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WUTHERING HEIGHTS (Cime tempestose)



Regia: Andrea Arnold
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: CIME TEMPESTOSE
Titolo originale: WUTHERING HEIGHTS (CIME TEMPESTOSE)
Cast: regia: Andrea Arnold – scenegg.: Andrea Arnold e Olivia Hetreed, tratto dal romanzo omonimo di Emily Bronte – fotogr.: Bobbie Ryan BSC – mont.: Nicolas Chaudeurge – scenogr.: Helen Scott – cost.: Steven Noble – parrucchiera e trucco: Emma Scott – mus.: Nicolas Becker – interpreti: James Howson (Heathcliff da grance), Kaya Scodelario (Cathy da grande), Steve Evets (Joseph), Solomon Glave (Heathcliff giovane), Shannon Beer (Cathy giovane), Oliver Milburn (Mr. Linton), Paul Hilton (Mr. Earnshaw), Simone Jackson (Nelly), Lee Shaw (Hindley), Amy Wren (Frances), Nichla Burley (Isabella Linton) – durata: 128’ – colore – produz.: Robert Bernstein, Kevin Loader (Ecosse Films) – origine: GRAN BRETAGNA, 2011 – distribuz. internaz.: Hanway Films
Sceneggiatura: Andrea Arnold e Olivia Hetreed
Nazione: GRAN BRETAGNA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Concorso
Premi: OSELLA per la migliore fotografia a ROBBIE RYAN

È la storia di un ragazzo di colore, Heathclif, arrivato a Liverpool dall’Africa, che viene “adottato” da un agricoltore dello Yorkshire e condotto nella sua casa facendolo vivere con la famiglia, nella isolata brughiera sulle colline, insieme ai due figli – un maschio, Hindley, e una femmina, Cathy. Mentre il primo lo prende continuamente a botte e lo sfotte per il colore della pelle, Mary lo guarda con occhi diversi ed è l’unica con cui il giovane può rapportarsi, tanto che la relazione tra i due assume – per lui – il carattere dell’ossessività; questo fino a quando la ragazza, nel frattempo diventata una bella signorina, decide di sposarsi con il figlio del proprietario della villa a loro più vicina (perché non ha altra alternativa, in quanto Heathclif non glielo farebbero sposare)  e il dramma comincia così a prendere forma.

Dopo aver sfogato la propria disperazione ed essere stato ripagato con altre botte dal fratello di Cathy, il giovane decide di andarsene e, sotto uno scroscio di pioggia (a proposito: nel film piove quasi sempre!!), abbandona la casa e la speranza di congiungersi con Cathy.

Ma qualche anno dopo il giovane, nel frattempo divenuto un bel giovanotto, tutto azzimato ed elegante, fa la propria ricomparsa e, ovviamente, si dirige subito alla ricerca di Cathy, la quale sta facendo una vita “normale” accanto al coniuge (immagine tipica della borghesia di una volta) ed alla cognata Isabella, una zitella un po’ legnosa ma ancora piacente.

Vista la situazione e visto soprattutto che Cathy non è andata oltre ad un saluto affettuoso e basta, il giovane si ingegna a creare le difficoltà più impensabili a tutti gli altri: corteggia Isabella, la quale perde la testa per lui; poi si installa nella vecchia casa dove abita solo Hindley e ne prende in affitto una stanza, tanto per continuare a respirare gli antichi odori.

La trama ordita da Heathcliff comincia a dare i primi frutti: il fratello di Cathy, attanagliato dai debiti di gioco, chiede dei soldi in prestito al giovane che, ovviamente, glieli concede; Isabella, completamente partita di testa cerca di accalappiare il giovanotto, mentre Cathy è combattuta tra il marito e il vecchio amico (non si può dire “amante”); per di più arriva una nuova complicazione: anche se non annunciato ufficialmente, Cathy sembra incinta e quindi un eventuale distacco dal marito per seguire Heathcliff sarebbe ancora più complicato.

