EL CAMPO Il Campo
Regia: Hernán Belón
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: EL CAMPO IL CAMPO
Titolo originale: EL CAMPO IL CAMPO
Cast: regia: Hernán Belón – scenegg.: Hernán Belón, Valeria Radivo – fotogr.: Guillermo Nieto – mont.: Natalie Cristiani – mus.: Antonio Fresa, Luigi Scialdone – cost.: Anna Franca Ostrovsky – scenogr.: Walter Cornas – interpr.: Leonardo Sbaraglia (Santiago), Dolores Fonzi (Elisa), Matilda Manzano (Matilda), Pochi Ducasse (Odelsia), Juan Villages (Alberto) – durata: 82’ – colore – produz.: Joana D’Alessio, Hernán Belón, Giorgio Magliulo, Luciano Stella, Thierry Lenouvel – origine: ARGENTINA, 2011 – distrib.: Cinecittà Luce
Sceneggiatura: Hernán Belón, Valeria Radivo
Nazione: ARGENTINA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – SETTIMANA DELLA CRITICA
Due coniugi di mezza età con una bambina d’un anno e mezzo si trasferiscono in pieno inverno dalla città dove abitano in una casa presa in affitto in campagna. Non ci sono tutti i confort, anzi la costruzione ha bisogno di qualche piccola riparazione. Poi, con «tempo, vedrai che sarà la nostra casa ideale» ‘Nostra’, si fa per dire, perché la moglie si dimostra scontenta e insoddisfatta. Non sa neanche lei perché! Il marito la tranquillizza e se la tiene vicina con frequenti incontri coniugali, con i quali s’illude di ‘guarirla’ dalla sua tristezza malinconica. Ella rifiuta la compagnia d’una vecchia custode della casa, non accetta i suoi doni semplici e sinceri, i frutti del suo orto, un cagnolino per giocare con la figlioletta. Litiga con marito per futili occasioni d’incomprensione, un giorno s’allontana da casa e torna in città senza preavvisarlo: è la goccia che fa travasare l’acqua del vaso. «Non ti amo più, voglio andarmene, voglio che ci separiamo!» L’altro non si rende conto del motivo dello stato d’animo di lei, la offende e la minaccia. Neppure una fool immersion nel caos della città con le sue distrazioni e divertimenti riesce a far riportare la serenità nel cuore della donna. Sarà la vecchia custode ad offrirle la formula magica della soluzione del sua crisi: «Bisogna vivere!» Lei ci pensa, riflette e capisce che la vecchia ‘amica’ le aveva offerto il consiglio saggio d’un’esperta di vita. La saggia consigliera muore, la destinataria della sua lezione visita la salma nella casa dove è morta e contempla la calma serena e ‘pratica’ dei familiari attorno al letto funebre. Ora può dire d’aver imparata la lezione. Padre, madre e figlioletta ritornano in città rinunciando ad affittare la casa in campagna. Il film era iniziato con l’apertura del rustico cancello di legno per consentire alla vettura della famigliola di entrare nel cortile della casa in campagna; si chiude ad inclusione con la riapertura del cancello per lasciare uscire la macchina che riporta a casa la famiglia dopo il brevissimo soggiorno in quella del ‘campo’. La regia è molto attenta nell’inquadrare la protagonista in crisi; la cinepresa le è sempre addosso. Molto efficace è la recitazione dell’interprete nell’esprimere con minimi gesti e atteggiamenti mimici del volto il costante suo malessere interiore. In una breve sosta del viaggio di ritorno in città il marito si pente di non essere riuscito a comprendere la moglie e piange, abbracciato affettuosissimamente dalla moglie, che gli perdona compatendolo. (Adelio Cola)
