Regia: Eugenio Polgovsky
Lettura del film di: Adelio Cola Titolo del film: LOS HEREDEROS Titolo originale: LOS HEREDEROS Cast: regia, scenegg.: Eugenio Polgovsky - fotogr.: Eugenio Polgovsky - mont.: Eugenio Polgovsky - mus.: Banda Mixe de Oaxaca - suono: Cristian Manzutto, Camille Tauss - durata: 90' - colore - produz.: Tecolate Films - origine: Messico, 2008 Nazione: MESSICO Anno: 2008 Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - Orizzonti
Film documentario, dichiara il sottotitolo. Ed è proprio questo il motivo che dà allo ‘spettacolo’ forza di denuncia e protesta contro una situazione umana insostenibile. Al centro d’interesse degli autori c’è un numeroso “stormo” di bambini raramente ‘cinguettanti’, costantemente impegnati nei lavori domestici e negli sterminati possedimenti agricoli dei ricchi, a raccogliere i frutti d’una terra incredibilmente generosa malgrado siccità e mancanza di aggiornamenti tecnici nella sua coltivazione intensiva. Per i mini operai l’orario è compreso tra il primo chicchirichì del gallo e l’arrivo del rapido tramonto del sole. Un camion, adatto al trasporto bestiame, li accoglie nel suo capace ventre, li scarica in mezzo alle piantagioni di pomodori e fagiolini ed essi silenziosi e volonterosi si dànno subito da fare per raccoglierne la maggiore quantità possibile di ortaggi: Tutto viene pesato; in seguito il lavoro verrà ricompensato con magri guadagni, insufficienti a consentire agli abitanti del villaggio di ‘emergere’ dalla concizione di vita attuale, e subito inviato ai mercati cittadini.
Tra i ragazzi operai c’è qualche adulto, la madre con piccolino sulla schiena, per esempio, e gli addetti al controllo delle merci. Vediamo bambini che raccolgono legna sulle spalle del monte, se la caricano addosso per adattarla poi sulla schiena del somaro paziente, che la trasporta a destinazione, atteso dall’asina con il somarello che gli scodinzola attorno. La convivenza uomini-animali sprizza simpatia ecologica. Bambine stanno filando, altre accudiscono alle faccende domestiche, aiutano la madre a preparare pane e companatico: è una poltiglia colorata che con mani decorate di calli e vescichette i fratellini porteranno alla bocca dopo il ritorno dai campi. Un giovane s’impegna a produrre oggetti d’artigianato locale. Nonne e decrepite vecchiette sguardano (sic) curiose tanta esuberanza di vita, che a loro sta cominciando a venire meno.
La fatica di tutti, osservata con partecipazione ma con stile oggettivo senza patetismi, viene documentata e messa in efficace contrasto con il benessere di coloro che sfrecciano sulle strade costeggianti il villaggio con potenti automobili e maestosi camion con targhe internazionali.
La festa della comunità si svolge la sera. Ragazzi truccati, indossanti maschere e variopinti copricapo da loro stessi fabbricati, si dispongono sull'ideale palcoscenico del documentario, che sprigiona incredibile gioia di vivere di persone che, secondo noi, dovrebbero soltanto lamentarsi di essere tenute lontane dal nostro comune benessere… spensierato ed egoista.
Domande …retoriche di spettatore: dove sono i sociologi, gli assistenti sociali, i pediatri e le badanti, gli insegnanti e i medici per gente bisognosa di tutto, eccetto che di sterile compatimento? (Adelio Cola)
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