DUO MINGJIN (Life without principle)
Regia: Johnnie To
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: DUO MINGJIN (LIFE WITHOUT PRINCIPLE)
Titolo originale: DUO MINGJIN (LIFE WITHOUT PRINCIPLE)
Cast: regia: Johnnie To scenegg.: Au Kin Yee, Wong King Fai fotogr.: Cheng Siu Keung mont.: David Richardson scenogr. e cost.: Sukie Yip interpr. princ.: Denise Ho (Teresa), Lau Ching Wan (Panther), Richie Jen (Cheung Jin Fong), Myolie Wu (Connie), Lo Hoi Pang (Chung Yuen), Philip Keung (Lung) durata: 107 colore produz.: Johonnie To per Milkywai Image origine: HONG KONG, 2011 distribuz.: Fandango Distribuzione
Sceneggiatura: Au Kin Yee, Wong King Fai
Nazione: HONG KONG
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 Concorso
È la storia di tre persone nella modernissima Hong Kong, alle prese, ognuno, con dei problemi: una comune impiegata di banca, promossa analista finanziaria, è sotto gli indici prefissati per le vendite di titoli e quindi si vede costretta a collocare titoli ad alto rischio ai clienti che le si propongono; in particolare, ad una signora anziana, alla ricerca di un investimento che le permetta di incrementare la magra pensione, viene venduto dei titoli che hanno un altissimo grado di rischio, proprio quello che la donna non vorrebbe.
Il secondo personaggio è un piccolo e modesto delinquente alla ricerca di soldi facili per pagare la cauzione a un amico arrestato per vecchie malefatte, si inventa operatore di Borsa e cerca di guadagnare soldi facili e veloci investendo sui “futures”.
Il terzo personaggio è la moglie di un ligio ispettore di polizia che si è messa in testa di acquistare una casa più grande e viene circuita da una bravissima agente di una immobiliare che la induce a firmare un contratto per l’acquisto di un appartamento; lo slogan della venditrice è “se non lo firma lei, ho già un altro acquirente pronto a firmare anche subito”; e con questo la donna cede e sottoscrive l’impegno; il marito sa benissimo di non potersi permettere quella rata di mutuo e quindi aveva chiesto alla moglie di soprassedere, ma la donna non se n’è data per intesa.
Questi tre personaggi si arrovellano per l’intera durata del film alla caccia del denaro facile e vengono presentati dal regista con un montaggio a mosaico che si svolge praticamente in una sola giornata.
L’impiegata di banca si ritrova una borsa con 5/milioni, dato che il cliente che ne aveva chiesti 10, ne prende solo la metà e viene rapinato ed ucciso; la donna avrà gioco facile a dichiarare che il cliente aveva prelevato 10/milioni e quindi i 5 rimangono a lei.
Il piccolo delinquente si mette al servizio di un boss che gioca forte in borsa e, per varie situazioni contorte quanto mai, viene ferito gravemente da un concorrente e incarica il nuovo arrivato di investire 5/milioni su una scommessa secca: rialzo o ribasso della Borsa.
Il terzo personaggio ha un piccolo legame con il resto della vicenda, in quanto, mentre la moglie è alle prese con la venditrice immobiliare, il marito sta cercando di liberare un ostaggio e la sua impresa viene filmata e trasmessa dalla TV proprio mentre la moglie sta firmando l’atto.
Nell’ultima parte del film le cose si aggiustano per tutti e tre i nostri personaggi: l’impiegata di banca riuscirà a uscire dall’edificio portando con se le banconote per 5/milioni nascoste in una borsa; contemporaneamente consegnerà alla direttrice la lettera di dimissioni e se ne andrà tranquilla e beata.
Il delinquente di mezza tacca ha giocato sul rialzo dell’indice di Borsa e invece questa sta calando; per l’intera mattinata il calo è continuo, finché giunge qualche notizia importante e l’indice va in controtendenza cominciando a salire; a un quarto d’ora dalla chiusura è ancora in ribasso, ma con un ultimo balzo chiuderà in rialzo, facendogli vincere un bel pacco di soldi.
La moglie del poliziotto si è resa conto della stupidaggine che ha fatto, ma la venditrice non le consente l’annullamento del contratto; all’ultimo momento arriva la bella notizia: un acquirente sul continente (Cina) ha rilanciato sul prezzo dell’appartamento e così l’Agenzia può tranquillamente (e felicemente) annullare la transazione della donna e vendere al nuovo arrivato.
Tre casi, tutti che si concludono felicemente ma che avrebbero avuto le stesse probabilità di terminare in modo contrario; tutto per la caccia continua, estenuante al denaro, questo mitico strumento che fa impazzire la gente. In tutte e tre le vicende si parla solo di soldi e del modo di realizzarli; solo in un caso, si accenna brevemente a dei valori: parlo dell’amicizia e della solidarietà, cioè quei sentimenti che muovono il piccolo delinquente a cercare i soldi per liberare l’amico detenuto; la vincita non è per sé e neppure per darsi alla bella vita, ma è per l’amico imprigionato (forse ingiustamente!)
Quindi, il personaggio apparentemente più negativo è l’unico che si muove su una scala di valori accettabile; il resto dei personaggi che seguiamo, ma anche quelli che vengono soltanto sfiorati dalla macchina da presa, sono dediti unicamente a fare soldi, in barba ad ogni altra considerazione circa i valori dell’esistenza e balle del genere; l’unico valore che il film porta avanti è quello del denaro.
Il film del re dell’action-movie cinese, realizza un quadro impietoso e direi impressionante dell’attuale situazione, in cui la gente pare veramente essere spogliata da ogni sentimento e sembra dedicarsi solo a fare soldi, in ogni modo, con ogni sistema, in barba ad ogni considerazione morale.
Buon film, ben realizzato cinematograficamente e ben interpretato da validissimi attori: la regia ed il superbo ritmo impresso alla narrazione compiono il resto; il film mi appare come destinato a incassare dei soldi nei nostri botteghini, vista la godibilità dello stesso e questo non è un difetto, anzi!! Però, con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica mi sembra che c’entri ben poco!
(Franco Sestini)