PESCUIT SPORTIV (Hooked)
Regia: Adrian Sitaru
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: PESCUIT SPORTIV (HOOKED)
Titolo originale: HOOKED
Cast: regia, scenegg.: Adrian Sitaru - fotogr.: Afrian Silisteanu - mont.: Adrian Sitaru - mus.: Cornel Ilie - suono: Marius Stanescu - interpr.: Adrian Titieni (Mihai), Ioana Flora (Lubi), Maria Dinulescu (Ana) - durata: 80' - colore - produz.: 4Proof Film Movie Partners in Motion Film - origine: Romania/Francia, 2008
Nazione: ROMANIA/FRANCIA
Anno: 2008
Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - Giornate degli autori
Il film va ad aggiungersi degnamente alle innumerevoli opere cinematografiche d’autore che hanno scelto di trattare d’amore. Sono numerose le domande che il regista suscita ed alle quali non offre risposte, ma, paradossalmente, è proprio per tale motivo che l’universalizzazione del problema interpretato dai personaggi sale a livelli alti ed ampi. Ne segnalerò alcune.
Vediamo una coppia che parte per trascorrere finalmente un week-end lontano dal tran tran quotidiano. Sono sposi o amanti? Ciò che importa sapere è che si amano e professano di amarsi. Inizia immediatamente appena in macchina il dialogo, che si concluderà soltanto con l’ultima inquadratura. Teatro filmato, dunque? Senz’altro no. Inevitabile il ricordo a questo punto del celebre lavoro del grande Bergman SCENE DA UN MATRIMONIO. Anche nel nostro caso, crisi d’una coppia. Accuse, scontri, offese, temporanee riconciliazioni con richiesta di compatimento e perdono. Quando in una strada di campagna, deserta e solitaria s’imbattono in una giovane affascinante prostituta svenuta (travolta dal nervosismo distratto di chi guida? Finta vittima d’incidente precedente subitò?), tutto cambia. La preoccupazione passa dalla polarizzazione su se stessi alla responsabilità verso la loro ‘vittima’, la quale…poco dopo non soltanto riprende i sensi (fingeva? Recitava prima?), ma si atteggia ad indiscreta ‘intervistatrice’, quasi improbabile psicoterapeuta, rivolgendo loro domande imbarazzanti sul rapporto affettivo dei due ‘soccorritori’. Alternativamente il regista separa i due per permettere alla prostituta di interrogare l’uno indipendentemente dall’altra. Conclude che il loro problema consiste nel fatto che dicono di amarsi MA in realtà …e azzarda ipotesi sull’infedeltà dell’uno e sulla gelosia compensativa dell’altra. Appoggia la sua interpretazione su misteriosi, ed equivoci secondo lei, squilli del telefonino della donna. “Ognuno vede quello che vuole vedere!” : è una delle sue sentenze che impressionano la coppia. La cartina di tornasole, rappresentata dalla casuale intromissione della prostituta nella loro privacy, mette a nudo cause e conflitti derivanti da un rapporto affettivo insoddisfacente, che, tra l’altro, vede in un rapporto sessuale che lascia la donna frustrata, l’origine di malintesi e di sospetti.
Non rivestono grande importanza tre personaggi di contorno, quasi comparse, che nel film arrivano a complicare maggiormente la situazione dei due protagonisti, già molto provati da circostanze personali tutt’altro che rare nelle relazioni di coppia. Finiranno per accettarsi reciprocamente e, prima di ripartire per tornare a casa, si abbracceranno con rinnovato slancio sentimentale. Il rimprovero che maggiormente li ha colpiti tra quelli loro rivolti con sincerità e femminile intuizione della prostituta li porterà ad un dialogo, si spera, confidenziale ed amichevole comunicandosi (quando? Come? Sono questi i problemi…) pensieri ed affetti con reciproca fiducia.
Per quanto riguarda la recitazione, assegnerei un ‘bravo’ a lui, ‘bravissima’ a lei, ‘eccezionale’ al terzo personaggio.
Il merito maggiore, a parer mio, va all’autore dei dialoghi, nessuno dei quali pecca di qualità libresca/letteraria, e che hanno offerto agli interpreti, egregiamente diretti dal regista nel suo primo lungometraggio, mezzi idonei e quanto mai opportuni per brillare nel risultato artistico del film. Mi sia consentito il rammarico di non aver trovata quest’opera tra quelle in concorso a Venezia 65. (Adelio Cola)