PARC
Regia: Arnaud des Paliières
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: PARC
Titolo originale: PARC
Cast: regia, scenegg.: Arnaud des Paliières - scenogr.: Francois Girard, Patrick Colpaert - fotogr.: Jeanne Lapoirie - mont.: Arnaud des Paliières - mus.: Martin Wheeler - cost.: Nathalie du Roscoat - suono: Arnaud des Pallières, Jean Mallet, Jean-Pierre Duret, Olivier Mauvezin - interpr.: Lopaz Sergi, Barr Jean-Marc, Richard Nathalie, Delbecque Laurent, Chuillot Delphine, Kalfon Jean-Pierre, Szabo Laszlo, Chaplin Géraldine, Henry Judith - durata: 109' - colore - produz.: Les Films d'Ici - origine: Francia, 2008 - distrib.: Film Distribution
Nazione: FRANCIA
Anno: 2008
Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - Orizzonti
Parc” è uno dei luoghi ‘alti’ in cui si ritrovano, con quelli della loro categoria sociale, borghesi e ricconi della Parigi bene. Oltre alle convenzionali cerimonie più o meno sincere dei saluti e dei baciamano alle signore, il regista illustra quella che egli ritiene essere la verità di rapporti sociali fondati su riti esclusivi. Le due coppie particolarmente al centro d’interesse sono costituite da coniugi scontenti della loro posizione. Malintesi e rancori, non si capisce bene per quali motivi sviluppatisi ed arrivati …all’ultima stazione!, lasciano prevedere che le cose non termineranno con la ripacificazione vicendovole.
La PRIMA PARTE del film racconta con dialoghi interminabili lo stato d’animo dei personaggi in seguito alle esperienze negative mai dimenticate.(Le didascalie italiane passano molto rapide sullo schermo, quasi illeggibili!). Vediamo sempre i personaggi in primo e primissimo piano, che parlano parlano e bevono bevono liquori senza permetterci di cogliere il contenuto del loro conversare attraverso le immagini.
Nella SECONDA PARTE vediamo quanto succede, senza comprenderne le motivazioni. Certo, il passato, che ha accumulato i motivi della efferata violenza raccontata nel finale del film,
dev’essere stato veramente molto grave. Il marito, collega, si fa per dire, del padre d’un figlio costantemente triste e senza ideali di vita, approfitta che i genitori del giovane sono molto ‘impegnati’ nelle loro intimità…, raggiunge la sua vittima designata, la sacrifica con violenza omicida. deponendola poi, immersa nel sangue, sui gradini dell’altare della cappella del Parc
I genitori la scoprono e ne rimangono sconcertati, anche perché tutto è successo “mentre stavano recandosi ad un solenne ricevimento degli appartenenti all’ esclusivo club”.
La fotografia del film è realizzata con particolare cura professionale; recitazione e commento musicale meritano ammirazione ed in certi passaggi addirittura …applausi. A proposito dei quali, ho notato che nessun minimo battimano s’è levato dal pubblico, che di solito accoglie in quel modo la finale dei film dei festival. Uscendo dalla sala di proiezione, molti si dimostravano perplessi scanbiandosi battute totalizzanti (“Non c’ho capito niente!”) e chiedendosi i motivi, non soltanto, di quanto s’era visto sullo schermo ma la logica concatenazione dei fatti, evidentemente non bene compresi o, forse, espressi con insufficiente chiarezza. Due signori attempati vicini sa me si confidavano dotte impressioni: “A me fa venire in mente Antonioni!” “A me, invece, Visconti, IL GATTOPARDO!”.
Non disturbiamo chi dorme onusto di meritata fata! (Adelio Cola)