tipica di un determinato momento storico; l'ambito in cui essi prevalentemente si muovono si trova a mezza strada tra la cronaca spicciola e una mitologia popolaresca priva di consistenti addentellati con una più vasta e profonda realtà umana. Il fondo mentale che l'autore rivela in questo film è quello di colui che ha visto nelle vicende dei due banditi l'occasione di uno spettacolo ricco di movimento e di scene ad effetto, in cui egli più che impegnarsi tematicamente, trovava l'occasione per dare libero corso al suo gusto per la violenza e ai fermenti anarcoidi della sua ideologia.

 

Dotato più di mestiere che di vero talento, Penn ha raggiunto risultati artistici di rilievo nelle singole sequenze, ma non ha saputo orchestrare ed equlibrare i vari elementi in una unità strutturale veramente solida e coerente. A momenti di alto livello stilistico ed espressivo (la sorpresa della polizia nel villino in Missouri, le scene dell'incontro di Bonnie con la madre, la sosta nel povero accampamento dei contadini) si alternano scene che rivelano un'ispirazione più letteraria che autenticamente cinematografica. Pregevole per il gusto paesaggistico, per l'accurata ricostruzione del clima di un'epoca, per la tecnica scaltrita impiegata ai limiti del virtuosismo, per l'efficacia caratterizzata dei personaggi di contorno, per il rilevante apporto di attori dotati, il film, nonostante i limiti di fondo rilevati, possiede una sua indubbia dignità di confezione, tale da giustificre il successo incontrato presso il pubblico più vasto.

 

Dal punto di vista morale, la mitizzazione delle imprese dei due fuorilegge, operata come abbiamo visto sia attraverso elementi esterni (le particolari condizioni della società americana dell'epoca, la caratterizzazione negativa delle forze dell' ordine, ecc.) sia soprattutto interni (attraverso gli alibi morali offerti ai personaggi, che li poeticizzano e li caricano di un alone di simpatia), finisce per esaltare un genere di vita totalmente disancorato da valori etici oltre che morali. Il grado di autenticità umana riconosciuto a Bonnie e Clyde (la loro ricerca di una unione affettiva oltre che fisica sempre più completa e ricca) non attenua, ma anzi accentua la negatività della tematica: infatti, gli sviluppi privati della vicenda di Bonnie e Clyde restano, come già rilevato, in sott'ordine rispetto al discorso più generale del film e vengono strumentalizzati proprio in vista di quell'alone di simpatia che impedisce allo spettatore di operare le opportune distinzioni tra componenti umane positive e comportamenti criminosi. Il compiacimento con cui l'autore si abbandona poi a virulente descrizioni di fatti di sangue e di episodi di violenza rende il film pericoloso anche per quanto riguarda l'influsso che esso può produrre, specie sul pubblico giovanile (di cui d'altra parte sembra riflettere e assecondare certi tipici attuali fermenti protestatari).

 

GIUDIZIO UFFICIALE CATTOLICO (C.C.C., Italia ): «Il film è appunto la storia di un gangster, narrata con occhio impietoso e con una evidente demistificazione dell'eroe negativo. Tuttavia, il regista sembra compiacersi nella descrizione di scene di estrema violenza, le quali, unite ad una sequenza erotica del tutto inaccettabile ed al sospetto che i tutori dell'ordine agiscano contro i criminali più per vendetta personale che per il trionfo.

 


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