COFFEE AND ALLAH
Regia: Sima Urale
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: COFFEE AND ALLAH
Titolo originale: COFFEE AND ALLAH
Cast: regia: Sima Urale - scenegg.: Shuchi Kothari - scenogr.: Andy McLaren - fotogr.: Rewa Harre - mont.: Eric de Beus - suono: Chris Chapman - interpr.: Zahara Abbawaaaji, Joe Folau - durata: 14' - colore - produz.: Nomadz Unlimited - origine: Nuova Zelandia, 2006 - distrib.: New Zealand Film Comission
Nazione: NUOVA ZELANDIA
Anno: 2006
Presentato: 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2007 - CORTO CORTISSIMO
È la storia di Abeba, una ragazza etiope di religione mussulmana, che si reca in visita alla sorella che vi risiede da oltre quattro anni; la sorella non è in casa e quindi la ragazza deve fare tutto da sola, specie l’inserimento.
Con il suo burqa e la simpatia che si trascina, la vediamo in un Bar dove acquista caffè crudo (etiopico come lo definisce lei) e rifiuta cortesemente il caffè e il cappuccina che il barista gli propone: “il caffè si deve cuocere per volere di Allah e quindi, tutte le volte che ciò accade è un miracolo” afferma Abeba all’esterrefatto giovanotto dietro il bancone.
Acquista una racchetta e la relativa pallina per il badminton e, mentre si allena in giardino, la sua pallina scavalca l’alta siepe del vicino; con sommo stupore, vede la pallina ritornare dalla sua parte ed allora prova a rinviarla ed ancora ritorna nel suo giardino: è una sorta di partita giocata tra due avversari cavallereschi.
Un giorno squilla il campanello di casa; è il suo “avversario” che gli porta una pallina nuova che deve sostituire quella che si è rotta: Abeba lo invita in casa e gli offre il “suo” caffè etiope; il signore neozelandese – un simpatico ed arzillo anzianotto – sembra apprezzarlo.
L’ultima sequenza ci mostra Abeba al “solito” bar mentre ordina il “solito chilo di caffè crudo: mentre aspetta che gli venga consegnato quanto richiesto si mette a sfogliare una rivista, quando si avvede che sotto la rivista appare un caffè realizzato dal barista che è riuscito a “disegnare” sulla schiuma, utilizzando la crema di latte, il nome Allah in caratteri arabi: come rifiutare una così gentile offerta??
Il film – della durata di 14’ – è ben fatto ed ha anche alcune positività: si mostra come sia possibile realizzare una effettiva integrazione razziale e religiosa a condizione di usare, anzitutto la cortesia e la gentilezza e, subito dopo, l’accettazione delle altrui peculiarità.
È un inno a coloro che, armati di buona volontà, sono cittadini di paesi destinatari di immigrazione dai paesi del terzo mondo: se l’accoglienza sarà quella riscontrata in questo lavoro, l’integrazione non sarà un problema, anche se – naturalmente – ognuna delle due comunità vorrà mantenere le proprie radici (il proprio caffè, nel film).
Film quindi che ha aspetti molto interessanti e che può essere proposto anche in sedi didattiche per discussioni inerenti il problema dell’integrazione razziale e religiosa. (Franco Sestini)