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TEXAS KILLING FIELDS



Regia: Ami Canaan Mann
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: TEXAS KILLING FIELDS
Titolo originale: TEXAS KILLING FIELDS
Cast: regia: Ami Canaan Mann – scenegg.: Donald F.Ferrarone – fotogr.: Stuart Dryburgh, ASC – mont.: Cindy Mollo ACE – scenogr.: Aran Reo Mann – cost.: Christopher Lawrence – mus.: Dikon Hinchliffe – interpr. princ.: Sam Worthington (Mike), Jeffrey Dean Morgan (Brian), Jessica Chastain (Pam), Chloe Grace Moretz (Little Anne) – durata: 109’ – colore – produz.: Bill Block, Michael Mann, Michael Jaffe – origine: USA, 2010 – distribuz.: RAI Cinema - 01 Distribution
Sceneggiatura: Donald F.Ferrarone
Nazione: USA
Anno: 2010
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Concorso

È la storia di Mike, un agente di Polizia di una cittadina texana, il quale – insieme al collega Brian – un poliziotto appena arrivato da New York – è alle prese con un serial killer che getta i corpi delle sue vittime in un’area paludosa chiamata “le paludi della morte”; in quel luogo sinistro, ai margini della cittadina, sono state ritrovate già 60 vittime, quasi tutte giovani donne.

Mentre Brian è convinto che la soluzione della vicenda si abbia nelle famose e misteriose paludi, Mike, anche perché quella è zona dell’ex moglie, anch’essa poliziotto, ritiene che il tutto si possa dipanare partendo dalla cittadina – Texas City – e da lì seguire le tracce dei malviventi rapitori e assassini.

Ad un certo punto della narrazione, sembra che il fulcro di tutto sia in una casa abitata da una donna di facili costumi, madre di una adolescente – Little Anne – una ragazzina “di strada” di cui Mike si sta prendendo cura, ma la traccia non conduce da nessuna parte.

In città i due detective s’imbattono in un paio di delinquenti – un negro con un buffo pizzetto e un bianco interamente tatuato – e mentre viene ucciso il primo, si fanno scappare il secondo; Mike comunque non è convinto che la soluzione del problema sia stata raggiunta con quell’operazione e quindi continua le ricerche, puntando sempre più decisamente verso la palude.

Quando poi la piccola Anne verrà rapita i due poliziotti danno inizio ad una lotta senza esclusione di colpi nei confronti della banda: riescono a smascherare alcuni delinquenti ed a liberare la bambina, ma la mente di tutta l’organizzazione è il classico “insospettabile”, uno che frequenta la casa della madre di Anne, come tanti altri, e che appare a prima vista come un insospettabile debosciato che sembrerebbe appagarsi delle grazie, un po’ sfiorite, della donna.

La lotta finale vede Mike ferito gravemente e Brian deciso a concludere l’indagine a suon di fucilate: scopre dove si nasconde il responsabile di tutti gli omicidi e lo uccide, non senza che lui abbia fatto piazza pulita di agenti e di civili innocenti (tra essi anche la madre di Anne).

Nella sequenza finale vediamo Brian che accompagna Anne – rimasta veramente sola – a visitare Mike che è in convalescenza dalle brutte ferite riportate e che, almeno in apparenza si sta rimettendo bene, fatto salvo un impedimento ad una gamba che lo costringe a zoppicare vistosamente.

Film ben fatto, con buonissimi attori e molto ritmo nella narrazione, ma decisamente inadatto a partecipare ad una Mostra d’Arte Cinematografica che dovrebbe contenere qualcosa di meglio.

L’autrice, abbastanza giovane, è al suo secondo lungometraggio; con il primo ha conquistato vari premi in America e con questo ha ottenuto la partecipazione alla Mostra di Venezia, nella categoria “in concorso”; chissà cosa l’aspetta per il prossimo futuro. (Franco Sestini)

 


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