Regia: Vinko Moderndorfer
Lettura del film di: Franco Sestini Titolo del film: POKRAJINA ST.2 (LANDSCAPEN.2) Titolo originale: POKRAJINA ST.2 Cast: regia, scenegg.: Vinko Moderndorfer - scenogr.: Dusan Milavec - fotogr.: Dusa Joksimovic - mont.: Andrija Zafranovic - mus.: Borut Krzisnik - cost.: Alenka Korla - suono: Julij Zornik - interpr.: Marko Mandic (Sergej), Slobodan Custic (agente), Barbara Cerar (Magda), Maja Martina Merljak (Jasna), Janez Hocevar (Polde), Jaka Lah (Damjan), Janez Skof (generale) - durata: 90' - colore - produz.: Forum Ljubljana - origine: Slovenia, 2008 Nazione: SLOVENIA Anno: 2008 Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - Giornate degli autori
È la storia di una rapina, messa in opera da due ladruncoli – Sergej e Polde – ai danni di un ex generale dei tempi di Tito, al quale rubano un quadro – appunto “Landscape n.2, cioè Paesaggio n.2 – una tela di grande importanza artistica che era al Museo Nazionale e che il generale aveva “trasferito” nella sua abitazione; l’idea dei due ladri è quella di rubare il quadro e di chiedere un riscatto di 10.000 euro per la sua restituzione; durante la rapina il più giovane dei due, Sergej, all’insaputa di Polde, si mette a trafficare con la cassaforte nascosta dietro il quadro e riesce ad aprirla; al suo interno rinviene delle banconote di grosso taglio (che provvede a intascare) e un documento che attesta come le fosse comuni che vengono ritrovate continuamente in territorio sloveno, sono delle uccisioni di massa di ex collaborazionisti con le forze germaniche e che il generale al quale viene sottratto il quadro, era il firmatario degli ordini di morte.
Il generale, scottato dal furto, incarica un suo ex agente speciale di occuparsi del recupero del documento (per lui più importante di tutto) e, possibilmente anche del quadro; l’uomo, un autentico killer, si mette alla caccia dei ladri e, attraverso una domestica, viene a conoscere il nome del più anziano, Polde, e dopo avergli ripreso la tela rubata, cerca di conoscere il luogo dove è nascosto il documento compromettente: poiché il povero ladruncolo non vuole parlare, il killer lo uccide barbaramente, soffocandolo in una busta di plastica e poi impiccandolo ad una carrucola appesa al soffitto.
Da Polde apprende il nome del più giovane collega, Sergej, e si mette in caccia di questi, facendogli terra bruciata tutto attorno, uccidendo cioè tutte le persone che lo conoscono e possono dare delle informazioni; finalmente arriva alle due donne del giovane – quella del cuore, Magda e quella del sesso, Jasna – e le uccide entrambe, unitamente ad un amico omosessuale del giovane che abita nell’appartamento contiguo al suo; nel frattempo il generale muore e il killer non segue l’ordine dell’alto ufficiale che gli aveva detto di lasciar perdere tutto in caso di una sua morte.
Magda viene brutalmente uccisa e poi tocca a Damjan, l’amico omosessuale di Sergej; per ultima resta Jasna che viene raggiunta nella baia di montagna dove la ragazza si è rifugiata insieme all’amico: la donna viene barbaramente uccisa e così arriviamo alla fase culminante nella quale il killer si ritrova di fronte solo il giovane che fugge a perdifiato in un bosco dove esiste l’ennesima fossa comune; quando il killer raggiunge Sergej, invece di ucciderlo, si getta nella fossa e scompare agli occhi del giovane e della Polizia che sta braccando i due: resta così soltanto Sergej che verrà arrestato ed accusato di tutti i delitti commessi dall’agente del generale.
Fumettone truculento e mal congegnato, che ha una vicenda balbettante dalla quale sarebbe inutile pretendere una qualsiasi idea tematica; a titolo puramente esemplificativo delle castronerie che la narrazione contiene, dobbiamo rilevare che la caccia del killer è intramezzata da incontri di Sergej con le due donne della sua vita, le quali – per colmo di sfortuna rimangono entrambe incinta e quindi daranno luogo ad una maggiore emozione negli spettatori in occasione della loro barbara uccisione.
Inoltre, c’è da rilevare che la vicenda è contrappuntata da svariate scene di sesso tra Sergej e Jasna, scene dalle quali traspare la innaturalezza degli atti, a disdoro degli attori che non riescono, evidentemente, ad immedesimarsi nei ruoli loro assegnati.
Resta poi da esaminare la sequenza finale, nella quale il killer e Sergej sono entrambi ai bordi della fossa comune: tutti gli spettatori si aspettano che l’agente uccida il giovane e ne getti il corpo nel dirupo e invece il killer si getta nella fossa lasciando Sergej attonito ma consapevole che la Polizia – che arriva proprio in quel momento – lo incriminerà di tutti gli omicidi e per lui sarà ben difficile, se non impossibile, scagionarsi.
Quale può essere il motivo per cui l’autore ha scelto questa soluzione di carattere narrativo? Forse il killer, appreso che il generale è morto, non trova niente di meglio che uscire di scena in quel modo, inguaiando così il giovane ladro; comunque sia, la soluzione scelta dall’autore del film è soprattutto per conferire all’opera una sorpresa che colpisca allo stomaco gli attoniti spettatori; e dobbiamo dire che ci riesce !
Del film ho già detto che si tratta di un fumettone pieno di sangue/sugo di pomodoro, al quale l’autore aggiunge una discreta dose di sesso: questi due elementi uniti insieme da una trama facile ed accattivante, dovrebbero conferire all’opera un grado di digeribilità abbastanza alto, ma invece così non è, in quanto le crepe nella vicenda sono tante e molto vistose, per cui non si può dare altro che un voto assai negativo.
L’interpretazione degli attori è decorosa ma niente di più; le immagini sono abbastanza buone ma non possiamo definirle splendide; insomma possiamo concludere chiedendoci che cosa ci stia a fare un film del genere nella sezione dedicata alle giornate degli autori, dove cioè dovrebbero trovarsi solo film di particolare valore estetico o tematico: siamo evidentemente di fronte ad uno dei tanti misteri di questo Festival! (Franco Sestini)
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