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TUTTI I NOSTRI DESIDERI



Regia: Philippe Lioret
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: TOUTES NOS ENVIES
Titolo originale: TOUTES NOS ENVIES
Cast: regia: Philippe Lioret – scenegg.: Philippe Lioret, Emmanuel Courcol – dal romanzo D’autres vies que la Mienne di Emmanuel Carrére – fotogr.: Gilles Henry – mont.: Andréa Sedlackova – mus.: Flemming Nordkrog – scenogr.: Yves Brover – cost.: Anne Dunsford – interpr. princ.: Vincent Lindon (Stéphane), Marie Gillain (Claire), Amandine Dewasmes (Céline), Yannick Rénier (Christophe) – durata: 120' – produz. : Fin Août Productions – origine: FRANCIA, 2011
Sceneggiatura: Philippe Lioret, Emmanuel Courcol
Nazione: FRANCIA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Giornate degli autori

Dopo il bellissimo WELCOME, il regista francese Philippe Lioret continua nella sua osservazione della realtà sociale ed economica del mondo occidentale e nella sua battaglia a favore di coloro che ne sono vittime.

Ispirato al romanzo D'autres vies que la mienne di Emmanuel Carrére, Toutes nos envies (= tutti i nostri desideri) racconta la storia di Claire un giovane donna, felicemente sposata con Christophe e madre di due splendidi bambini, che di professione fa il giudice. Nella scuola che i bambini frequentano, ha occasione di conoscere Céline, anche lei madre di due figli, che vive in ristrettezze economiche. Ma la sorpresa più grande avviene quando in tribunale Claire si trova a dover giudicare Céline, denunciata dagli istituti di credito per le sue insolvenze piuttosto consistenti. Stando alla legge, Claire dovrebbe condannarla, ma la compassione per quella donna senza marito e con un misero lavoro prevale e le fa prendere posizione a suo favore. Nel frattempo Claire viene a sapere di avere un tumore al cervello e prospettive di vita molto limitate. Claire tiene per sé quel segreto e rifiuta le cure che la distruggerebbero nel fisico e nel morale, allungando solo di poco la sua vita. Per di più viene sospesa dalle funzioni di giudice per non essere stata imparziale nel giudicare Céline.

Claire chiede allora aiuto ad un altro avvocato, Stéphane, che si prende a cuore il problema di Céline e, al momento di giudicarla (il caso, infatti, è stato affidato a lui) contesta il contratto che le banche fanno firmare ai loro clienti dichiarandolo non valido. Tra i due avvocati, che sono in perfetta sintonia e che ritengono che la giustizia debba tutelare i più deboli, nasce anche un profondo rapporto di stima e di amicizia. Ma le cose si complicano: Céline viene sfrattata  e va a vivere in un centro di assistenza sociale. Per di più la sentenza di Stéphane viene annullata in appello. Allora Claire decide di ospitare Céline e i suoi figli a casa sua, formando una famiglia allargata e, assieme a Stéphane studia un nuovo modo per difendere la donna e tutti coloro che si trovano nelle sue condizioni. Nasce l'idea di denunciare le banche per concorrenza sleale a causa delle promesse che queste fanno ai clienti e che poi risultano ingannevoli. Nel frattempo la malattia di Claire diventa sempre più grave fino a precipitare. La donna morirà, ma riuscirà a salvare la sua famiglia affidando il marito e i figli proprio a Céline (che prenderà il suo posto) e a vincere la causa contro gli istituti di credito.

Il racconto è lineare e, attraverso una serie di didascalie, scandisce la storia di Claire a partire dal 13 settembre fino al 14 gennaio. Al centro la figura della protagonista, Claire, una donna sensibile e determinata. Claire ha passato un'infanzia infelice: il padre ha abbandonato la famiglia quando lei era piccola e la madre è sempre stata assillata dai debiti. Forse proprio per questo Claire ha acquisito una particolare sensibilità nei confronti di chi soffre; per questo si affeziona a Stéphane, nel quale ritrova una vera figura paterna; per questo pensa che la giustizia debba avere una funzione equilibratrice a livello sociale. La sua malattia, che dovrebbe portarla a pensare solo a sé o al massimo alla propria famiglia, non le impedisce di continuare a battersi non solo per Céline, ma anche per tutti coloro che sono schiacciati da un sistema che salvaguarda soltanto i forti e i potenti. Il film diventa così un atto di accusa nei confronti degli istituti di credito che si comportano da “padroni”, nei confronti della legge che è al loro servizio, nei confronti dell'Europa definita “un mercato”. Solo con sensibilità e la tenacia di Claire (e di Stéphane) è possibile ridare dignità e speranza a tante persone che altrimenti soccomberebbero.

Il film è nobile nelle intenzioni, efficace nel linguaggio, ricco di pathos, senza cadere nel patetismo. (Olinto Brugnoli)

 


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