Alla fine il tutto sfocia nella annunciata tragedia: Cathy muore (di crepacuore, come si diceva una volta?) e Heathcliff scappa con Isabella, per mollarla dopo poco e anch’essa finirà mezza matta; Heathcliff si ritrova padrone della casa in cui è iniziato il tutto a causa dei debiti di Hindley e quindi diventa anch’esso un “proprietario terriero”.

Il film è l’ennesima riduzione del celeberrimo romanzo omonimo di Emily Bronte, vera icona del romanticismo europeo, ma l’autrice apporta alcune variazioni alle altre stesure cinematografiche; di queste vorrei ricordare solo quella interpretata da Laurence Olivier che rappresentò un successo mondiale e che, confrontata con questa… mi fa venire i brividi lungo la schiena.

Ma torniamo alla nostra versione del romanzo; il fatto più clamoroso è l’aver usato un attore di colore per interpretare Heathcliff: probabilmente ha ritenuto che al momento attuale la figura che più si adatta al ruolo dello sbeffeggiato e picchiato, sia rappresentata dall’uomo di colore, ma se così fosse, non mi sembra neppure un gesto molto coraggioso, visto che adesso sono altri i cosiddetti “ultimi della terra” e un negro è Presidente degli Stati Uniti.

Comunque, vista la scelta della regista, guardiamo il film sotto l’ottica della struttura che ci viene proposta: la narrazione è suddivisa in tre parti: la prima ci mostra l’inserimento – in verità difficoltoso e pieno di botte – di Heathcliff in casa dei genitori di Cathy, con tutti gli sviluppi che la situazione comporta: legnate sempre più frequenti da parte del fratello e misurate difese da parte della ragazza, la quale al termine del blocco, vista l’ostilità insuperabile della famiglia ad una relazione con Heathcliff, sceglie di convolare a nozze con il vicino ricco sfondato (non mi sembra un gesto di grosso coraggio)

È quindi comprensibile che il nostro giovane, diventato adulto, fatta carriera (non viene detto in che modo), si ripresenti nei luoghi della sua giovinezza alla stessa stregua di un novello Conte di Montecristo, cioè ricco e spietato nella vendetta; e questo è l’oggetto della seconda parte del film, laddove si narra dell’incontro tra Heathcliff e Cathy, ma si mostra anche il marchingegno che il nuovo arrivato mette in atto per vendicarsi del fratello di Cathy, colui cioè che gli ha rifilato un sacco di botte e che adesso è diventato un giocatore incallito ed ha finito tutti i soldi.

La terza parte del film è l’autentico epilogo della tragedia: Cathy morta di dolore, Isabella impazzita, la casa dei genitori della ragazza che viene acquisita da Heathcliff; si potrebbe dire quindi che quest’ultimo è soddisfatto delle vendette consumate e invece lo vediamo triste e sconsolato, poiché non era la vendetta il solo scopo del suo ritorno, ma poteva essere anche il tentativo di ricucire con Cathy e di fuggire con lei per rifarsi una vita insieme.

Quindi pessimismo totale e nessuno che si possa dichiarare soddisfatto: basti pensare che Heathcliff scava la tomba di Cathy, svelle i chiodi della bara, al solo scopo di rivederne il volto un’ultima volta.

Questo è l’impianto narrativo messo in piedi dall’autrice; cercare di andare oltre per vedere se esista qualche idea tematica sarebbe come cercare l’acqua nel deserto; caso mai possiamo soffermarci sulle interpretazioni degli attori che, se messe a paragone con coloro che li hanno preceduti nelle altre versioni, fanno la figura dei dilettanti, ma comunque dobbiamo riconoscere che l’Heathcliff adulto mostra una notevole sicurezza e si muove bene di fronte alla macchina da presa; sugli altri stenderei un velo pietoso. (Franco Sestini)

 


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