EVA
Regia: Kike Maillo
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: EVA
Titolo originale: EVA
Cast: regia : Kike Maillo – scenegg.: Sergi Belbel, Cristina Clemente, Marti Roca, Aintza Serra – fotogr.: Arnau Valls Colomer – mont.: Elena Ruiz – scenogr.: Laia Colet – cost.: Maria Gil – mus.: Evgueni Galperine, Sacha Galperine – interpr. princ.: Daniel Brühl, Marta Etura, Alberto Ammann, Claudia Vega, Anne Canovas, Lluís Homar – durata: 94’ – colore – produz.: Escandalo Film e Ran Entertainement – origine: SPAGNA / FRANCIA, 2011 – distribuz.: Videa CDE
Sceneggiatura: Sergi Belbel, Cristina Clemente, Marti Roca, Aintza Serra
Nazione: SPAGNA / FRANCIA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Fuori Concorso
Premi: Menzione Speciale Vittorio Veneto Film Festival
È un film che si può raccontare cominciando dall’inizio oppure dalla fine (ricordate GLI ALTRI con Nicole Kidman?). Ci perdoni lo spettatore che vedrà EVA, se lo priviamo della soddisfazione della sorpresa finale, ma è meglio rovesciare subito le carte del gioco sul tavolo. Alex e il fratello David sono due bravissimi ingegneri creativi, colleghi di Lana, agli ordini di Julia in una celebre università, dove lavorano nella realizzazione di robot, tanto animali quanto umani. Alex, dopo aver lavorato con Lana al progetto EVA, bambina sensibile e intelligente, a metà dell’impresa abbandona tutto e va a lavorare altrove. Julia dopo alcuni anni lo richiama per affidargli il completamento del progetto ‘robot bambino’, al quale soltanto lui può aggiungere il ‘programma emotivo’. Ritornato al lavoro, s’imbatte casualmente in una bambina ‘eccezionale’ (“Finalmente ti ho ritrovato!, esclama incompresa la piccola piena di vita). Quest’ultima è ‘figlia’ di Lana, moglie del fratello di Alex. Di lei s’innamora il nostro provocando la vendetta di David: ”Adesso ritorni dopo averla abbandonata una volta”. Ma la donna, si chiede lo spettatore, non è morta, caduta da un precipizio di montagna, come abbiamo già visto fin dall’inizio del film? Effettivamente è così, ma come mai allora…? Eva si autoaccusa: “L’ho spinta io!” (poi piange!…). Sappiamo, perché l’ho anticipato, che lei è un robot. Dopo un guasto tecnico, Lana l’aveva ‘riparata’, cioè l’ha fatta rivivere e lei si è vendicata!..? Alex rimane sbalordito alla sua confessione: ”Sono tua figlia!” “Eva, le chiede ‘suo padre’ mentre sogna, che cosa vedi ad occhi chiusi?” Vede “luce, tanta luce…”: sono i ricordi dei bei giorni passati nelle vacanze al mare assieme ai ‘genitori’ Alex e Lana. La musica misteriosa e spesso straziante commenta i fatti, estranei ad ogni credibilità e logica narrativa e fantascientifica. Il regista della ‘favola’, bene diretta e molto bene interpretata, vuole far riflettere lo spettatore. Attenzione, la scienza estrema prima o poi potrebbe vendicarsi; attenzione, essa può contribuire al nostro benessere (vedi Max, il maggiordomo tutto fare e disposto all’aiuto disinteressato del suo signore, Alex, affidatogli da Julia), ma non abusate di forze misteriose, che non sappiamo dove possono arrivare e che cosa saranno in grado di causare. Si dirà che la morale è vecchia e banale; la realizzazione del film che la presenta è però di notevole levatura cinematografica e spettacolare. Da non sottovalutare è la richiesta finale di Eva ad Alex che la accarezza: ”Fammi diventare una buona bambina!” Chi ha orecchi per intendere, intenda. (Adelio Cola)