4:44 LAST DAK ON EARTH
Regia: Abel Ferrara
Lettura del film di: Gian Lauro Rossi
Titolo del film: 4:44 LAST DAK ON EARTH
Titolo originale: 4:44 LAST DAK ON EARTH
Cast: regia, scenegg.: Abel Ferrara fotogr.: Ken Kelsch mont.: Anthony M. Redman scenogr.: Frank DeCurtis mus.: Francis Huipers interpr. princ.: Willem Dafoe, Shanyn Leigh, Natasha Lyonne, Paul Hipp durata: 82 colore produz.: Fabula, Funny Balloons, Wild Bunch origine: USA, 2011 distrib.: Wild Bunch & Funny Balloons
Sceneggiatura: Abel Ferrara
Nazione: USA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 Concorso
A causa dei disastri ecologici, di cui l’uomo è responsabile, il mondo sta per finire: il film sviluppa questo tema, puntando l’obiettivo su una coppia che si ama e sulla vita dei due che vivono in un appartamento a NewYork: lui è un attore, lei una pittrice e, insieme, amandosi, dialogando tra loro e con altri personaggi, impegnandosi nelle rispettive attività artistiche, seguono i diversi servizi televisivi, in attesa delle ore 4.44 del giorno seguente, momento in cui è prevista la fine del mondo.
Caratterizzano il racconto diversi elementi:
- ci troviamo di fronte ad una annunciata catastrofe naturale, prodotta dall’uomo per incuria sull’ambiente. Lo si coglie da diverse rappresentazioni, dalle trasmissioni televisive che annunciano il disastro che accadrà il giorno dopo alle 4.44 (parlano Al-Goor che sottolinea i pericoli dello sviluppo economico voluto dall’uomo, e parlano pure il Pontefice ed il Dalai Lama che affrontano l’annuncio con discorsi di carattere religioso-spirituale), e lo si coglie pure da certe ambientazioni esterne all’appartamento che mostrano un grigiore diffuso ed un cielo plumbeo;
- i rapporti interpersonali (attraverso i quali si delineano le storie di vita vissuta dei due giovani) che il protagonista, il giovane attore Cisko, instaura con la donna che ama, la giovane pittrice (un rapporto d’amore intenso, ma nel contempo molto dolce, tanto che nulla di volgare è emerso), i rapporti con i suoi amici che ritiene opportuno andare a salutare nel loro consueto ritrovo, con il ragazzino che gli fornisce il pasto d’asporto, così terrorizzato per ciò che accadrà (commuove il collegamento telematico che Cisko gli concede per salutare la famiglia lontana che non vedrà più), con la sua città, con le vie di New York in cui si intravede la vita frenetica di sempre, come se nulla dovesse succedere, con le figure familiari antecedenti il loro incontro (la sua ex-moglie e la figlia, e, da parte della giovane pittrice, il collegamento con la sua mamma che la sostiene, la incoraggia e la consiglia di tuffarsi in ciò che sa meglio fare, dipingere);
- la valorizzazione dell’arte (lui attore/scrittore, lei pittrice) intesa quasi come rifugio per dissolvere le sofferenze e come mezzo creativo.
- l’atteggiamento finale della coppia che, anche dopo una lite di gelosia, si abbraccia teneramente sdraiata sulla grande tela che lei stava dipingendo in bianco e nero, e attende con amore la distruzione del mondo.
Da questi elementi ne scaturisce l’Idea Centrale: “a fronte di una catastrofe così disastrosa da cancellare il mondo intero e quindi a fronte della morte che sta arrivando per tutti, è bene che l’intera umanità, consapevole delle proprie responsabilità, cerchi di vivere intensamente i valori fondamentali della Vita, l’Amore, l’Amicizia, il rispetto per gli altri (l’invito a non toccare né spostare il cadavere di un uomo che si era gettato dalla finestra) e continuare a realizzare la pratica di qualsiasi tipo di Arte”.
Nel suo complesso, quindi, il film si presenta interessante e utile per riflettere intorno a queste questioni. (Rossi Gian Lauro)