MISSIONE DI PACE
Regia: Francesco Lagi
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: MISSIONE DI PACE
Titolo originale: MISSIONE DI PACE
Cast: regia: Francesco Lagi scenegg.: Umberto Contarello, Filippo Gravino, Francesco Lagi, Marco Pettenello fotogr.: Arnaldo Catinari mont.: Danilo Torre scenogr.: Mauro Vanzati cost.: Antonella Cannarozzi mus.: Bugo interpr. princ.: Silvio Orlando (Cap.Sandro Vinciguerra), Francesco Brandi (Giacomo Vinciguerra), Alba Rohrwacher (soldato Maria Pettariello), Filippo Timi (Che Guevara), Antonella Attili (Teresa Vinciguerra) durata: 90 colore produz.: Bianca Film origine: ITALIA, 2011
Sceneggiatura: Umberto Contarello, Filippo Gravino, Francesco Lagi, Marco Pettenello
Nazione: ITALIA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 SETTIMANA DELLA CRITICA
Padre e figlio, tutti e due con una missione…di pace: il primo, capitano dell’esercito regolare italiano, deve catturare un celebre terrorista che da anni sfugge ad ogni ricerca dandosi alla macchia nei boschi; l’altro, pacifista ad oltranza con mezzi esclusivamente retorici, vuole aggiungere al bosco della pace, al confine tra due Paesi dei Balcano, il suo albero simbolo di pace. Il figlio fa di tutto per impedire e rovinare l’azione ‘militare’ del padre, che dal buon esito dell’incarico ricevuto aspetta la sospirata promozione al grado superiore.
Le avventure che contrastano le due rispettive ‘missioni’ sono originate da incontri con difficoltà imprevedibili e apparentemente insormontabili. Il terrorista, dopo peripezie favolistiche, verrà catturato e l’albero della pace piantato e militarmente salutato da tutti sul confine tra le due nazioni un tempo belligeranti. La colonna sonora accompagna le vicende strampalate con tre espedienti musicali: il ‘crescendo’ d’una sinfonia di Rossini, trionfanti marce militari e… frequenti sonori ragli d’un pacifico asino al pascolo. Raccontata così, la storia sembra riferirsi a… problemi seri e impegnativi. In realtà l’argomento è quanto mai serio ma la realizzazione finisce per sprofondare in una farsa, una burla e una buffonata irrispettosa verso l’esercito sbeffeggiato, forse involontariamente!, e nei confronti degli spettatori.
I quattro gatti che si sono fermati in sala fino alla fine del film, probabilmente si sono interrogati come il sottoscritto: chi ha finanziato tale film? Chi gli ha pagato il viaggio per arrivare al festival d’arte cinematografica di Venezia? Se a questo punto siamo arrivati con il pretesto di fare dell’umorismo ad ogni costo, è proprio un brutto segno del livello culturale raggiunto. (Adelio Cola)